Continuano ad arrivare notizie allarmanti sul riarmo globale, ed in particolar modo sulla corsa agli armamenti delle potenze emergenti che di fatto ormai sono superpotenze economiche ed anche militari; sembra che le vecchie potenze europee non riescano più a tenere il passo, e che gli Stati Uniti tra poco verranno sorpassati, sia come introiti economici che come spese militari. Approfondiamo quindi meglio questa situazione.

Iniziamo parlando di una doppia notizia di questi giorni. Chi segue lo scacchiere globale delle marine militari, si sarà accorto che oltre ad un incremento dei sottomarini e del naviglio c’è un immane acquisto di navi d’assalto e da guerra. Ma la cosa più significativa è la creazione o sostituzione della flotta aeronavale e quindi delle famose piattaforme aeroportuali chiamate portaerei.

 

La portaerei “Vikrant” subito prima del varo forzato con la parte di ponte mancante

 

Visitando i siti e le pagine Facebook dei fan nazionali indiani e cinesi delle proprie marine militari scopriamo che è appena stata varata la seconda portaerei indiana, totalmente di fabbricazione nazionale, e costruita su modello russo, si tratta dell’unità navale Vikrant che quando entrerà in servizio avrà a bordo 30 MiG 29k, 30 elicotteri e velivoli di vario genere tra cui nuovissimi Kamov-Ka russi antisom (anti-sommergibile). Sembra che questa nuova portaerei sia la prima di una serie di unità che l’India con l’aiuto di Fincantieri Italia vorrebbe costruire, proprio grazie agli esperti che costruirono la portaeromobili italiana Cavour.

Ma tutto ciò presenta una grossa anomalia questa unità navale doveva essere varata nel 2018 ma sarà ultimata nel 2015; i lavori sono stati accelerati in modo incredibile (come avessero premura di ultimare l’unità prima di qualcosa), infatti il ponte di volo non è completo e vi manca la parte di dietro. Detto questo, non si capisce il senso del varo anticipato in tali condizioni, dato che la delicata operazione di montaggio di questa parte del ponte di volo e della torre di controllo della nave, in acqua, fuori da bacini di carenaggio, potrebbe causare il ribaltamento della stessa. Ma vedremo l’evolversi di tale situazione.

 

Gruppo di battaglia della portaerei cinese “Liaoning”.


Nel frattempo dalla Cina, fresca del varo della portaerei Liaoning, trapela la notizia che sono cominciati i lavori di costruzione di 4 nuove unità portaerei di totale concezione cinese; queste navi dovrebbero somigliare alle navi americane più che a quelle russe della classe Admiral Kutsnezov, la cui unità Variag è stata trasformata nella stessa Liaoning sopra citata, di cui alla fine, hanno modificato poche cose prima del ri-varo nella flotta cinese. Altre fonti invece sostengono che la Cina avrebbe acquisito i progetti delle nuove unità russe (mai costruite) la cui messa in costruzione fu bocciata alla fine degli anni ’80 in seguito alla crisi sovietica, si tratterebbe di unità convenzionali (non nucleari) lunghe circa 300 metri e larghe come quelle americane.

Su di esse inoltre non si è ancora ben compreso se saranno a propulsione nucleare o meno, anche se “La Voce della Russia” ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che secondo indiscrezioni degli ingegneri della CSIC (società dei cantieri navali cinesi), la Cina starebbe progettando reattori nucleari di piccole dimensioni per l’impiego nelle unità sottomarine e di superficie della flotta, e quindi secondo gli esperti russi questi reattori sono la prova che le nuove unità navali portaerei saranno indipendenti dal petrolio di cui la nazione è decisamente carente e che esse saranno infine a propulsione nucleare come quelle degli USA. Intanto in rete si parla di “progetto 9935” (secondo i servizi russi), un progetto totalmente cinese per la creazione di una portaerei di 60.000 tonnellate di dislocamento e, sempre sul web, è arrivata come tempesta la notizia che è stato fotografato da un satellite spia americano, il primo pezzo dello scafo della seconda portaerei cinese -attualmente in costruzione nel cantiere navale militare di Changxing- e che sarebbe lungo 50 metri. Da altre indiscrezioni trapelate emerge che durante i festeggiamenti del 64esimo anniversario della marina popolare cinese, verrà varata la seconda portaerei della marina popolare (la prima di totale progettazione e costruzione dei cantieri della Cina), ma la stranezza la vuole in costruzione nei cantieri di Shangai. E se invece non si trattasse della stessa unità, e ci fosse in atto una campagna di depistaggio atta a far divergere le informazioni a tal riguardo, e siano invece due unità militari differenti già in costruzione rapidissima? Non dimentichiamo che la Cina costruì qualche anno fa una portaerei galleggiante in un lago, che è utilizzata da allora come accademia navale della marina per addestrare al comando ed uso delle portaerei, cosa che di per sé indica la volontà di mettere in linea un significativo numero di queste unità militari d’attacco. Nel frattempo i lavori della prima portaerei classe Queen Elizabeth del Regno Unito vanno verso la conclusione, mentre quelle delle unità USA procedono a passo spedito ed in anticipo anche di anni sulla tabella di marcia dei lavori e delle consegne delle unità classe Ford la cui prima a breve sarà messa in mare.

 

La portaerei Del Regno Unito “Queen Elizabeth” ancora in lavorazione nei cantieri navali.


Anche la marina Giapponese dal canto suo ha cominciato il riarmo aeronavale, infatti con il continuo acquisto da parte cinese di aerei e navi da guerra, il Giappone si sente territorialmente minacciato; ed in effetti alcune strane manovre cinesi come esercitazioni militari, aumento delle forze aeree e lo sviluppo di bombardieri stealth e caccia bombardieri semi-stealth sono indice di espansionismo, e la rivendicazione di isole prese con la forza (dopo oltre 90 anni che erano in effetti possedimento nipponico) fanno emergere ulteriori sospetti di tale interesse da parte del governo cinese. La marina nipponica in pratica ha ordinato ben 6 unità navali portaeromobili classe 16Ddh, ovvero navi adatte al volo verticale di piccoli velivoli o di elicotteri e per tanto utili a fungere da navi appoggio a sbarchi, o per la difesa in mare aperto, ma non sono a tutti gli effetti navi d’attacco come le portaerei.

 

La portaereomobili giapponese “Izumo”.

 
Ultimamente alle portaerei della NATO è legata un’altra anomalia, spesso sono stati visti e fotografati i caccia francesi della marina, atterrare e decollare da portaerei USA (come se stessero effettuando addestramento e missioni congiunte utilizzando le navi americane come punto di scalo per rifornimenti ed eventuali attacchi a lungo raggio), in effetti la marina nazionale francese in seguito alla crisi economica nascente, già anni addietro, ha bocciato i lavori della sua seconda unità portaerei a propulsione nucleare. Questo strano fatto dei caccia francesi su navi degli Stati Uniti non è il solo, infatti anche velivoli FA/18 spagnoli decollano ed atterrano per voli addestrativi dalle portaerei statunitensi; non è un mistero che piloti di marina e di aviazioni NATO che volano su aerei imbarcabili, effettuino questo tipo di addestramento ed esercitazioni, poichè in caso di guerra tutti i paesi NATO con caccia imbarcabili potrebbero usare le portaerei USA come scali o punti di lancio per eventuali attacchi, ciò che spinge a pensare ad un imminente conflitto è il loro eccessivo aumento di unità in servizio nelle marine militari di molte nazioni del mondo ed il sempre più frequente utilizzo non propriamente convenzionale per cui vengono adottate; l’unica volta che velivoli di aeronautiche alleate hanno fatto in tale quantità questo tipo di operazioni congiunte, è stato durante la II Guerra Mondiale. Ma tra chi o per cosa, questo conflitto che sembra sempre più alle porte, è ancora molto difficile da capire.

Articolo di Gabriele Lombardo.

Fonte: http://www.seven-network.it

 


 

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