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Eserciti di umani “potenziati”, droni e robot, che combatteranno le guerre future e che dovranno essere pronti a misurarsi su ogni campo di battaglia, anche il cyberspazio. Sono queste le conclusioni degli esperti della difesa britannica, che analizzano gli scenari possibili e si preparano allo sviluppo di nuovi eserciti ancora più potenti. A dichiararlo è un rapporto del ministero della Difesa del Regno Unito che, come riportato sull’Independent, ipotizza uno scenario strettamente dipendente dal progresso tecnologico nel campo degli armamenti , che sposterà le nuove frontiere della “guerra” nello spazio e nel cyberspazio. I conflitti del futuro saranno quasi certamente combattuti da eserciti di robot e umani potenziati: “dall’editing genetico e dalla droga” secondo un l’ultimo rapporto approdato sulle scrivanie dei piani più alti del Palazzo di Whitehall, dove ha sede il ministero della Difesa inglese. Tutto questo in un futuro segnato da crescenti minacce; derivati dalla competizione tra potenze, dal terrorismo e dai cambiamenti climatici, dove i conflitti che attraverseranno il pianeta in “nuove aree” si dimostreranno sempre più ibridi e asimmetrici. Secondo un’analisi sviluppata in collaborazione con esperti provenienti da tutto il mondo, sono queste le potenziali sfide che si presentano al Regno Unito e ai suoi alleati. La necessità è quella di “identificare queste minacce per essere in grado di costituire una forza armata capace di essere in vantaggio e di eliminarle”, secondo il segretario della difesa britannico Gavin Williamson. Il documento, intitolato The Future Starts Today,  segnala inoltre un crescente rischio derivante dall’impiego di armi nucleari e di quelle chimiche, armi di distruzione di massa che nell’era dell’avanzamento tecnologico sono state rese ancora più letali. ”Il numero di stati dotati di armi nucleari potrebbe aumentare e gli investimenti in armi nucleari tattiche e a impulsi elettromagnetici aumenteranno il rischio che possano essere utilizzate armi nucleari”.

I combattenti “potenziati” e l’intelligenza artificiale.
L’ultimo rapporto dei Global Strategic Trends, sviluppato dal ministero della Difesa del Regno Unito con Svezia, Australia, Finlandia, Germania, Francia e Paesi Bassi, si è concentrato invece sul potenziamento umano e sulle armi dotate di intelligenza artificiale. “Mentre si prevede che gli umani continueranno a essere centrali nel processo decisionale, i conflitti combattuti sempre più spesso da robot o sistemi autonomi (droni e armamenti dotati di intelligenza artificiale, ndr) potrebbero cambiare la natura stessa della guerra, poiché ci sarà minore enfasi nelle emozioni umane, meno coinvolgimento e passione”. Per questo il rapporto esamina la possibilità di un cosiddetto “miglioramento umano“, che comprenda “l’editing genico, l’impiego di protesi fisiche e cognitive, e il miglioramento farmaceutico“. Questo genere di sviluppo potrebbe accadere nei prossimi 30 anni, e probabilmente offrirà “una profonda espansione dei confini delle prestazioni umane; l’applicazione di queste tecnologie e l’integrazione di uomini e macchine sul campo di battaglia offrono opportunità per migliorare enormemente le capacità militari”. La volontà di adottare questo nuovo approccio dipendente dalle future tecnologie messe a disposizione dal progresso, potrebbe conferire un importante vantaggio nello confronto con gli avversari, ma sarebbe necessario definire “soglie morali, etiche e legali” di queste decisioni, che influirebbero non solo sugli armamenti, ma sul corpo e sulla mente dei soldati che combatteranno le guerre del futuro. Il rapporto ipotizza inoltre la possibilità che le guerre, che si renderanno sempre più “ibride” aggiungendo agli attacchi militari , convenzionali e non convenzionali, attacchi economici e cibernetici, apriranno a “nuove arene di scontro, incluse quelle dello spazio, del cyberspazio, e quelle sub-oceaniche”. Potenze come gli Stati Uniti e la Russia – già in competizione nello sviluppo dei droni e esoscheletri da guerra – sono già pronte a sviluppare, per primeggiare nei conflitti di domani quelli che vengono già identificati come “robot killer“, armamenti dotati di intelligenza artificiale, completamente autonomi e capaci di agire e uccidere senza alcuna supervisione umana. La maggioranza delle nazioni si è opposta a questo genere di tecnologia; ma esperti e funzionari militari hanno affermato che tali armi saranno comuni nel giro di pochi anni; costringendo ogni potenza mondiale intesa a rimanere tale, a sviluppare, programmare e addestrare i suoi letali eserciti del futuro.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 


 

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