Una vasta foresta fossile triassica, molto probabilmente abbattuta da una o più piene alluvionali catastrofiche, con i tronchi trascinati dalla corrente del fiume e poi abbandonati nei sedimenti.
Ad analizzarle un gruppo di ricerca coordinato da Franco Talarico, docente del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’Ambiente, dell’Università di Siena che prevede collaborazioni internazionali con ricercatori americani e tedeschi e coinvolge anche gli atenei di Padova, Perugia e di Roma Tre e del Cnr.
Si tratta della trentunesima spedizione italiana del programma nazionale di ricerche in Antartide, per studiare una delle più vaste foreste fossili del Polo Sud.
Con una temperatura di circa -55°C, la ricerca geologica nell’area di Allan Hills ha permesso di conoscere questa vasta foresta fossile di circa 245 milioni di anni fa.
I tronchi, già identificati in una precedente ricerca, sono inglobati nella roccia prodotta dall’attività di un antico sistema fluviale di età del Triassico medio, ed affiorano su di una superficie vasta alcuni chilometri quadrati sotto forma di legno silicizzato e in parte carbonizzato.
Il processo di fossilizzazione ha perfettamente preservato dettagli anatomici dei legni originari, come gli anelli di crescita, la struttura lignea, i nodi di innesto dei rami sui tronchi, gli apparati radicali. Trovate, inoltre, numerose impronte di foglie fossili.
Sulla base di questi nuovi risultati è stato possibile identificare, mappare e schedare oltre 250 tronchi fossili, che fanno di Allan Hills uno dei giacimenti a fossili vegetali più grandi e importanti dell’Antartide, oltre che un geosito di interesse internazionale.
I disastri ambientali provocati da cambiamenti climatici durante il Triassico, hanno distrutto oltre il 95% delle specie animali e vegetali che oggi sono state rinvenute nei fossili, e che costituiscono una fonte preziosa per lo studio dell’area antartica.
Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it