Cieli sicuri in Russia. Il ministro della Difesa Anatolij Serdjukov ha annunciato che a partire dal mese di dicembre 2011 verrà creato un nuovo corpo militare: le forze di difesa aerospaziale. Stando alle parole del Ministro, le truppe consentiranno di fondere le capacità di difesa antiaerea e antimissilistica, prevenire eventuali attacchi missilistici e consentire un controllo più fluido dello spazio.

 

 

“Tale integrazione ci permetterà di intercettare qualsiasi bersaglio persino a velocità ipersoniche, tanto nei cieli, quanto nello spazio”, ha sottolineato Serdjukov, richiamando l’attenzione sulla necessità della creazione delle nuove forze.

Parlando di bersagli ipersonici, il ministro ha fatto chiaramente riferimento all’aliante Ahw (Advanced Hypersonic Weapon). ll primo volo-prova con esito positivo del velivolo è stato condotto dagli Stati Uniti a metà novembre 2011 (i due precedenti tentativi non erano riusciti). Il Dipartimento della Difesa statunitense ha dichiarato di voler utilizzare i risultati ottenuti nel corso del programma Ahw per la creazione del sistema Cpgs (Conventional Prompt Global Strike), che si propone di sviluppare armi non nucleari in grado di colpire qualsiasi parte del pianeta, poche ore dopo aver ricevuto il comando.

La corsa alla creazione delle forze di difesa aerospaziale russe nonché i tentativi del ministro di enfatizzare la disponibilità di truppe, non ancora esistenti, in grado di fronteggiare future (anche se al momento inesistenti) innovazioni della controparte americana, testimoniano un certo nervosismo nelle alte sfere militari della Russia, le quali cercano di mantenere il passo con gli Stati Uniti e adattarsi ai rapidi cambiamenti delle condizioni tecniche di guerra con la riforma delle proprie forze armate e il declino del complesso industriale. La domanda è: cosa si nasconde dietro le parole del ministro e le nuove forze, create nelle attuali condizioni difficili, riusciranno a contrastare le minacce reali?

La difesa antiaerea non si trova di certo nelle sue migliori condizioni; di ciò ne parlano gli stessi generali, responsabili, adesso o in passato, della sicurezza delle frontiere aeree russe. Nel 2008, il generale in capo delle forze aeree Aleksandr Zelin ha definito la situazione della difesa aerea nazionale come critica; e a metà maggio 2011, il suo predecessore, Anatolij Kornukov non ha nascosto alla stampa quanto questa non brilli di certo per la sua capacità. “Siamo solo in grado di respingere un attacco inflitto da aerei da combattimento e missili. Nel caso di missili operativi diretti sul nostro territorio, dubito che potremmo fare qualcosa”.

Inoltre, al giorno d’oggi le dottrine di difesa dei principali Paesi del mondo sono di natura militare spaziale. Già da tempo lo spazio circostante la Terra è popolato da decine di satelliti, che in un modo o nell’altro sono legati a programmi militari. Nel cosmo è racchiusa un’arma che può colpire bersagli sulla Terra. La maggior parte delle strutture antimissile, la cui realizzazione è intensificata, soprattutto negli Stati Uniti, viene dislocata nello spazio.

Per questo motivo, la creazione di un sistema integrato di difesa aerea e spaziale non è un compito di domani, bensì di oggi stesso. Stando, tuttavia, ai piani della leadership politico-militare russa la costruzione delle forze di difesa aerospaziale si concluderà solo nel 2020. Già nel 2006 l’allora Presidente Vladimir Putin aveva proposto di creare una forza di difesa aerospaziale all’interno di un programma speciale, con termine previsto nel 2016.

Ciononostante, gli ultimi cinque anni sono stati dedicati ad appianare le divergenze istituzionali su chi dovesse assumersi il comando della nuova struttura. Fino ad ora le forze aeree gestiscono tutte le questioni relative al progetto, con l’intenzione di prendere sotto la propria ala il destino delle forze di difesa aerospaziale. Il fatto è che una parte importante e integrante di questo sistema è la difesa missilistica e spaziale; qualcosa che non può trovare spazio nelle forze armate russe.

Non è detto poi che la dichiarazione del ministro Serdjukov, citata in precedenza, di creare un braccio separato delle forze di difesa aerospaziale non ponga fine alla disputa per l’unità di comando su “cieli e spazio”.

Attualmente, solo il sistema missilistico russo S-400 è in grado di individuare, anche se con capacità limitate, obiettivi balistici. Il complesso è alle fasi iniziali e dispone solo di alcune divisioni in tutta la Federazione. Delle prospettive di modernizzazione del S-400 e della creazione di nuovi complessi ha parlato il co-presidente del Consiglio di Esperti relativo alla difesa aerospaziale Igor Ashurbejli, il quale fino al 2011 aveva gestito lo sviluppo dei sistemi più innovativi di difesa missilistica e aerea: “Oltre alla modernizzazione dell’A-35 (ovvero il sistema A-135, che rappresenta un’evoluzione dell’ A-35 ideato negli Anni 60, ndr) vi era il compito di creare il sistema S-500 (modello successivo del suddetto S-400, ndr), come sistema mobile di difesa antimissile, così da poterlo spostare, per difendere non solo Mosca, ma qualsiasi altra zona sottoposta a minaccia. Quando sarà completato il sistema S-500, sarà portato a termine il compito di creare un sistema antimissile mobile o trasportabile. Il sistema deve essere pronto per l’anno 2015. Si è conclusa la fase di progettazione preliminare e ha avuto inizio quella di progettazione tecnica”.

Ne consegue che, nonostante le prospettive incoraggianti, a oggi, la Russia non dispone di adeguati sistemi di difesa antimissilistica. Ashurbejli ricorda che l’A-135, il sistema missilistico di Mosca, inaugurato nel 1995, è obsoleto e risulta necessario modernizzare le strutture missilistiche e le stazioni radar per assicurarne il funzionamento. Per l’A-135 sono necessari nuovi intercettori trans-atmosferici, poiché i missili 5176, progettati con questo scopo, sono stati radiati nel 2002, mentre il modello 53T6 possono intercettare un bersaglio, solo all’interno dell’atmosfera terrestre. Inoltre, è necessario che la Russia inizi la produzione di sistemi informatici avanzati e di supercomputer, senza i quali non può funzionare un sistema di difesa missilistica. Il tentativo di risolvere i problemi esistenti attraverso la creazione di sistemi mobili, sembra essere, nell’opinione di diversi esperti militari, molto promettente; tuttavia questi sistemi stanno appena iniziando a entrare nell’esercito in piccola misura e le soluzioni tecniche a loro applicate devono essere migliorate.

Detto questo, possiamo concludere che la creazione di un braccio separato delle forze di difesa aerospaziale rappresenta solo l’inizio di un cammino arduo verso la formazione di un sistema efficace di tutela e gestione di cieli e spazio da parte della Russia.

Fonte: http://russiaoggi.it
 


 

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