Schema che mostra l'utilizzo dell'occhio bionico.



Il settore dei cosiddetti “occhi bionici” insiste sempre di più su apparati esterni, sostanzialmente occhiali con speciali microcamere che trasmettono impulsi al cervello. È il caso anche del nuovo prodotto presentato dalla Bionic Vision Technologies, una società australiana, che dichiara, nel corso della riunione del Royal Australian and New Zealand College of Ophthalmologists Scientific, di avere ripristinato il “senso della vista” a quattro persone completamente cieche che soffrono di retinite pigmentosa. Si tratta di apparati che possono essere utilizzate anche negli ambienti quotidiani, a differenza di altre strumentazioni simili costruite in precedenza. L’elettrodo, da applicare su cuoio capelluto, si rivela infatti abbastanza contenuto nelle dimensioni mentre gli occhiali sembrano di quelli che si possono utilizzare quotidianamente. Questi ultimi vantano la telecamera che manda il segnale al piccolo impianto dotato di elettrodo. Quest’ultimo a sua volta stimola le cellule cerebrali per simulare il segnale che si avrebbe con una luce che colpisce un occhio sano. I pazienti dichiarano che, almeno per il momento, la risoluzione non è eccezionale ma si tratta di un sistema sufficiente per alcune attività quotidiane. Penny Allen, del Centre for Eye Research Australia, impegnata nel progetto, dichiara: “Ognuno dei pazienti è tornato a casa dopo l’intervento chirurgico e sta lavorando con il team clinico e di ricerca per imparare a usare il dispositivo e integrarlo nella vita di tutti i giorni. Riteniamo che l’occhio bionico australiano sottoposto a test abbia vantaggi rispetto ai concorrenti internazionali, tra cui un approccio chirurgico superiore, stabilità del dispositivo e un esclusivo software di elaborazione della visione che mira a migliorare l’esperienza del paziente.”

Fonte ed altri link: https://notiziescientifiche.it

 


 

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