I ricercatori dell’Università di Waterloo, Canada, stanno cercando di costruire speciali radar, basati su una tecnologia del tutto nuova, onde contrastare il fatto che nella zona dell’Artico e dunque del Canada settentrionale, risulta molto difficile individuare tramite radar aerei o missili. Come spiega anche Jonathan Baugh dell’Istituto di informatica quantistica (IQC) e professore nel Dipartimento di Chimica, che sta conducendo la ricerca, nell’Artico le condizioni meteorologiche ed alcuni effetti (quali tempeste geomagnetiche e brillamenti solari) vanno ad interferire fortemente con qualunque operazione radar, e dunque con i tentativi da parte della difesa canadese di identificare oggetti estranei.

Da oggi però gli aerei “invisibili” nell’Artico canadese potranno essere individuati grazie ad un nuovo sistema radar quantistico, che potrà aiutare gli operatori a ridurre il rumore di fondo e ad isolare gli oggetti identificandoli come avviene con un normale radar. Non solo, con questa nuova tecnologia sarà possibile individuare anche gli oramai classici aerei Stealth, ossia quei velivoli che utilizzano speciali e complesse tecnologie, come ad esempio quelle per assorbire e deviare le onde radio, per essere invisibili ai radar.

Ma su cosa si basano i radar quantistici? Utillizzano la cosiddetta “illuminazione quantistica” per rilevare un oggetto sfruttando il principio dell’entanglement che prevede che due particelle siano indissolubilmente collegate fra loro, anche se separate da distanze immani. In questo caso si utilizza una coppia di fotoni: uno dei due fotoni viene inviato verso l’oggetto attraverso il cielo mentre l’altro rimane nella stazione radar. Quando il secondo fotone colpisce qualcosa, verosimilmente un velivolo, rimbalza e viene deviato e ciò costituisce la firma grazie alla quale si possono ottenere informazioni sul velivolo estraneo. In questo modo si possono scartare i fotoni provenienti alla stazione radar a causa del rumore di fondo.

L’illuminazione quantistica ad oggi è stata in parte esplorata solo in laboratorio ma lo scopo del gruppo di ricerca, finanziato dal governo del Canada, è quello di “creare una solida fonte di fotoni entangled che possono essere generati premendo un pulsante”.

Fonte e link: https://notiziescientifiche.it

 


 

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