Flussi di frammenti e getti di polvere che riflettono la luce solare brillando nel nero cosmico come dei lampi pirotecnici. È il cono di detriti, o plume, generato dall’impatto della sonda Dart contro l’asteroide Dimorphos, documentato dalle storiche immagini del nanosatellite LiciaCube di Asi, la prima missione nello spazio profondo gestita da un team tutto italiano. Progetto gestito da Asi e con la realizzazione affidata ad Argotec, il successo di LiciaCube ha visto il fondamentale contributo di Inaf che ha coordinato il team scientifico della missione sotto la responsabilità di Elisabetta Dotto. I suoi oltre 600 scatti realizzati in prossimità costituiscono un’indagine accurata del primo test di difesa planetaria, realizzato da Nasa nella notte tra il 26 e il 27 settembre a 12 milioni di chilometri dalla Terra a scapito del doppio sistema asteroidale Dydimos. La testimonianza oculare di LiciaCube è avvenuta a cavallo dell’impatto e, grazie a una strategia di successo, è riuscita a mostrarci tutta la dinamica della collisione cosmica transitando affianco a Dimorphos a una velocità di 6 km al secondo. Grande quanto una scatola di stivali, la sfida di LiciaCube è iniziata subito dopo il rilascio di Dart, avvenuto due settimane prima dell’impatto. Il cubesat ha infatti navigato autonomamente nello spazio profondo grazie al know how della comunità scientifica nazionale.

 

 

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