Il mostro del lago Khaiyr secondo lo schizzo di Nikolai Gladkikh.

 

In un precedente articolo dedicato al mostro lacustre per antonomasia, abbiamo potuto appurare l'enorme paradosso che vede da un lato un elevatissimo numero di presunti testimoni oculari, e dall'altro un lago molto conosciuto, visitato ed esplorato in ogni sua parte, le cui risorse ittiche non potrebbero permettere il sostentamento di grandi predatori. Si potrebbe così essere portati a pensare che se proprio esistono grossi animali lacustri ancora sconosciuti, questi ultimi debbano più verosimilmente abitare specchi d'acqua piuttosto remoti, grandi e ricchi di risorse alimentari. I casi che prenderemo ora in esame riguardano alcuni laghi dell'Asia paleartica. Uno di essi, a lungo ritenuto tra i più impressionanti nel dossier dei mostri lacustri, si è in seguito rivelato niente più che una burla, mentre i restanti, tra cui uno molto poco conosciuto, possiedono senz'altro elementi interessanti, anche se, come forse è logico aspettarsi, ben lungi dal potere dimostrare l'esistenza di grandi animali acquatici lacustri... Il 21 novembre 1964 la Komsomolskaya Pravda riportò un'incredibile intervista al geologo G. Rukosuyev, che era stato alla guida della recente Northeastern Expedition nella Siberia orientale. L'articolo riferiva che giunti sulle rive del remoto e poco conosciuto lago Khaiyr, i locali dissero ai ricercatori che a volte si udivano strani rumori, come di forti tonfi nell'acqua. La spedizione inoltre notò come nel lago non ci fossero pesci e che gli uccelli acquatici erano soliti non posarsi mai sulla sua superficie. Venne così avanzata l'idea che potesse essere la dimora di una sorta di animale sconosciuto. E stando al colorito resoconto, l'incontro con la misteriosa presenza non si fece attendere...

"Nikolai Gladkikh, un biologo membro dell'Accademia delle Scienze, si è trovato letteralmente faccia a faccia con l'animale nel modo più inaspettato. Mentre prelevava campioni d'acqua dal lago, vide all'improvviso una bestia che si era inerpicata sulla riva, senza dubbio per nutrirsi di erba. Possedeva una piccola testa in cima a un lungo collo lucente e un corpo massiccio e nero come il carbone, da cui sporgeva una larga pinna dorsale verticale."
Komsomolskaya Pravda, 21 novembre 1964

Gladkikh tornò di corsa dagli altri membri della spedizione per avvisarli della cosa, ma quando si recarono sul luogo il mostro era scomparso. Tuttavia alcuni giorni dopo fu osservato da Rukosuyev in persona:
"All'improvviso una testa emerse nel centro del lago, subito seguita da una pinna dorsale. La bestia dimenava fortemente l'acqua con la sua lunga coda creando delle onde. Non potete immaginare quale fu il nostro stupore nello scoprire con i nostri occhi che i racconti su questa bestia erano veri."
Komsomolskaya Pravda, 21 novembre 1964

Per anni questo episodio è stato riportato in molti libri dedicati alla criptozoologia e considerato, visti gli illustri testimoni, come uno dei migliori avvistamenti di sempre di un mostro lacustre, eppure le caratteristiche del Lago Khaiyr, lungo 500 metri e profondo appena 7 (si tratta in pratica di una zona di permafrost scongelato), non lo rendono propriamente l'habitat ideale per un grande animale acquatico. La verità venne a galla nel 2007, quando la Pravda pubblicò la notizia secondo la quale una spedizione recatasi sul posto per indagare poco dopo lo svolgimento dei fatti, scoprì che i locali non credevano nell'esistenza di nessun mostro, che i pesci erano effettivamente presenti e che gli uccelli si posavano senza problemi sulla superficie del lago. Inoltre intervistarono direttamente Gladkikh, che si scoprì non essere affatto un biologo (il suo nome non è citato in nessuna pubblicazione russa di biologia e geologia), ma un manovale immigrato ingaggiato dalla spedizione, il quale affermò di avere inventato tutta la storia. Resta il dubbio sul perché Rukosuyev si sia prestato ad inscenare questo siparietto dicendo di avere visto egli stesso il mostro, ma a ben vedere l'articolo non è mai apparso, nelle diverse pubblicazioni che lo hanno citato, nella sua forma originale, quindi non esiste nemmeno la certezza che si fosse trattato di una vera intervista quanto di qualcosa inventato di sana pianta. Non mancano però episodi apparentemente più interessanti... Nell'estate del 1953 una squadra di nove geologi guidata da Viktor Tverdokhlebov del dipartimento della Siberia Orientale dell'Accademia delle Scienze russa, intraprese una spedizione a cavallo presso gli allora quasi sconosciuti laghi Labynkyr e Vorota. Otto anni dopo Tverdokhlebov pubblicò il diario di quel viaggio, all'interno del quale si legge quanto segue:

30 MAGGIO.
[...] "Ci sono molte leggende sul lago Labynkyr. Alla sera, seduti attorno al fuoco, la nostra anziana guida ci parla di un 'diavolo' che vive nel lago. E' così grande che la distanza tra i suoi occhi è più larga di un remo da pescatore [...] Uno degli abitanti di Tomtoz mi disse che un giorno trovò un enorme osso sulla riva del lago, che doveva essere la mandibola del 'diavolo' [...] mi disse che questo osso rimase presso le case dei pescatori sulla spiaggia."
Tverdokhlebov, 1965

7 GIUGNO.
[...] "Ho trovato le case dei pescatori in rovina sulla spiaggia. Le ho esplorate attentamente così come la zona circostante, ma non ho trovato nessuna mandibola."
Tverdokhlebov, 1965

28 LUGLIO.
"Ora siamo accampati sulla sponda del lago Vorota [...] è profondo 60 metri, come il Labynkyr, ma è molto più piccolo."
Tverdokhlebov, 1965

30 LUGLIO.
"Ecco cos'è accaduto oggi. Era una mattina serena e soleggiata, io e Boris Bashkaton stavamo facendo una camminata attorno al lago Vorota. Dovemmo scalare delle rocce lungo il tragitto e verso le 11 del mattino circa, la via iniziò a diventare pericolosa e decidemmo di scendere un poco, vicino all'acqua. Guardando l'acqua dalla roccia, vidi chiaramente un terrazzamento sommerso con un'enorme chiazza bianca sopra. Ma quando guardai il terrazzamento un minuto dopo, la chiazza bianca era scomparsa. 'Forse la luce del sole mi ha giocato un brutto scherzo', pensai. Ma improvvisamente Boris urlò 'guarda! cosa c'è là al centro?'. Ci fermammo. A circa 300-400 metri nell'acqua si vedeva chiaramente un oggetto bianco, brillante alla luce del sole. 'Un barile', disse Boris, 'fatto di stagno'. 'Forse uno dei cavalli è entrato nel lago', dissi io. Infatti l'oggetto stava nuotando, e abbastanza velocemente. Era qualcosa di vivo, un animale. [...] sulla superficie dell'acqua c'era una grande testa grigio scuro, il bianco era sparito. [...] erano chiaramente visibili due macchie simmetriche di colore chiaro, simili a occhi e c'era come un bastone sulla schiena, forse una pinna? O l'arpione di un pescatore sfortunato? Vedevamo solo una parte dell'animale, ma potevamo supporre che la porzione più grande rimaneva sott'acqua. [...] L'animale stava visibilmente nuotando verso di noi [...] ci guardammo negli occhi e subito ci arrampicammo sulla roccia. Cosa sarebbe successo se fosse uscito dall'acqua? Stavamo osservando un predatore, non c'erano dubbi, uno dei più forti predatori al mondo: un'indomabile, spietata e percettibile ferocia era racchiusa in ogni suo movimento, in ogni suo aspetto. L'animale si fermò a circa 100 metri dalla riva [...] poi si tuffò. Fu solo allora che pensai alla macchina fotografica. [...] (poi) ripensai alla macchia bianca sott'acqua. Era chiaro che l'animale stava cacciando sul terrazzamento sommerso e che l'avevamo spaventato quando gridammo scendendo le roccie. All'inizio pensai che fosse un discendente sconosciuto degli animali estinti che abitavano quest'area nelle epoche passate. Ma quella sensazione di ferocia mi era familiare, dove l'avevo già provata?"
Tverdokhlebov, 1965

"Tverdokhlebov si riferiva all'incontro con un'orca avvenuto nel mare di Okhotsk nel 1945... Ma se ipotiziamo che si fosse trattato di un'orca, come poteva avere raggiunto il lago? Il mare di Okhotsk è lontano 300 km e l'altopiano è a 1 km sul livello del mare. Come può un animale marino sopravvivere in acqua dolce? Come è arrivato lì? E' da solo o ce n'è un'intera famiglia? Di cosa si nutrono? Come sono sopravvissuti all'Era Glaciale?"
Tverdokhlebov, 1965

Il Labynkyr è un lago d'acqua dolce situato a 5.000 km a est di Mosca, ed è uno dei pochi laghi siberiani a non ghiacciare mai completamente nemmeno in inverno. Sebbene quasi completamente privo di piante acquatiche ospita 13 diverse specie di pesci. E' lungo 13 km e largo circa 3,5 e secondo un luogo comune locale privo di fondamento scientifico, sarebbe collegato al lago Vorota (distante circa 25 km) da un canale sotterraneo. Il Vorota però, sebbene sia assieme al Labynkyr l'unico altro lago della regione ad ospitare il temuto 'diavolo', è lungo appena 3 km e largo 700 metri. Il dubbio che anche la testimonianza di Tverdokhlebov, così come quella di Gladkikh, possa essere il frutto di una burla, risulta così un'eventualità piuttosto probabile.

Ma l'interesse di alcuni scienziati nei confronti di questi misteriosi animali non sembra ancora avere fine. Le ultime, e forse più interessanti, dichiarazioni in merito, questa volta relative al Labynkyr, provengono infatti da Lyudmilla Emelyanova, biogeografa, che alcuni anni fa, durante una spedizione sul campo, registrò delle insolite anomalie...
"Era il nostro quarto o quinto giorno di permanenza al lago quando la nostra apparecchiatura eco sonar rilevò un grosso oggetto nell'acqua sotto la nostra barca. L'oggetto era molto denso e dalla struttura omogenea, sicuramente non un pesce o un branco di pesci e si trovava sopra il fondale. Fui molto sorpresa, ma non spaventata né shockata, dopotutto non abbiamo visto un animale, ma solo registrato uno strano oggetto nell'acqua. Ma posso dire onestamente che al momento, come scienziato, non posso dare una spiegazione su cosa quell'oggetto potesse essere. [...] Non posso dire che abbiamo letteralmente scoperto e toccato con mano qualcosa di inusuale, ma abbiamo rilevato con il nostro sonar diversi oggetti davvero grandi sott'acqua. Più grandi di un pesce, più grandi anche di un banco di pesci."
Lyudmilla Emelyanova

Ecco finalmente la prova definitiva? Purtroppo non proprio... Come già spiegato nell'articolo dedicato al mostro di Loch Ness infatti, un sonar non fornisce né le esatte dimensioni, né le forme dell'oggetto che rileva. L'unico parametro verificabile è la forza del segnale, cioè il rapporto tra la densità dell'oggetto rilevato e quello dell'acqua, la dimensione dell'oggetto e la sua distanza. La carne dei pesci ad esempio, differisce di poco in densità con l'acqua (tanto che la maggior parte della forza del segnale proviene dal gas contenuto nella vescica natatoria) e crea segnali piuttosto deboli, mentre quelli provocati dai mammiferi marini risultano più forti. Segnali anomali simili a quelli registrati dalla Emeliyanova furono rilevati anche da Adrian Shine durante la famosa Operazione Scandaglio Profondo avvenuta a Loch Ness negli anni '80 e per i quali non è stata ancora trovata una spiegazione. Questo non significa però necessariamente che siano stati provocati da qualche animale sconosciuto. L'atteggiamento della biogeografa russa, che ha detto di volere compiere altre spedizioni in luogo per capire l'origine dei segnali, piuttosto che lanciarsi in dichiarazioni forti sull'esistenza di animali misteriosi, risulta quindi essere quello più scientificamente corretto. Ma alla fine della fiera anche il Labynkyr, come Loch Ness e il Vorota, è un lago troppo piccolo per il sostentamento di una popolazione di grandi predatori...



La spedizione del marzo 2014.
Nel mese di marzo del 2014 la Società Geografica Russa, la Federazione di Immersione Sportiva e l'Accademia delle Scienze della Siberia organizzarono una spedizione in entrambe i laghi. Gli obbiettivi del difficile viaggio erano quelli di studiarne il sistema idrico per verificare l'ipotesi del collegamento sotterraneo e prelevare campioni d'acqua e di terreno durante il periodo più freddo dell'anno. Ma in attesa della pubblicazione dei risultati dal punto di vista scientifico, questa missione sarà se non altro ricordata per avere stabilito il nuovo record di profondità  d'immersione sotto al ghiaccio, visto che Alexander Gubin, a capo della squadra di sommozzatori della spedizione, raggiunse i 59,6 metri. Ma nonostante le ripetute esplorazioni subacque, stando alle parole di Gubin non è stata intravista nessuna creatura anomala in nessuno dei due specchi d'acqua esaminati:

"Ero al corrente di queste storie sui mostri, ma sono realista. Non c'è abbastanza cibo nel lago per sfamare qualche enorme dinosauro (sic), così non avevo nessuna arma con me durante le immersioni."
Alexander Gubin

Le creature più grandi individuate (e fotografate) sono state infatti delle bottatrici (Lota lota) di 120 cm di lunghezza, osservate sia in prossimità della riva che fino a circa 10/12 metri di profondità. Purtroppo, anche in questo caso, pare proprio che quando i controlli sono 100, i mostri lacustri sono 0. Per illustrare l'ultimo caso preso in esame è necessario spostarci dalla Siberia alla Mongolia per recarci verso le sponde dello Hyargas-nuur...


 




La misteriosa "balena" della Mongolia.
Il lago è situato  in Mongolia occidentale, nella parte più settentrionale di quella che è chiamata la Valle dei Grandi Laghi. I numerosi specchi d'acqua della valle sono ciò che resta dal primo Pleistocene (circa 1,8 milione di anni fa), quando una sterminata distesa d'acqua di origine mesozoica ricopriva l'intera area per un totale di ben 92.000 km2. Quando il clima si fece più arido l'immenso bacino cominciò a prosciugarsi formando diversi laghi separati l'uno dall'altro. Durante tutta la sua storia geologica questa zona non fu mai soggetta alle glaciazioni. Lo Hyargas-nuur è il più grande lago della valle, con una superficie di circa 1400 km2, lungo ben 75 km e largo 31. Non esistono dati precisi sulla sua profondità, che è di circa 70 metri a 300 metri dalla riva. L'area circostante è desertica e totalmente disabitata ad esclusione della presenza occasionale di qualche famiglia nomade. Le acque sono salate e il lago è completamente ricoperto dal ghiaccio solo a fine dicembre. Stando a uno dei pochissimi studi pubblicati sulla sua biologia (Dulmaa, 1974), le sue acque sono ricchissime di pesce, ed è stato stimato che potrebbero venirne pescate annualmente dalle 7 alle 10 tonnellate senza inficiare la riproduttività ittica. Si tratterebbe insomma di uno dei pochi laghi sulla Terra che da un punto di vista prettamente alimentare potrebbe davvero ospitare nelle sue acque dei predatori di grandi dimensioni. Il geologo Vladimir Yarmoliuk, capodipartimento dell'Istituto di Geologia dell'Accademia delle Scienze di Mosca e lo zoologo Valery Nikolayev, nel 1992 pubblicarono un curioso articolo riguardante singolari esperienze avute durante diverse spedizioni sul lago. La prima ebbe luogo nel 1985, durante una spedizione atta a condurre un'indagine geologica dei monti Altai. Il 5 luglio gli uomini raggiunsero le sponde del lago e vi si accamparono per la notte. Sulla spiaggia, a circa 200 metri dall'accampamento, furono rinvenute strane tracce nella sabbia simili a tumuli a forma di ferro di cavallo. Erano alte circa mezzo metro e larghe 1 metro. La cosa che incuriosì i ricercatori era il fatto che le tracce uscivano dall'acqua. Furono rinvenuti quattro gruppi di tracce e i membri della spedizione non seppero dare una spiegazione per la natura di quest'ultime, ma una sorta di potente ruggito proveniente dal lago verso le 2 del mattino li convinse che la causa potesse essere di origine zoologica.




Schema delle tracce rinvenute sulla sabbia.



Il giorno dopo visitarono la ger di un locale presso la costa settentrionale del lago, a cui furono fatte domande sugli animali che lo abitavano. Rispose che nel lago c'erano grossi animali acquatici chiamati "balene" dalla gente del posto, ma che per superstizione nessuno cercava mai di osservare bene. Nel 1987, dal 15 al 21 agosto, un altro gruppo di geologi si accampò sul lago e furono rinvenuti alcuni gruppi delle stesse tracce, alcune di grandi dimensioni e alcune più piccole. La stessa cosa si ripeté nel 1989 durante un sopralluogo dal 13 al 21 luglio. Infine, nel 1990, il lago fu visitato due volte e le sue sponde percorse per tutta la loro lunghezza alla ricerca di tracce.





Queste ultime furono rinvenute, ma erano circoscritte solo a poche zone. Nel 2006 mi trovavo in Mongolia per un viaggio attraverso i Monti Altai e il deserto del Gobi durato circa 40 giorni e questo lago doveva essere una delle tappe da visitare. Ma purtroppo, a causa di problemi di salute, dovetti tornare alla capitale Ulaan Baatar quando ero ad appena due giorni di fuoristrada da esso. E' possibile, che almeno in questo caso, esistano validi elementi per ritenere verosimile l'esistenza di un grande animale lacustre sconosciuto? Purtroppo la risposta, a mio parere, è ancora una volta negativa. Per prima cosa non possiamo sapere se i tre elementi principali, tracce sulla riva, "ruggito" e leggende locali siano tra essi correlati. E in tal caso esisterebbero non pochi problemi da risolvere. Infatti un animale in grado sia di "ruggire" che di approdare a riva, non può in alcun modo essere un pesce, e potrebbe quindi sopravvivere difficilmente nel seppur breve periodo dell'anno in cui il lago è completamente ghiacciato.

Fonte: https://www.criptozoo.com

 


 

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