I centauri sono una classe di planetoidi ghiacciati del sistema solare che descrivono un'orbita intorno al Sole compresa fra quelle di Giove e Nettuno; il loro nome deriva da quello della mitologica razza dei Centauri.




Distribuzione delle orbite dei Centauri.



Caratteristiche
Chirone, il primo centauro ad essere scoperto, fu individuato nel 1977 e classificato inizialmente come un asteroide di tipo C. Tra il 1986 ed il 1988 le osservazioni dell'asteroide indicarono, senza alcun dubbio, delle variazioni di luminosità, attribuibili alla dispersione di materiali volatili. In poche parole, Chirone, nel suo avvicinamento al perielio, iniziava a sviluppare una chioma cometaria; per la sua duplice natura, è oggi ufficialmente classificato sia come asteroide che come cometa (95/P Chiron), anche se le sue dimensioni sono di gran lunga maggiori di quelle tipiche dei nuclei cometari conosciuti (132–142 km di diametro contro, ad esempio, gli 8–16 km della cometa di Halley). Per questo motivo proseguono le controversie sulla sua classificazione, mentre altri centauri vengono costantemente monitorati per individuare eventuali segnali di attività cometaria. I centauri non descrivono orbite stabili e possono eventualmente essere espulsi dal sistema solare in seguito all'interazione gravitazionale con i giganti gassosi. Gli studi dinamici condotti sulle loro traiettorie indicano che i centauri costituiscono molto probabilmente una condizione orbitale intermedia per i corpi celesti provenienti dalla fascia di Edgeworth-Kuiper che si apprestano a trasformarsi in comete a corto periodo della famiglia delle comete gioviane. La loro evoluzione inizia nel sistema solare esterno, dove occasionali perturbazioni gravitazionali possono sospingere i planetoidi della fascia in direzione del Sole, portandoli ad incrociare l'orbita di Nettuno ed eventualmente ad interagire gravitazionalmente con il pianeta. Le loro orbite non restano stabili, ma divengono altamente caotiche, evolvendo in modo rapido e imprevedibile man mano che essi compiono ripetuti avvicinamenti a uno o più degli altri giganti gassosi. Alcuni centauri evolvono verso orbite che incrociano quella di Giove; nel momento in cui il loro perielio raggiunge il sistema solare interno essi possono essere riclassificati come comete attive della famiglia di Giove, se mostrano attività cometarie. In seguito alle perturbazioni orbitali indotte da Giove e dagli altri giganti gassosi i centauri possono infine collidere con il Sole o un altro pianeta, oppure venire espulsi nello spazio interstellare. Nessun centauro è mai stato fotografato da vicino da una sonda spaziale, anche se numerosi indizi conducono a ritenere che Febe, un satellite naturale di Saturno immortalato dalla sonda Cassini nel 2004, possa essere in verità un asteroide centauro catturato dal pianeta. Inoltre il telescopio spaziale Hubble ha permesso di raccogliere informazioni dettagliate sulle caratteristiche superficiali di un altro centauro, Asbolo.

Fonte, prospetto e link: https://it.wikipedia.org

 

 

Gli scienziati hanno studiato le orbite degli asteroidi che potrebbero distruggere la Terra o creare le condizioni ottimali per lo sviluppo della vita su altri pianeti.

Gli astrofisici Mattia Galiazzo e Rudolf Dvorak dell'Università di Vienna in collaborazione con Elizabeth Silber della Brown University hanno studiato il futuro dei centauri, corpi minori del Sistema Solare che hanno originariamente orbite comprese tra Giove e Nettuno. Gli studiosi hanno calcolato il numero di avvicinamenti e collisioni con i pianeti del gruppo terrestre dopo il cosiddetto Intenso bombardamento tardivo circa 3,8 miliardi di anni fa, nonché le eventuali misure dei crateri che potrebbero apparire in seguito alla collisione con la Terra e altri pianeti del gruppo. Lo studio è stato descritto sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Per la maggior parte i centauri fanno parte degli Oggetti transnettuniani. È importante capire come si sviluppano le loro orbite le quali in alcuni casi possono portarli a collidere con i pianeti del gruppo terrestre e a provocare eventi catastrofici.

"I centauri possono diventare anche comete attive a causa della presenza di acqua su un buon numero di essi, quindi abbiamo calcolato anche la quantità approssimativa di acqua rilasciata sulla Terra, che è paragonabile alla quantità di acqua presente nel Mar Adriatico ora. Abbiamo scoperto subregioni dei centauri dalle quali proverrebbero i potenziali impattatori", spiega Mattia Galiazzo.

Le dimensioni dei crateri possono essere di centinaia di chilometri di diametro. Tuttavia, secondo i dati a nostra disposizione, la maggior parte dei criteri avrebbe un diametro inferiore ai 10 chilometri. Gli scienziati si sono concentrati sullo studio di due collisioni con la Terra e Venere risalenti all'Intenso bombardamento tardivo. Questo "bombardamento" non fu tanto intenso quanto le collisioni di asteroidi tra Marte e Giove. Ma i centauri in media erano più veloci e più grandi. Per i piccoli centauri (con un diametro inferiore al chilometro) la frequenza di collisione è ben più alta: circa ogni 14 milioni di anni per la Terra, ogni 13 milioni di anni per Venere e ogni 46 per Marte. Gli scienziati hanno precisato che circa la metà dei centauri potrebbe entrare nella regione terrestre e che circa il 7% di loro sarebbe in grado di collidere con i pianeti del gruppo terrestre. Inoltre, sono forse la causa di eventi catastrofici verificatisi sulla Terra in passato.

Questi dati sono importanti per analizzare gli eventi catastrofici di origine extraterrestre che si verificano anche su pianeti come Marte e Venere.

"Il nostro lavoro fornisce anche il contesto per una migliore comprensione degli eventi passati e di come possano aver alterato la vita sulla Terra e su altri pianeti. Eventi simili potrebbero avere un impatto diretto sulla vita, distruggendola (sulla Terra) o creando condizioni favorevoli (per esempio, attività idrotermale) per la formazione di una nuova vita. Inoltre, i nostri studi ci stanno fornendo più risposte alle domande relative all'evoluzione del Sistema Solare", conclude Galiazzo.

Fonte: https://it.sputniknews.com

 

 

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.