Due espulsioni di plasma dalla corona solare, avvenute a breve distanza l'una dall'altr,a hanno provocato una tempesta magnetica di intensità mai registrata finora. Lo rivela l'analisi dei registrati dalle sonde spaziali. Se avesse investito la Terra, avrebbe fatto impallidire gli effetti di quella che, nel 1989, fece saltare per nove ore la rete elettrica canadese.
Il 23 luglio 2012 si è verificata una “tempesta magnetica perfetta”, che fortunatamente non ha investito la Terra, originata da due espulsioni di nubi di plasma coronali (CME, coronal mass ejection) verificatesi sul Sole a breve distanza spaziale e temporale l'una dall'altra, con un potenziamento quasi esponenziale degli effetti.
La valutazione dell'inaspettata potenza di questi fenomeno "meteo" spaziale è stata possibile in seguito all'analisi dei dati registrati dalle sonde spaziali STEREO (Solar Terrestrial Relations Observatory) A, Stereo B e SOHO (Solar & Heliospheric Observatory) condotta da un gruppo internazionale di ricercatori che ne riferiscono ora su “Nature Communications”:
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Le CME sono fenomeni esplosivi che si verificano a livello della corona solare, analoghi ai brillamenti, con la differenza che mentre i brillamenti durano da qualche minuto a un'ora, le CME durano diverse ore, liberando quantità enormi di onde elettromagnetiche e particelle energetiche. Quando il vento solare così generato investe la Terra, provoca delle tempeste geomagnetiche che possono disturbare le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Finora la più grave tempesta geomagnetica a interessare il nostro pianeta è il cosiddetto evento Carrington del 1859, che assieme a fenomeni di aurora boreale alle latitudini di Cuba e di Roma, mandò in tilt i telegrafi per 14 ore. In quell'occasione, l'indice DST (disturbance by storm) con cui si misura l'intensità di una tempesta magnetica (che è tanto più violenta quanto più basso è l'indice) era arrivato a -850 nanotesla.
Dall'inizio dell'era spaziale, la tempesta più intensa è stata quella del 13 marzo 1989 che, con un DST pari a -548 nanotesla, portò al collasso di buona parte della rete elettrica canadese, lasciando senza corrente sei milioni di persone per nove ore. Se la tempesta del 23 luglio 2012 avesse investito la Terra, hanno calcolato i ricercatori, il suo indice DST avrebbe potuto raggiungere addirittura i -1150 nanotesla.
Uno dei magnetogrammi registrati l'1 settembre 1859 da Richard C. Carrington, conservati negli archivi del British Geological Survey. (Cortesia British Geological Survey)
Questo fenomeno eccezionale si è verificato nel corso di un ciclo solare relativamente debole e questo, secondo i ricercatori, indica che eventi di questo tipo potrebbero essere più frequenti di quanto finora supposto.
I dati ottenuti dalle osservazioni – che indicano che l'interazione fra le due espulsioni di plasma hanno alterato la direzione del flusso di propagazione e incrementato il loro campo magnetico senza che la velocità del vento solare subisse un rallentamento – suggeriscono che gli studi sul comportamento delle CME abbiano sottovalutato queste interazioni, i cui effetti andranno incorporati nei futuri modelli di meteorologia spaziale.
Fonte: http://www.lescienze.it