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L'antropologo culturale Roy Wagner dell'Università della Virginia, che dalla fine anni '70, inizio anni '80 aveva condotto numerose ricerche folkloristiche in Papua Nuova Guinea, nel 1982 pubblicò sulle pagine di Cryptozoology un articolo dedicato a un misterioso animale marino conosciuto dai locali dell'isola di Nuova Irlanda con il nome di ri. Nel corso della sua permanenza sul luogo, Wagner aveva raccolto numerose leggende riguardanti i più svariati tipi di creature, ma come gli fece notare uno dei suoi interlocutori, un insegnante di scuola bene istruito, "il ri è diverso, esiste davvero".

Si trattava infatti di una creatura acquatica regolarmente avvistata dagli abitanti dei villaggi costieri del centro e sud di Nuova Irlanda. Era chiamata (con il prefisso nominale) "a ri" e descritta come un mammifero con tronco, genitali, braccia e testa umani e la parte inferiore priva di gambe, terminante con pinne poste sul piano orizzontale.

La tendenza dei nativi era quella di identificare il ri nei disegni di sirene (1) che avevano visto sui pacchetti di fiammiferi e nelle lattine di carne in scatola, ma le leggende sulla sua esistenza predatavano l'arrivo degli europei sull'isola. L'antropologo apprese per la prima volta della loro esistenza da un informatore sulla sessantina, che gli descrisse il corpo di un ri che era stato portato a riva dalle onde quando era un adolescente. Nel novembre del 1979, continuando a interrogare i locali, apprese che un ri aveva l'abitudine di apparire quasi ogni giorno presso la Baia di Ramat. Gli abitanti dell'insediamento gli dissero di averlo visto innumerevoli volte e lo invitarono presso le loro abitazioni affinché potesse verificare di persona.

Si recò sul posto la sera stessa e dopo circa mezz'ora di appostamento un nativo gridò eccitato: "eccolo! eccolo!". Wagner notò qualcosa di grosso a diverse centinaia di metri nuotare sulla superficie:
"Vidi un lungo corpo scuro. Improvvisamente un pesce sega guizzò fuori dall'acqua davanti ad esso e l'oggetto si immerse senza più risalire in superficie."
Wagner, 1982.

Dopo quest'esperienza l'antropologo intervistò chiunque avesse incontrato un ri o conosciuto qualcuno che lo avesse avvistato. Scoprì così che diversi anni prima un locale aveva visto una femmina di ri catturata accidentalmente nella rete di un pescatore. Fu lasciata sulla spiaggia, ma un gruppo di ragazzi, impietositi dalla sua nudità, la rigettò in mare. Alla fine delle interviste con i numerosi testimoni, Wagner era solito concludere domandando loro come mai nessuno avesse mai mostrato il ri  agli amministratori coloniali, o al limite li avesse informati della sua esistenza. La risposta era solitamente questa:
"Ma voi conoscete tutto del ri, mettete la sua immagine sui pacchetti di fiammiferi e sui cibi in scatola!"
da Wagner, 1982.

Tracciò così le sue conclusioni sottolineando che le tradizioni dei nativi descrivevano il ri come un semplice rappresentante della fauna locale e che di qualunque cosa si trattasse, di certo non era un dugongo (Dugong dugon). Infatti oltre ad essere particolarmente raro nelle coste di Nuova Irlanda, era perfettamente conosciuto dall'etnia Barok con il nome di "bo narasi" (maiale dell'oceano). A suo modo di vedere le testimonianze dei nativi erano accurate e potevano indicare l'esistenza di un animale ancora ignoto alla scienza.

Nel mese di giugno dell'anno seguente la Società Internazionale di Criptozoologia organizzò una spedizione alla ricerca del ri guidata da Wagner, con la presenza di Richard Greenwell e Gale Raymond. Per le prime due settimane si "limitarono" a socializzare con i Barok partecipando alle loro attività sociali per ottenerne la fiducia. Furono poi intervistati diversi testimoni che avevano assistito all'uccisione di un ri. L'animale era stato catturato con le reti, ucciso a colpi d'ascia e caricato su un furgone diretto a Namatanai, dove fu in seguito macellato e mangiato.

Uno degli interlocutori disse loro che si trattava di un dugongo, ma tutti gli altri, incluso un medico, dissero che si sbagliava e che si trattava di un ri, e che il ri era diverso dal dugongo. Il gruppo ottenne poi l'indicazione di una zona in cui il misterioso animale veniva avvistato quasi quotidianamente, presso il villaggio di Nokon. Il villaggio era abitato dai Patpar, un gruppo con una lingua differente, che non aveva mai sentito parlare del ri, in quanto conosceva l'animale con il nome di ilkai.

Giunti sul luogo osservarono l'animale in due diverse occasioni, ma da una certa distanza. Le uniche parti visibili furono il dorso, privo di pinna dorsale, e la coda, chiaramente da mammifero. Pur essendo in grado di affermare che si trattava dell'animale conosciuto dai nativi come ri o ilkai, non poterono però dimostrare se quest'ultimo fosse davvero un animale sconosciuto alla scienza. Furono anche scattate delle fotografie, che per via della distanza e delle condizioni climatiche non ottimali, risultarono alquanto confuse.

Nel febbraio del 1985 fu organizzata un'altra spedizione, composta da 13 persone e finanziata dalla Ecosophical Research Association (ERA). La spedizione raggiunse Nokon l'11 febbraio e così come quella precedente, osservò da lontano la coda dell'animale. Durante l'avvistamento un locale di nome Tom Omar si avvicinò al battello di ricerca con una barca a remi. Quando gli fu chiesto dell'ilkai, puntò il dito verso la coda dell'animale dicendo "è quello". Disse anche che la femmina dell'ilkai aveva un volto di donna, capelli, mani e seni. Aggiunse inoltre che nella baia ve ne era una famiglia: un maschio, una femmina e un piccolo.




Questa fotografia del Capitano Kerry Piesch mise la parola "fine" al mistero del ri (da The ISC Newsletter, Vol. 5 No. 1)



Intervistato in merito, uno dei partecipanti della spedizione, Tom Williams, dichiarò che:
"Una delle domande che rimane da chiarire è come i miti delle sirene possano nascere e persistere nonostante l'ovvia realtà del dugongo. C'è in apparenza qualche tipo di credenza in atto, la cui natura trascende la disciplina zoologica e si riversa nel reame della psicologia e dell'antropologia."
da Wagner, 1983.

Fonte: https://www.criptozoo.com



Note.
1) Contrariamente a quanto accade nella lingua italiana, in inglese esistono due parole ben distinte per indicare le sirene. La prima è siren, parola con la quale ci si riferisce all'immagine classica (ma poco conosciuta), della sirena tipica della mitologia greca: qualla di un uccello con testa di donna. Con mermaid è invece indicata la figura della donna pesce ormai entrata nell'immaginario collettivo.
Bibliografia



AA. VV. (1983), New Guinea expedition observes ri. The ISC Newsletter, vol. 1 no. 2: 1-2.
AA.VV. (1985), New expeditions identifies ri as dugong. The ISC Newsletter, vol. 4 no. 1
Wagner, Roy (1982), The Ri - Unidentified aquatic animals of New Ireland, Papua New Guinea. Cryptozoology vol. 1: 33-39.
Wagner, Roy et. al. (1983), Further investigations into the biological and cultural affinities of the ri. Cryptozooloy vol. 2:112-125.



 

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