Le osservazioni nello spettro X effettuate con il telescopio spaziale giapponese Suzaku hanno fornito la più dettagliata descrizione dell'ammasso di galassie di Perseo in termini di dimensioni, massa e composizione chimica. Lo stesso studio, ora pubblicato sulla rivista Science, fornisce la prima diretta evidenza che nubi alla temperatura di alcuni milioni di gradi sono fortemente addensate in corrispondenza dei bordi dell'ammasso.


Le immagini sono state ottenute grazie alla combinazione di esposizioni effettuate nell'arco di tre giorni nel range di energie tra 700 e 7,000 elettronvolt.

Gli ammassi di galassie si estendono per alcuni milioni di anni luce e la maggior parte della materia normale di cui sono costituiti è rappresentata da gas incandescenti che emettono radiazione X che riempie lo spazio intergalattico.

“La comprensione del contenuto di materia normale negli ammassi di galassie è un elemento chiave per poter poi utilizzare questi oggetti per studiare l'evoluzione dell'universo”, ha spiegato Adam Mantz, ricercatore del Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, nel Maryland e coautore della ricerca.

Gli ammassi forniscono infatti un terreno di verifica indipendente dei valori cosmologici stabiliti con altre osservazioni e misurazioni che hanno come oggetto la radiazione di fondo, le stelle esplose o i survey di galassie. Finora non c'è accordo tra i dati ricavati dagli ammassi di galassie e gli altri valori.

Il Wilkinson Microwave Anisotropy Probe (WMAP) della NASA ha studiato la radiazione di fondo e ha stabilito che la materia barionica, ovvero quella ordinaria, costituisce solo il 4,6 per cento dell'universo. Altre precedenti studi avevano fornito stime di percentuali addirittura inferiori.

Le immagini dell'osservatorio Suzaku dei flebili gas che permeano l'ammasso di Perseo, localizzato 250 milioni di anni luce da noi, hanno permesso per la prima volta agli astronomi di risolvere questa discrepanza per la prima volta.

Negli ultimi mesi del 2009, i telescopi a raggi X Suzaku hanno ripetutamente osservato l'ammasso visualizzando le regioni progressivamente più verso est e verso nord-ovest partendo dal centro. Ciascun insieme di immagini ha analizzato le regioni di cielo di due secondi d'arco.

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it

 


 

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