Lanciare in orbita satelliti al solo scopo di agganciare detriti spaziali finiti fuori controllo, per dirigerli lontano dalle rotte geo-stazionarie verso l’atmosfera, dove si distruggeranno e non costituiranno più alcun pericolo.

È questo il programma, riferito dal South China Morning Post1 di Hong Kong, messo a punto dallo Shanghai Aerospace Control Technology Institute, una filiale della China Aerospace Science and Technology Corporation.

La tecnologia consiste nella possibilità per un satellite “spazzino” (scavenger satellite) di avvicinare un corpo in orbita privo di controllo, e “agganciarlo” con un braccio telescopico al fine di “spingerlo” verso la nostra atmosfera mediante la spinta dei propulsori di cui è dotato.

Stando ai dati pubblicati dal quotidiano di Hong Kong, i satelliti “scavanger”, allo stato attuale, possono aggredire solo detriti che ruotino a una velocità non superiore ai 3,2 gradi al secondo, ma il progetto sarebbe in via di perfezionamento e avrebbe trovato applicazioni anche nel campo dei droni, dei robot e di sistemi d’arma intelligenti.

Un programma ambizioso - che vede anche USA e UE in corsa - nell’ambito del quale sarebbero stati messi in orbita non meno di dieci satelliti del peso di 10 kg ciascuno, tutti dotati di un braccio con triplo sensore in grado di individuare la forma del detrito, misurarne la dimensione e la velocità di rotazione, e calcolare infine l’esatta traiettoria di aggancio con l’impiego dell’intelligenza artificiale (IA).

L’esistenza del programma è stata resa nota il mese scorso dal vice direttore del National Laboratory of Space Flight Dynamics Technology della Northwestern Polytechnical University di Xian (provincia dello Shaanxi), che ha confermato come molte parti del programma siano ancora secretate per le possibili implicazioni di natura militare.

La tecnologia “duale” messa a punto dai cinesi, infatti, consente al satellite di rimanere agganciato a qualsiasi corpo orbitante, rimanendo per tutto il tempo celato alla osservazione da terra (resa possibile grazie al riverbero della luce sulle parti metalliche).

Quello dei detriti è uno dei problemi più sentiti dalla comunità scientifica internazionale.

Non più tardi di un anno fa, ad uscire fuori controllo fu la stazione spaziale cinese TIANGONG 1, che cadde poi fortunatamente nell’Oceano Pacifico meridionale.

Anche la possibilità di reagire a situazioni di tal genere può aver motivato Pechino nel dare ulteriore impulso al programma dei satelliti “Scavenger”, con l’intento di acquisire prima di altri una capacità cruciale, in una dimensione operativa - quella spaziale - sempre più centrale nella competizione scientifico e militare con gli USA.

Fonte: http://www.difesaonline.it

 


 

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