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La Cina si avvia a grandi cambiamenti nel campo dell’aviazione commerciale. Il Consiglio di Stato cinese (il supremo organismo amministrativo del Paese) ha definito questo settore come il motore che guiderà l’economia cinese, e ha di conseguenza, deciso alcune riforme per aumentare la competitività sul mercato.

Due gli aspetti principali: da un lato una rete infrastrutturale ancora insufficiente, e conseguenti inefficienze, dall’altro alcune regole e norme troppo restrittive per permettere al mercato di espandersi secondo le sue potenzialità.

Per quanto riguarda il primo punto, il governo cinese è intenzionato a cambiare radicalmente la situazione. Tra le riforme decise, infatti, è stata stabilita anche la costruzione di 300 nuovi aeroporti entro il 2020, il che equivale a più che raddoppiare l’attuale numero di scali del Paese. Con lo scopo di facilitare questo piano, è stato anche deciso di decentrare il sistema delle autorizzazioni: per poter costruire un aeroporto finora è stato necessario il “si” del governo centrale, ora invece sarà competenza dei vari governi provinciali.

Sul secondo punto, invece, il primo obiettivo è facilitare le condizioni di volo nel Paese. Prima misura concreta sarà il graduale innalzamento della quota sotto la quale non è necessario avere piani di volo particolarmente restrittivi da mille a tremila metri. Verranno anche facilitate le procedure burocratiche per poter ottenere i permessi necessari: la speranza del governo cinese è riuscire a portare i tempi di attesa da alcuni giorni a poche ore.

Pechino ha anche stabilito di facilitare le condizioni per l’accesso al mercato da parte di nuovi vettori nazionali. Anche in questo caso, il primo obiettivo è abbassare i tempi. Finora per ottenere la certificazione di operatore aereo erano necessari circa due anni, durante i quali le autorità statali supervisionavano l’andamento dell’azienda. «Ora stanno eliminando questo requisito – ha affermato Jason Liao, CEO del China Business Aviation Group (una delle aziende leader dell’aviazione commerciale in Cina) al sito specializzato AIN – così non sarà più necessaria una preparazione di due anni per fondare un’azienda nel settore dell’aviazione generale».

Altro requisito che verrà eliminato è l’obbligo per l’azienda di possedere almeno due aerei. «Ora anche uno va bene, perfino se è in leasing. Non bisogna possederlo». Secondo il dirigente, è un piano molto completo per abbassare le barriere in entrata: «Non esagero dicendo che la Cina ha aperto la porta alla crescita dell’aviazione generale».

Liao ha anche affermato che «il pubblico e i media hanno male interpretato cosa è accaduto in Cina negli ultimi due anni». Il dirigente ha concluso facendo notare che, sebbene il tasso di crescita sia minore rispetto a quello di tre o quattro anni fa, resta comunque alto. Cosa testimoniata, secondo Liao, anche dalle cifre sull’aumento del numero di aerei, che continuano a essere molto positive.

Fonte: http://www.flyorbitnews.it

 


 

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