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Sono state proposte diverse possibili collocazioni geografiche di Atlantide.
Schiere di ricercatori scrittori ed archeologi hanno cercato in tutti i modi di identificare il luogo dove era situata Atlantide.
Tali studiosi possono essere divisi in cinque gruppi a seconda del luogo dove collocano il perduto continente di Atlantide.
Il primo gruppo di tali studiosi collocano Atlantide nelle Americhe.
Circa 40 anni dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo l’entroterra incominciò ad essere esplorato e riportato dalle mappe.
Molti ricercatori associarono l’idea di Atlantide con L’America.
Lo scienziato italiano Domenico Fracastoro fu uno dei primi ad ipotizzare che Atlantide doveva essere situata non lontana dall’America centrale.
Inoltre Fracastoro sostenne che le varie tribù di indiani stanziate nel nuovo mondo erano gli ultimi discendenti di Atlantide.
Dopo Fracastoro molti altri ricercatori seguivano la pista delle Americhe.
Tra questi Francisco Lopez de Gomara che affermò che la relazione fra il nuovo mondo e l’isola scomparsa era così stretta che propose di chiamare l’America del nord o l’America del sud Atlantide.
Nella stessa epoca il matematico inglese John Dee nelle carte geografiche da lui redatte inserì ufficialmente il nome di Atlantide al posto di America.
In qualità di astrologo della regina Elisabetta affermò addirittura di essere in costante contatto con alcuni spiriti di Atlantide.
Jon Swan nel 1644 affermò che l’isola di Atlantide o si trovava molto vicina all’America o addirittura le Americhe erano la parte occidentale dell’isola.
A sua volta lo scrittore Allen nel 1968 pubblicò un’opera nella quale affermò che il continente che oggi chiamiamo Sudamerica un tempo si chiamava Atlantide.
A sua volta il ricercatore e scrittore svizzero Erich Von Daniken negli ultimi decenni del secolo scorso ha spiegato l’origine delle varie civiltà sulla terra ricorrendo agli extraterrestri.
Per Daniken Atlantide si identificava con l’America meridionale ed esattamente con il Perù.
Poi al termine dell’ultima glaciazione lo scioglimento dei ghiacciai fece innalzare il livello degli oceani che distrusse tale civiltà.
Prenderemmo ora inconsiderazione il secondo gruppo di studiosi che colloca Atlantide nell’oceano atlantico.
Intorno al 1650 il gesuita Kircher in una sua opera inserì una mappa secondo la quale Atlantide si trovava nel mezzo dell’oceano atlantico.
Inoltre lanciò l’idea che la scomparsa di Atlantide e il diluvio universale narrato nella Bibbia erano strettamente collegati.
Fra la fine del 18 secolo e l’inizio del 19 secolo si era ormai affermata l’idea che Atlantide si trovasse nell’Atlantico tra l’Africa e le Americhe.
Ma sulle modalità della sua scomparsa si svilupparono due idee nettamente contrapposte.
Secondo il famoso naturalista francese George Buffon Atlantide venne spazzata via quando le acque dell’Atlantico per qualche motivo si riversarono nel mediterraneo.
Secondo Bory De Saint Vincent accadde tutto il contrario: le acque del mediterraneo a causa di attività vulcaniche si riversarono nell’atlantico e distrussero Atlantide.
Egli era così convinto della collocazione di Atlantide da inserirla in una mappa molto particolareggiata nel 1864 lo studioso fiammingo Brasseur de Bouborg affermò che atlantide si trovava in mezzo all’oceano atlantico ma venne distrutta da un immane cataclisma esattamente nel 9.937 a.C.
Secondo Brasseur i sopravvissuti di Atlantide si insediarono prima in America e poi in Egitto.
Brasseur viaggiò molto nelle Americhe e imparò molte lingue parlate dai nativi per dimostrare la veridicità delle sue teorie.
Verso la fine del 19 secolo Augustus Leplongeon seguendo Brasseur precisò che l’isola di Atlantide situata nell’atlantico si inabissò a causa di una terribile eruzione vulcanica trascinando con sé 64 milioni di abitanti.
Inoltre gli affermò di aver trovato in un testo maya la storia della principessa atlantidea Mu.
Dopo l’uccisione del marito ella fu costretta a lasciare una colonia di Atlantide e a rifugiarsi in un'altra colonia situata in Egitto dove costruì la sfinge in ricordo del marito defunto.
Nel 1882 Ignatius Donnelly cercò di fornire tutta una serie di prove concrete per dimostrare che vecchio mondo e il nuovo mondo hanno molto in comune.
Secondo Donnelly queste affinità si possono spiegare solo ammettendo l’esistenza di un continente immenso ai due mondi cioè nell’oceano atlantico proprio come sosteneva Platone.
Secondo Donnelly prima del 9600 a.C. la grande isola di Atlantide si estendeva dalle Americhe allo stretto di Gibilterra.
Fu proprio ad Atlantide che ebbe origine lo sviluppo della civiltà umana.
In breve la popolazione di Atlantide divenne così numerosa e potente da colonizzare l’America centrale il delta del Mississippi il sud America le coste occidentali dell’africa e dell’Europa tutte le regioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Secondo Donnelly l’Egitto era la colonia più antica di atlantide per cui le due culture erano molto simili.
Inoltre l’alfabeto fenicio e quello dei maya si ispiravano a quello di Atlantide.
A detta di Donnelly Atlantide affondò a causa di un evento catastrofico insieme alla maggior parte dei suoi abitanti.
I pochi superstiti raggiunsero con mezzi di fortuna le coste americane e quelle europee.

Il medium americano Edgar Cayce a partire dal 1924 si occupò di Atlantide fornendo informazioni molto precise e dettagliate.
Secondo Cayce gli atlantidei possedevano una tecnologia estremamente avanzata.
Essi utilizzavano i telefoni gli ascensori gli aerei i sottomarini la radio la televisione la fotografia il laser.
Inoltre secondo Cayce gli atlantidei possedevano una fonte di energia molto potente simile a quella nucleare nonché la capacità di vincere la forza di gravità.
Sempre secondo Cayce tale energia sarebbe stata usata dagli egizi per costruire le piramidi.
La distruzione dell’isola secondo Cayce non fu dovuta a terremoti o diluvi ma ad un uso improprio della tecnologia in possesso degli atlantidei.
Tale idea espressa da Cayce era conforme alle idee in voga a quegli anni.
Cayce durante una delle sue sedute medianiche affermò che tutto quello che resta del continente perduto era l’isola di Bimini dove si trovavano ancora oro in abbondanza e metalli preziosi.
Sulla base delle indicazioni di Cayce sono state effettuate delle ricerche che hanno portato all’individuazione di alcune strutture di forma rettangolare incrostate di corallo.
La visibilità è molto scarsa e le immagini filmate dai sub che hanno cercato di esplorare il fondo marino sono poco chiare.
È stata comunque recuperata una pietra piatta che sembra essere stata lavorata dall’uomo.
Nel 1926 James Churchward nella sua opera Mu il continente perduto pose la terra di Atlantide nell’oceano atlantico e la terra di Mu nell’oceano pacifico.
Secondo Churchuard Mu era molto più estesa e atlantide non era che una sua colonia.
Queste due terre erano collocate con tutti gli altri centri minori del mondo antico mediante una serie di linee di comunicazione.
Churchuard affermava di avere appreso tutte queste notizie da alcune tavolette conservate in un monastero indiano.
Infine secondo a Tre Collins atlantide si trovava nel mare dei sargassi (una zona dell’oceano atlantico).
Collins sosteneva che i navigatori fenici erano venuti a conoscenza dell’esistenza di Atlantide prima di Platone.
Addirittura egli descrive un viaggio effettuato nel V secolo a.C. dai cartaginesi nel mar dei sargassi.
Secondo Collins alla fine dell’era glaciale apocalittici cataclismi avrebbero diviso la grande isola di atlantide in tante piccole parti.
La storia di tali avvenimenti sarebbe arrivata ai popoli del mediterraneo tramite i navigatori fenici.
Appare evidente che se questi viaggi fossero effettivamente avvenuti in America centrale e sulle sponde del mediterraneo dovrebbero esserci dei reperti significativi attestanti questi scambi commerciali.
Ma in realtà non è stato trovato niente di tutto ciò.
Il terzo gruppo di studiosi sostiene che Atlantide si trovava nel mediterraneo.
Dobbiamo dire che l’ipotesi che Atlantide si trovasse nel mediterraneo è piuttosto recente.
L’archeologo Langer sostiene che Atlantide era la città di troia.
Secondo tale studioso la storia narrata da Platone non sarebbe altro che la storia della guerra di Troia, città molto ricca e potente sulle coste dell’Asia Minore con una vasta pianura nell’entroterra.
Inoltre Langer evidenzia che i greci avevano effettivamente combattuto una lunga guerra contro un popolo straniero.
A parte queste vaghe rassomiglianze, Langer non presenta altre prove a sostegno della sua tesi.
Tra l’altro quando sono state effettuate ricerche molto0 approfondite sul sito dove sorgeva la città di troia non è stata trovata nessuna prova che faccia pensare a un terremoto un’alluvione o un’altra grave disastro naturale.
L’archeologo Peter James nel 1995 ha pubblicato un libro del quale sostiene che atlantide sia la città di Tandilis nella Libia.
Tale città sarebbe stata distrutta da un terremoto poi sarebbe sprofondata in una voragine poi colmata dalle acque e trasformatasi in un lago.
Per dimostrare la superficialità di tali affermazioni è sufficiente tenere presente le differenze topografiche tra l’isola descritta da Platone e qualsiasi città della Libia.
Inoltre bisogna mettere in evidenza la completa assenza di qualsiasi reperto archeologico.
Alcuni studiosi hanno identificato atlantide con l’isola di creta che si trova nel mediterraneo orientale a circa 140 km q a sud dell’isola di Thera.
Verso il 1500 circa a.C. su Thera cominciarono delle attività vulcaniche e sismiche.
Tale attività furono descritte da molti autori antichi come ad esempio Plinio.
Dopo qualche anno ci fu una violentissima esplosione vulcanica a causa della quale quasi tutta l’isola sprofondò nel mare.
In seguito a questo cataclisma la fiorente civiltà dell’isola di creta situata al centro del mediterraneo e sede di un grande impero marittimo venne distrutta all’improvviso da uno spaventoso tsunami.
Secondo gli esperti le onde erano alte circa 50/60 metri.
Quando lo tsunami arrivò sulle coste dell’isola di creta le onde erano alte intorno ai 40 metri e viaggiavano a velocità altissima.
Tali informazioni potrebbero essere state annotate dagli scritti egiziani per tramandarle ai posteri.
Tali informazioni sarebbero poi venute a conoscenza di Solone e Platone.
La conquista dell’isola di creta da parte dei micenei potrebbe aver fornito a Platone lo spunto per raccontare la sconfitta degli atlantidei da parte degli ateniesi.
I sostenitori di questa ipotesi si basano su alcuni elementi.
In primo luogo sotto il palazzo di Cnosso è stato scoperto un sistema idrico assolutamente all’avanguardia molto simile a quello descritto da Platone.
In secondo luogo il palazzo principale di Atlantide era gigantesco come il palazzo reale di cnosso che era costituito da 1300 stanze.
In terzo luogo le pareti esterne del palazzo reale di Atlantide risplendevano al sole.
È stato dimostrato che anche quelle del palazzo reale di Cnosso avevano le stesse caratteristiche.
In quarto luogo la civiltà cretese era assolutamente all’avanguardia rispetto alle altre civiltà del mediterraneo proprio come lo era quella di atlantide.
In quinto luogo il toro era un animale sacro per i cretesi come era sacro anche per gli atlantidei.
In sesto luogo Atlantide sprofondò nel mare in una sola notte ma anche la distruzione di una parte dell’isola di Creta a causa di apocalittici tsunami dovette avvenire nello spazio di poche ore.
Infine i cretesi sopravvissuti allo tsunami avrebbero chiesto aiuto all’Egitto.
Per tale ragione i sacerdoti egizi conservavano dei documenti riguardanti l’apocalittica catastrofe in questione.
Gli studiosi che sono contrari a queste ipotesi mettono in evidenza che le due isole di Thera e Creta non erano situate aldilà delle colonne di Ercole.
Inoltre l’esplosione di Thera è avvenuta intorno al 1500 a.C. e non nel 9000 a.C.
In terzo luogo Cnosso la capitale di Creta non somigliava in nessun modo alla capitale di Atlantide descritta da Platone.
In quarto luogo la sommersione di Atlantide fu dovuta a diluvi e terremoti e non a un’eruzione vulcanica.
Infine l’isola di Creta non sprofondò nel mare a causa di questo catastrofico evento.
Un ricercatore ha identificato Atlantide con la città di Tartesso situata a circa 30 km a nord est di Cadige in Spagna.
Negli anni 20 un gruppo di ricercatori tedeschi effettuò degli scavi sul sito che si pensava essere quello dell’antica Tartesso.
Furono ritrovate tracce di opere in muratura e venne trovato anche un cerchio d’oro recante delle iscrizioni all’interno e all’esterno in una lingua sconosciuta.
Gli scavi furono interrotti perché ci si imbatté in una falda freatica.
Il gruppo di ricercatori giunse alla conclusione che i resti della città erano interrati nel fango.
Nel 2004 un ricercatore tedesco ha esaminato delle fotografie di questo sito scattate da un satellite e ha notato che esistono delle strutture che potrebbero vagamente corrispondere alla descrizione di Platone della città scomparsa.
Secondo alcuni ricercatori quando la città di Tartesso scomparve a causa di un apocalittico evento non tutti gli abitanti morirono.
Alcuni di essi si salvarono e si spostarono verso l’entroterra fondando una nuova città ispirandosi alla loro madrepatria sprofondata nel fango dell’estuario dl Guadalquivir. 
Esiste poi un quarto gruppo di studiosi che colloca Atlantide nell’Antartide.
Poco prima della seconda guerra mondiale lo scrittore francese Gate Force sostenne l’idea dell’esistenza di una pre-atlantide situata nell’Antartide.
Da tale pre-Atlantide la civiltà si sarebbe diffusa nell’isola vera e propria di Atlantide in tutto il mondo antico.
In un lontano passato l’Antartide si trovava in una zona temperata ma improvvisamente si sarebbe spostata al polo sud in seguito al ribaltamento dell’asse terrestre.
A sua volta l’ammiraglio italiano Flavio Barbiero ha elaborato una teoria molto complicata secondo la quale la civiltà di Atlantide era fiorita nell’Antartide, che non era situata dove si trova attualmente ma alcune migliaia di chilometri più a nord, ed era completamente libera dai ghiacci.
Poi circa 10.000 anni fa avvenne un immane cataclisma con tutta probabilità provocato dalla caduta di un asteroide sul nostro pianeta.
Secondo Barbiero quello che è sicuro è che non vi è stato nessuno spostamento dell’asse terrestre e quindi dei due poli.
Di conseguenza l’Antartide finì dove si trova oggi ed iniziò a ricoprirsi di ghiaccio rendendo la vita impossibile.
Secondo l’ammiraglio la probabile caduta di un asteroide non causò direttamente il disastro.
Tale disastro fu causato dallo spostamento dell’asse terrestre con il conseguente movimento di enormi masse di acqua che a loro volta causarono la distruzione di Atlantide.
Secondo l’ammiraglio il Diluvio Universale e la sommersione di Atlantide sono la stessa cosa.
Barbiero cita il punto esatto in cui si dovrebbero trovare delle rovine e dimostrerebbero l’attendibilità della sua teoria.
Tale punto sarebbe l’isola di Berkner.
Grazie alle fotografie scattate dai satelliti Barbiero sarebbe riuscito a trovare la zona precisa in cui scavare.
Nel 1995 due scrittori canadesi Rose Flemm-Ath e Rand Flemm-Ath hanno affermato che Atlantide si trovava nell’Antartide quando tale zona geografica era priva di ghiacci.
Per questi due autori la crosta terrestre a causa del movimento di rotazione della terra sul proprio asse sarebbe soggetta a slittamenti improvvisi.
Per i due autori lo slittamento improvviso dell’Antartide si verificò circa 10000 anni fa.
Allora le onde del mare sommersero l’Antartide cosicché la civiltà di Atlantide venne distrutta.
In tale occasione l’Antartide venne ricoperta da una spessa coltre di ghiaccio e i pochi sopravvissuti si trasferirono in zone più temperate.
Un altro sostenitore della tesi che Atlantide era situata nell’Antartide è Graham Hancock.
Egli in un suo libro pubblicato nel 1995 afferma che il continente Antartide sede di Atlantide fu sommerso in modo improvviso a causa dello scioglimento dei ghiacci avvenuto tra il 15.000 e l’8.000 a.C.
I resti di Atlantide si trovano tutt’ora sepolti sotto i ghiacci a diversi km di profondità.
Ci furono tuttavia molti superstiti ma la massa ripiombò quasi nell’età della pietra.
Tuttavia una minoranza riuscì a conservare le antiche conoscenze e cercò di trasmetterle in codice ai posteri per mezzo delle piramidi di Giza e della mitologia.
Infine abbiamo un quinto gruppo di studiosi che colloca Atlantide in altri siti geografici.
Tra il 1888 e il 1936 Madame Blavatsky pubblicò sei volumi intitolati “Dottrina segreta”.
In tale opera la Blavatsky sostiene che la popolazione di Atlantide era costituita dalla RAZZA DELLA QUARTA STIRPE costituita da esseri che erano una via di mezzo tra le scimmie e gli uomini.
Secondo Madame Blavatsky la distruzione di Atlantide sarebbe avvenuta nel 900 a.C. e Platone avrebbe sbagliato la data indicando il 9000 a.C.
Secondo Madame Blavatsky ella avrebbe appreso tali notizie nel corso di un suo lungo soggiorno nel Tibet e nel corso di alcuni contatti con alcuni saggi tibetani defunti.
William Scott -Elliott tra il 1896 e il 1904 propose l’esistenza in tempi lontani di lemuria Atlantide e numerose altre terre mai sentite nominare.
Tali terre si trovavano tra l’Africa e il sud-America tra l’Europa e il centro America nonché verso il polo nord.
La posizione di questi continenti era nota a tale autore grazie alle sue doti di “preveggente astrale”.
Secondo Scott Elliott gli atlantidei meritarono di essere distrutti dal m momento chi praticavano la stregoneria.
Nel 1953 un sacerdote tedesco Spanuth affermò di aver trovato in Egitto alcuni documenti scritti dal sacerdote che aveva raccontato a Solone molto tempo prima la storia di Atlantide.
In questi testi mai mostrati agli esperti e mai pubblicati si sosteneva il fatto che Atlantide fosse situata nel mar del Nord.
Dobbiamo dire che altri studiosi hanno proposto come sede di Atlantide l’isola di Cuba il mar Nero il mar del Nord l’Artico.
Come si vede sono state proposte molte collocazioni geografiche per il perduto continente di Atlantide.
Vogliamo concludere tale capitolo mettendo in evidenza che alcuni studiosi hanno notato alcune corrispondenze tra la descrizione di Atlantide e quella di Atene effettuate da Platone.
Infatti sia la città di Atene descritta da Platone sia il continente di Atlantide per molto tempo avevano praticato la saggezza e la temperanza.
Ma poi sia il popolo di Atene che quello di Atlantide si erano corrotti cosicché i costumi degenerarono e l’avidità regnò sovrana in entrambi i popoli.
I governanti di Atlantide come quelli di Atene non solo controllavano i propri territori ma anche quelli circostanti.
In definitiva alcuni autori sostengono che esiste una notevole corrispondenza tra l’Atlantide descritta da Platone e la città di Atene.

 

Professor Giovanni Pellegrino.

 

 

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