Questa produzione video dell’UNICEF Cile (Fondo delle Nazioni Unite per i bambini) ha lo scopo di insegnare ai bambini che l’accettazione degli altri può portare a preziose esperienze e questo è del tutto vero. Tuttavia, ciò che abbiamo trovato un po’ scioccante è il fatto che il personaggio interpretato in questo breve annuncio – quello in cerca di accettazione da noi (figli della Terra) – sia un extraterrestre.
Per coloro che non hanno familiarità con gli argomenti UFO ed ET questo video è solo uno strumento creativo per esprimere un concetto morale, ma per uno che ha studiato il fenomeno ET esso suggerisce che le Nazioni Unite stanno condizionando le masse (in particolare i bambini) verso la divulgazione sugli ET. Le 2 interpretazioni non si escludono a vicenda, l’accettazione dell’una non invalida l’altra.
A nostro avviso questo è ancora un altro esempio di divulgazione morbida. E visto quanto influenti siano le Nazioni Unite nel nostro mondo attuale, dubitiamo fortemente che questa sia una semplice coincidenza. Anche se non vi fosse stata alcuna intenzione di divulgare il fenomeno ET da parte dei creatori, l’effetto sottile sulle coscienze è chiaro.
Cosa esattamente viene detto all’umanità attraverso questa rappresentazione di un extraterrestre che sembra essere non solo simile ad un rettile, ma che ha anche la capacità di levitare oggetti?
Quale sia l’obiettivo finale di una tale divulgazione lo possiamo solo immaginare, ma questo suggerisce che il lavoro di molti ricercatori di comunicazione ET potrebbe essere accurato. Che i poteri in essere stanno preparando l’umanità alla realtà ET, possibilmente cercando di far girare la storia a loro favore. Considerando che queste stesse forze hanno soppresso queste informazioni fino alla morte, sarebbe il caso ci cominciare ad interessarsi a questi argomenti. Ciò significa che non si può pensare che una divulgazione ufficiale fatta dalle stesse persone che hanno spinto menzogne e inganni per secoli sia veritiera al 100% .
Fonte estera: http://www.ascensionwithearth.com
Fonte italiana: http://ununiverso.altervista.org
E se in classe di tuo figlio ci fosse un alieno?
Scatterebbe una certa preoccupazione nei genitori, no? Ma anche nei bambini, che si dice siano un po’ più aperti alle novità, ma dipende dall’età. Diciamo che a 11 anni circa avrebbero abbastanza spirito critico per vedere quanto è diverso il bambino alieno e sufficiente esperienza per apprezzare la tranquilla prevedibilità che si accompagna all’uguaglianza.
L’insegnante, almeno per senso del dovere, proverebbe certo a far integrare il nuovo ragazzino, lodando le sue diversità, oppure minimizzandole, a seconda di quale strategia appaia la migliore ad affrontare il caso.
Nonostante ciò i bambini continuerebbero a essere un po’ straniti.
Allora alcuni dei genitori più progressisti tenterebbero di tranquillizzarli, con un sorriso, teso quanto quello di una ballerina del Bolshoi.
Altri genitori invece se ne fregherebbero dell’accoglienza, o anche solo della cortesia di facciata, e passerebbero a perdita di controllo defcon 5, paventando epidemie, invasioni, furti di merende e di organi per trapianti. Pretendendo dunque l’immediato ritorno del bimbo alieno al suo pianeta o, in subordine, il trasferimento in altra classe, ché in altra classe l’epidemia fa meno paura.
Un terzo partito, quello dei pragmatici, sosterrebbe l’idea del “vediamo come si comporta”, sottolineando l’importanza che la classe non rimanga indietro.
La sparuta rimanenza non direbbe nulla, ma ritirerebbe il figlio, pentendosi un po’ di essere stata così magnanima nel dare una possibilità alla scuola pubblica.
In generale l’intervento dei genitori otterrebbe l’indubbio risultato di generare nei figli ulteriore tensione e utili messaggi per costruire la comunità del futuro.
Per fortuna gli alieni non ci sono. Né a scuola, né altrove. Giusto?
Però un giorno potrebbero arrivare, e sarebbe un bene essere preparati. E quindi guardiamoci il video dell’Unicef Cileno che giocando d’anticipo ha voluto proprio ipotizzare l’arrivo di bimbi alieni, abbracciando la causa della loro integrazione.
Un collega redattore mi ha fatto notare che l’alieno potrebbe essere metaforico, cioè indicare qualunque bambino in un certo luogo possa essere ritenuto diverso dagli altri.
Fosse così la morale consisterebbe nel concetto che tutti i bambini diversi magari possono creare un senso di timore, ma sono una risorsa. Per tutti. Che l’integrazione non è una gentile concessione, ma l’unica via che può trasformare la possibile minaccia in sicura risorsa.
Certo un bel messaggio, ma in questo caso dovrei dire che l’Unicef Cileno è troppo buonista, come si dice oggi, perché i bambini rom, o disabili, o effemminati – tanto per fare qualche esempio – non sono capaci di far volare un bel nulla, al massimo epiteti.
Fonte: http://www.fattiunidea.it