I popoli del passato si erano già accorti dei sensi eccezionali del gatto e la suggestione che ne é derivata ha riservato a questo straordinario "alieno" un destino di adorazione o demonizzazione. Nell'epoca moderna la comunità scientifica accreditata non ha mai voluto accertare le capacità telepatiche degli animali, non considerando le ricerche in tal senso "scientifically correct", perché contrastanti gli interessi economici di una società che li vuole cavie da laboratorio e carne da macello.

 

 

Ma ora l'etologia ufficiale comincia a vacillare. Il professor Sheldrake, docente di scienze naturali e biochimica a Cambridge, ha scientificamente dimostrato che gli animali possiedono delle qualità paranormali che vanno oltre l'acutezza dei loro sensi e gli permettono la comunicazione tra mente e mente. In Italia le sue ricerche sono state pubblicate da Mondadori nel saggio "I poteri straordinari degli animali". Sheldrake riconosce qualità medianiche tali da screditare il più titolato veggente umano, non solo ai gatti, ma anche a galline, pesci, conigli, pipistrelli, cavalli, cani, tartarughe... Egli sostiene di poter utilizzare crismi scientifici per dimostrare tali poteri, che si sviluppano grazie alla serie di legami strettissimi che gli animali, al contrario degli uomini, sono in grado di sviluppare con il territorio di origine, i propri simili e i componenti umani della loro famiglia. Così si spiegano le fughe di cani e gatti prima di un terremoto, la straordinaria capacità della gallina faraona di dare l'allarme all'arrivo di cataclismi atmosferici. Oppure la fuga di una giovenca che ha percorso 11 chilometri di strada sconosciuta per raggiungere l'azienda agricola a cui era stato venduto il suo vitellino; la storia del cagnetto di una signora epilettica che prevede le crisi della padrona e si sdraia dietro di lei a mo' di cuscino per attenuarne la caduta. Sheldrake ha aperto un filone di ricerca inesplorato dalla scienza ufficiale e agli scettici risponde che si tratta di una teoria scientifica provata dall'evidenza dei fatti, poiché basata sullo studio delle aree di influenza reciproca degli animali, dotati di una memoria collettiva e da modelli di apprendimento e adattamento comuni.

Fonte: "Il Giornale" del 12 agosto 2000.

 


 

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