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Il film “L'uomo che fissa le capre” lo aveva anticipato al grande pubblico: l'arma segreta è la mente di alcune persone. Vero o falso? Chi lo sa, ma sta di fatto che la forcella da rabdomante e il pendolino sono armi potentissime, almeno secondo i marines americani e non solo.

Il cervello è l'arma segreta più strana della storia umana. Da sempre l'uomo ha cercato di migliorare il suo armamento per aumentare le probabilità di vittoria. Di sviluppo in sviluppo, testando il tutto con innumerevoli prove, anche sul campo se necessario, le nuove armi hanno fatto poi capolino ai più. Gli inventori si sono cimentati nelle loro imprese sempre in una frenetica corsa contro il tempo per avere l'arma perfetta prima di tutti gli altri. Ad esempio, i samurai non perdevano tempo e provavano direttamente le nuove spade sui prigionieri e i condannati a morte. Cercavano la lama perfetta: quella in grado di tagliare parti importanti del corpo umano con un unico movimento. I tagli venivano provati su varie parti del corpo, così da avere la garanzia che la lama fosse adatta a tutte le combinazioni possibili di attacco.

 

 

Nel corso della storia si sono viste armi di varie forge e misure, tutte create con lo scopo di avere la meglio sull'avversario. Eppure l'uomo si è spinto talmente lontano da provare una arma potentissima: il cervello stesso!

È il caso della rabdomanzia, l'arte di trovare l'acqua con delle bacchette divinatorie, applicata agli scopi bellici e che proprio dal nostro sistema nervoso trae origine nelle sue performance. Per chi non lo sapesse, la forcella classica da rabdomante è una biforcazione di un ramo di nocciolo o di salice. Ha la forma di una Ysilon rovesciata. Nell'antichità i Celti la usavano per trovare l'acqua. Gli Etruschi erano dei veri maestri e insegnarono le tecniche ai Latini.

Nell'Agro Luculliano, Agrippa si servì di una fanciulla rabdomante. La ragazza trovò l'acqua da mandare a Roma: da quel momento quest'acqua di chiamò acqua vergine. Il Console Paolo Emilio, detto il Macedone (181-168 a.C.) dissetò il suo esercito alla falde del Monte Olimpo grazie al suo rabdomante. Il grande Pompeo ricorse allo stesso sistema per le sue truppe in quel campo arido che Mitriade abbandonò. Poi nel tempo la bacchetta divinatoria venne usata dai minatori tedeschi per trovare le falde acquifere ed evitare di intercettarle, per ovvi motivi, durante gli scavi nelle gallerie. Questo si potrebbe considerare il primo caso di uso rabdomantico difensivo. Successivamente qualcuno, e francamente non si sa proprio chi sia stato, ha scoperto che si possono usarle anche per trovare i metalli. Sebastian Muster, nella sua Cosmografia Universalis (Basilea, 1550) ha presentato la prima illustrazione di un rabdomante con la virgula divina o Gluck rut (bacchetta fortunata) mentre cerca dei minerali. E sempre nelle miniere tedesche, francesi e inglesi ne hanno fatto largo uso.

Col tempo fecero comparsa anche le bacchette di metallo a forma di L. Sono più semplici da usare e meno bisognose di cure e cautele nel maneggio. Hanno avuto subito un notevole successo. Vengono impugnate come due pistole.

 

 

Nella Spagna del XVI° secolo, gli Zahori erano tenuti in grande considerazione. Secondo il gesuita Martin del Rio, gli Zahori “potevano vedere cose nascoste nelle viscere della terra, vene d'acqua, metalli preziosi o cadaveri chiusi nei sarcofaghi”. Zahori significa “chiaro” o “illuminato” in arabo antico, e la parola è collegata all'ebraico Zohar, un testo mistico cabalistico. Harold Puthoff e Russel Targ, due fisici dello Stanford Research Institute di Menlo Park, in California, hanno fornito la prova scientifica delle capacità degli Zahori in una ricerca denominata Mind-Reach (La portata della mente).

Andando avanti di questo passo la creatività, stimolata dalla necessità, ha portato ad inventare prima e ad usare poi il pendolino anche in versione militare. Il pendolino è formato da un sottile filo di tessuto e da un piccolo peso, che può variare dai 20 ai 40 grammi e dalla forma più o meno appuntita, legato ad una estremità. Chi possiede la capacità di trovare l'acqua, generalmente possiede anche la capacità di individuare su una mappa la disposizione delle truppe nemiche o di un sommergibile in navigazione o qualsiasi altra cosa. In Inghilterra, prima del 1947, la radiestesia veniva insegnata ufficialmente nella Scuola del Genio Militare, mentre in Germania durante il periodo del Reich vi erano 12.000 radiestesisti riuniti in una associazione nazionale.

Storico il caso di un ammiraglio francese che controllò la rotta di un sommergibile dalla nave in navigazione. Scoprì pure che il mezzo fece una leggera deviazione alla rotta prestabilita. Tutto venne confermato poi dall'incredulo comandante del sommergibile chiamato a rapporto, e che si vide scoperto e ripreso per la deviazione non autorizzata. Altrettanto interessante è il caso del Duce tenuto segretamente prigioniero nell'isola di Ponza e poi trasferito al Gran Sasso. In entrambi i casi una schiera di radiestesisti (pendolisti) tedeschi fornirono le indicazioni precise circa le ubicazioni delle due prigioni che erano segrete ai più. I tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale fecero largo uso dei radiestesisti e del pendolino, tanto che avevano appositi corsi di formazione a tale lavoro.

Si riporta a tal riguardo una parte di intervista a Giorgio Galli, da parte di Paolo A. Dossena, in merito alla pubblicazione della nuova edizione di “Hitler e il nazismo magico” (libro interessantissimo! nda):

Nel 1934 le SS tedesche istituiscono la loro scuola iniziatica d’élite nel castello di Wewelsburg, una fortezza del XVII secolo in Westfalia. Il castello ospitava una biblioteca di 12.000 volumi sulla tradizione ariana, e cerimonie iniziatiche. Anche se la documentazione al riguardo è scarsa, c’era una sezione speciale delle SS a Wewelsburg, la sezione sette. Il sette nella cultura esoterica è un numero magico: i sette peccati capitali, le sette meraviglie, eccetera. Questa sezione fu incaricata da Heinrich Himmler, il capo delle SS, di individuare dove si trovasse Benito Mussolini, che il 25 luglio 1943 era stato deposto e rapito. Usando il pendolino dei rabdomanti, viene identificata l’isola di Ponza, dove Mussolini era effettivamente stato deportato."

 

 

La bacchetta ad uso militare viene menzionata anche nella Bibbia dal profeta Ezechiele, il quale racconta che Nabucodonosor, re di Babilonia, fermandosi ad un crocevia con il suo esercito, non sapeva se attaccare Gerusalemme, capitale di Giuda - Israele di allora - o Rabbah, capitale degli Ammoniti. I suoi indovini usarono la belomanzia (uso delle frecce) e consigliarono di attaccare Gerusalemme, dando il via a mezzo secolo di dominio.

Nella mitologia norvegese l'Yggdrasil (l'albero del mondo) sostiene l'universo. La storia mitologica narra fosse un gigantesco frassino. Col tempo si sarebbero trasformati in alberi di Natale perché eretti in onore di Yggdrassil durante il solstizio d'inverno, sempre secondo i mitologi. In Scandinavia il frassino fu a lungo l'albero favorito dal quale tagliare le bacchette rabdomantiche.

La prima illustrazione di una bacchetta a forcella (quella ad Y rovesciata) risale al 1521 ne Le dragon rouge.

Antichi manoscritti cinesi raccontano di spade conficcate nel terreno da parte dei generali dell'esercito per trovare l'acqua. Una volta individuata la falda, vi allestivano l'accampamento.

Joseph Wimmer fisico matematico e professore di ginnasio, fu il rettore di una particolarissima scuola per radiestesisti durante la seconda guerra mondiale. Era al comando di Heinrich Himmler, capo delle SS.

La storia narra che il generale Patton avesse il suo rabdomante per trovare l'acqua. Ralph Harris, capitano, partecipò allo sbarco in Marocco e proprio in quella occasione diede il suo contributo come rabdomante. Patton, urlando, diede l'ordine di trovare un salice, dal quale poi Harris avrebbe individuato la forcella adatta allo scopo. Il salice arrivò per via aerea. In quell'occasione Harris trovò 17 pozzi e risolse il problema dell'acqua per le truppe.

 

 

Louis Matacia, geometra professionista, si offrì ai marines come rabdomante dopo la visione di un appello del Segretario della Difesa americano per avere nuove idee su come debellare il problema dei temutissimi cunicoli dei vietnamiti. Matacia si chiese: se riesco a trovare strutture sotterranee, perché non dovrei trovare i cunicoli dei vietnamiti?

Matacia si propose e venne così convocato nei sotterranei del Landing Force Development Center di Quantico. Davanti agli ufficiali increduli diede dimostrazione di quanto poteva fare con due bacchette di ferro ad L. A quel punto molti ufficiali stentarono a crederci e si allontanarono dalla dimostrazione, ma uno in particolare diede molto interesse alle capacità di Matacia: il maggiore T.F. Manley. L'ufficiale organizzò per il 14 novembre 1966 alle ore 14,45 una prova direttamente in un luogo ove c'era la ricostruzione fedele di un tipico villaggio asiatico, completo di capanne, immondezzai, campi di riso, pozzi, sentieri e perfino tombe. Il villaggio si trovava nella base di Quantico e veniva usato per l'addestramento tattico dei marines prossimi alla partenza per il Vietnam. Matacia diede dimostrazione di grande affidabilità e percorse tutto il villaggio segnalando agli increduli ufficiali trappole, cunicoli, muri a doppia camera e mine. Alcuni osservatori provarono le divinig rod e con loro grande stupore scoprirono di avere capacità rabdomantiche. Ma il suo metodo non divenne di uso corrente ed ufficiale nel corpo dei marines per tutta una serie di motivi, non ultimo la paura di fare la figura dei creduloni agli occhi della pubblica opinione. Comunque i marines che avevano fatto il corso con lui e anche tramite il passaparola usavano la sua tecnica in Vietnam, tanto che il giornale The Observer, edizione del 13 marzo 1967, pubblicò il seguente titolo: I Marines in battaglia cercano per divinazione le gallerie Viet Cong. Nel pezzo viene pure specificato che le bacchette sono state introdotte fra i marine del secondo battaglione del quinto reggimento.

Il maggiore riconoscimento pubblico a Matacia avvenne l'11 ottobre dello stesso anno, quando Hanson Baldwing, il prestigioso esperto militare del New York Times inviò un dispaccio nel quale riportava: “I rabdomanti degli attaccapanni, come vengono chiamati, non sono compresi nei manuali del corpo dei Marines. Ma, secondo gli ufficiali di tale corpo, essi sono stati impiegati in Vietnam con notevole successo nel corso dell'ultimo anno, particolarmente da unità del genio della prima e terza divisione Marine, che sono impegnate nell'individuazione di mine o nella distruzione di gallerie”.

 

 

Durante lo scontro navale tra la marina militare cinese e quella sudvietnamita per i controllo delle Isole Paracel, una nave sudvietnamita, colpita da un missile cinese, si trovò senza l'uso della radio di comunicazione. Il capitano Vo Sum, ufficiale preposto a tenere i contatti con la nave colpita, pensò di sfruttare le sue capacità rabdomantiche e radiestesiche per individuare la nave “muta”. Si mise davanti ad una mappa nautica e individuò la nave con l'uso del pendolino. L'ammiraglio Tran-Van-Chin decise, coraggiosamente, di dare inizio alle operazioni di salvataggio solo sulla base dei dati forniti dal pendolino del capitano Vo Sum. Quest'ultimo continuò a fare il punto nave sulla mappa, sempre con il pendolino, anche dopo ventiquattr'ore. Dopo tre giorni ventitré marinai furono tratti in salvo.

L'arma segreta dunque è la mente. Attraverso l'uso di semplicissimi strumenti può fare la differenza che permette di avere la meglio. È quanto meno singolare e curioso che i marines si siano affidati ad un rabdomante, ma se lo hanno fatto loro, qualche cosa di vero ci sarà pure stato.

La storia della rabdomanzia e della radiestesia in campo militare è davvero curiosa e naturalmente ognuno è libero di crederci o meno, anche se, come dimostrato, c'è molta più verità di quello che non si possa pensare.

Con i fatti storici riportati sopra, si è voluto in qualche modo rendere onore a quanti hanno usato la rabdomanzia per il proprio Paese ma non sono stati mai riconosciuti ufficialmente (per un motivo o per l'altro).

 

Fonti bibliografiche:

La mano che indovina, Christopher Bird, Armenia Editore;

Elementi di radiestesia, Ing. Pietro zampa, Editore Giulio Vannini, Brescia, 1947;

I segreti dei samurai, Oscar ratti/Adele Westbrook, Edizioni Mediterranee;

Hitler e il nazismo magico, Giorgio Galli, intervista di Paolo A. Dossena.

 

Fonte: http://www.difesaonline.it

 


 

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