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Gli astronomi hanno trovato 2.500 galassie nane che potrebbero ospitare un buco nero, il più grande campione mai scoperto finora. Mentre studi precedenti suggerivano che solo lo 0,5 per cento delle galassie nane potesse ospitare questi divoratori di mondi, ora sembrano essere circa il 2 per cento. Il risultato è stato ottenuto grazie a un programma di osservazione condotto da 900 scienziati provenienti da tutto il mondo. Il punto di forza di questa ricerca è lo spettrometro d’avanguardia montato su uno dei telescopi dell’Osservatorio Kitt Peak in Arizona: il Dark Energy Spectroscopic Instrument, noto come Desi. Con lo stesso strumento, gli astronomi hanno identificato 300 candidati buchi neri di massa intermedia. Mai fino ad ora ne erano stati identificati così tanti, la maggior parte, infatti, sono classificati come buchi neri leggeri oppure supermassicci. Resta comunque il fatto che in confronto ne siano stati trovati pochissimi. L’ipotesi, al momento, è che questi oggetti di massa intermedia siano i resti dei primissimi buchi neri dell'Universo primordiale o i semi dei buchi neri supermassicci che oggi si trovano al centro delle grandi galassie. La quantità di dati ottenuti con Desi aiuterà ad approfondire questi misteri, aumentando la nostra comprensione sui buchi neri e sul loro ruolo fondamentale nell'evoluzione delle galassie. Il programma è ora al suo quarto e penultimo anno di osservazione del cielo. L’obiettivo è osservare circa 40 milioni di galassie e quasar entro la fine del progetto.

 

 

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