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Il vampirismo alla luce delle teorie di Jacques Vallée.

In questo articolo cercheremo di dare una spiegazione a un clamoroso e inspiegabile caso di vampirismo avvenuto in Transilvania nel 1816 utilizzando alcune teorie dell’ufologo franco-americano Jacques Vallée, ovvero l’esistenza della dimensione di Magonia, la capacità degli abitanti di Magonia di manipolare gli esseri umani, la teoria dell’”effetto termostato” e le modalità con le quali gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia metterebbero in atto tale “effetto termostato”. Ci serviremo del seguente schema concettuale: in primo luogo esporremo in maniera dettagliata tale caso di vampirismo; in secondo luogo esporremo in maniera sintetica le teorie di Jacques Vallée, che utilizzeremo per spiegare il caso, e infine tenteremo di dimostrare che servendoci di queste teorie di Vallée è possibile dare una spiegazione sia a questo caso particolare sia alla convinzione dell’esistenza dei vampiri, convinzione che durò per molto tempo tra le popolazioni di molte nazioni europee. Per prima cosa esporremo un caso clamoroso di vampirismo avvenuto in Romania e più precisamente in Transilvania.
Abbiamo scelto questo caso di vampirismo poiché ci sembra che difficilmente possa essere considerato solo una leggenda oppure solamente frutto della fantasia di qualche persona in vena di scherzi o soggetta ad allucinazioni.
Tale apparizione di un vampiro è avvenuta nel 1816 in Romania e precisamente in un villaggio situato nei pressi di Cluj. Ciò che caratterizza questa storia di vampirismo è il fatto che dell’apparizione e delle vicende riguardanti il vampiro esiste addirittura un resoconto scritto redatto da un nobile che risiedeva in un castello situato nei pressi di Cluj. Tale resoconto è particolarmente attendibile perché è stato redatto circa un mese dopo la fine degli eventi, per cui si può escludere che si tratti di una leggenda nata dall’alterazione di fatti storici avvenuti molto tempo prima. Il documento è stato ritrovato per puro caso nella biblioteca del nobile, nascosto nelle pagine di un libro. Come vedremo, questa storia è molto diversa dalla maggior parte delle altre giacché cominciò in un’osteria di tale villaggio nei pressi di Cluj e si svolse davanti a molti testimoni.
Era da alcune ore scesa la sera e come accadeva sempre nell’osteria del villaggio si era recato un buon numero di persone. Sembrava una serata come tutte le altre e gli avventori del locale erano intenti a svolgere le loro solite attività quando all’improvviso entrò quello che sembrò a tutti un personaggio molto sinistro, tanto è vero che immediatamente gli avventori smisero le loro attività e concentrarono l’attenzione sul misterioso personaggio. (uno degli avventori faceva parte della servitù del nobile). Scese un silenzio assoluto nell’osteria e tale silenzio si tramutò in vero e proprio terrore collettivo quando il sinistro personaggio disse di essere un vampiro e per dimostrare che non stava scherzando mostrò i suoi canini aguzzi avvicinandosi a vari avventori con la bocca aperta. Ma il peggio doveva ancora arrivare per uno degli avventori, che seduto a un tavolo stava bevendo insieme ad amici un bicchiere di vino. Il vampiro gli si avvicinò ma anziché limitarsi a mostrargli i denti lo morse sul collo. La ferita non era molto profonda e non destava preoccupazione. Tuttavia il vampiro gli disse che sarebbe morto entro pochi giorni e dopo aver pronunciato questa minaccia uscì lentamente dall’osteria dove secondo il resoconto scritto del nobile si era trattenuto per circa un quarto d’ora. Appena uscito il vampiro tutti si resero conto che non era stata un’allucinazione collettiva perché il povero avventore che era stato morso presentava sul collo le due ferite causate dal terrificante essere. Il nobile scrive nel suo resoconto che la persona che era stata morsa dal vampiro morì una settimana dopo in maniera misteriosa ed inquietante. Gli abitanti del villaggio decisero di bruciare il corpo dell’uomo ucciso dal vampiro al fine di evitare che diventasse anche lui un vampiro. Qui finisce la prima parte della storia: ma dobbiamo ora spiegare perché il nobile decise di mettere per iscritto tale episodio.
Come abbiamo detto in precedenza uno degli avventori dell’osteria faceva parte della servitù del nobile e in quanto tale viveva al castello. Non appena tornò al castello raccontò questa storia incredibile al suo padrone, che la considerò priva di fondamento e si arrabbiò col servo, accusandolo di essersi ubriacato o di volerlo prendere in giro. Il servo raccontò al padrone che molte altre persone avevano visto il vampiro e che uno di essi portava addirittura sul collo i segni dell’incontro con il vampiro. Il giorno dopo il nobile mandò a chiamare alcuni degli avventori dell’osteria e rimase colpito dal fatto che tutti confermarono la versione data dal suo servo, ed egli stesso poté notare i segni dei denti del vampiro. A questo punto il nobile cominciò a credere alla storia di vampirismo e ordinò alla persona che era stata morsa dal vampiro di restare al castello. Nel suo dettagliato resoconto il nobile riferiva che tale persona, senza nessun motivo spiegabile razionalmente, si indebolì giorno dopo giorno, tanto che il giorno prima di morire non riusciva nemmeno ad alzarsi per pochi istanti dal letto. Oltretutto il nobile aveva ordinato a due suoi soldati di restare a guardia della porta che conduceva alla stanza dell’infermo per evitare che l’essere mostruoso potesse venirne nuovamente a contatto.
La notte in cui l’uomo vampirizzato morì, quindi, davanti alla porta della sua stanza c’erano i soldati che impedivano a chiunque di entrare; nella stanza vi era un’ampia finestra in parte aperta e non sorvegliata, poiché la stanza si trovava nella parte alta del castello e quindi nessuno sarebbe potuto entrare. All’improvviso i soldati udirono deboli grida emesse dall’uomo che stava per morire: l’uomo pronunciò solo questa frase: “Il vampiro è venuto a prendermi”. Subito dopo aver sentito queste parole i soldati entrarono nella stanza e trovarono l’uomo in agonia, tanto che morì pochi minuti dopo senza riuscire a rispondere alle domande delle guardie, che non poterono fare altro che riferire al nobile della morte inquietante dell’uomo. Il nobile trovò la finestra della stanza completamente aperta e chiese ai soldati perché fosse spalancata nonostante egli avesse dato l’ordine di tenerla accostata. I soldati negarono di averla aperta, e anche il servo che assisteva il moribondo confermò che quando egli era entrato nella stanza qualche ora prima la finestra era solo parzialmente aperta.
Il nobile insieme agli abitanti del villaggio decisero di bruciare il cadavere per evitare che diventasse un vampiro dopo la morte. Dopo circa un mese, durante il quale non vi furono altre apparizioni del vampiro né morti sospette, il nobile mise per iscritto la storia. Com’era apparso dal nulla così il vampiro scomparve definitivamente nel nulla, quasi fosse venuto da un’altra dimensione (la dimensione di Magonia).
Il nobile decise di indagare su eventuali casi di vampirismo avvenuti nel passato a Cluj e nei paesi situati nelle vicinanze. Le ricerche si rivelarono infruttuose, tuttavia il nobile mise in evidenza nel suo resoconto scritto che circa una quarantina di anni prima del 1816 (anno nel quale avvenne il caso di vampirismo in discorso) nella città di Cluj era avvenuto un fatto misterioso che non poteva essere spiegato razionalmente, sebbene non fosse facile stabilire se si trattasse di un caso di vampirismo o dell’apparizione di un fantasma. Il nobile chiude il suo resoconto raccontando dettagliatamente anche questo fatto misterioso, che esporremo qui molto sinteticamente limitandoci però ad applicare le teorie di Vallée solo al caso del 1816.
Il nobile scrive riferisce il racconto di tre anziani abitanti di Cluj secondo cui circa 35-40 anni prima mentre stavano ritornando alle loro case a notte inoltrata avevano incontrato sulla strada un essere misterioso apparso dal nulla: la creatura della notte andò loro incontro e disse di essere un vampiro venuto a Cluj per far saper che entro poco tempo si sarebbero verificati nella città fatti spaventosi in quanto su tale città esisteva una maledizione lanciata dal vampiro stesso alcuni anni prima. Dopo qualche mese una giovane donna che viveva da sola in una casa alla periferia di Cluj si mise a letto e nel giro di una settimana perse completamente le sue energie come se qualcuno le succhiasse l’energia vitale giorno dopo giorno, tanto che un paio di giorni prima della sua morte sostenne che un vampiro era entrato più volte nella sua casa mordendola sul collo. A quel tempo le persone che la conoscevano non le credettero perché sul collo della donna non furono trovati segni di sorta. Come abbiamo messo in evidenza nel libro I miti della società contemporanea nell’epoca d’oro del vampirismo esisteva la convinzione che i vampiri lasciassero sempre i segni dei loro denti sul collo delle vittime, per cui non deve sorprendere che la donna venne considerata pazza dagli abitanti di Cluj.
Tuttavia una settimana dopo la morte della donna un uomo raccontò che una notte il fantasma della donna era entrato nella sua stanza ed aveva avuto rapporti sessuali con lui annunciandogli che tali rapporti gli sarebbero costati la vita entro un mese poiché sulla donna esisteva la maledizione (contagiosa) di un vampiro. Una settimana dopo tale misterioso evento un altro uomo che abitava a Cluj sostenne che il fantasma di tale donna era apparso nella sua stanza da letto durante la notte e gli aveva proposto di avere rapporti sessuali con lei. L’uomo accettò la proposta della donna pur sapendo che ella era già apparsa una settimana prima all’altro abitante di Cluj. Prima di sparire la donna ripeté anche a questo secondo uomo che i rapporti sessuali che aveva avuto con lei gli sarebbero costati la vita entro un mese poiché ella gli aveva trasmesso la stessa maledizione del vampiro che l’aveva condotta alla morte.
Effettivamente dopo circa un mese i due uomini a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro furono costretti a mettersi a letto e divennero sempre più deboli come se un essere soprannaturale (vampiro o fantasma che fosse) avesse succhiato loro l’energia vitale. In pochi giorni morirono, ma anche in questo caso sul loro collo non furono trovati i segni che avrebbero dovuto lasciare i denti del vampiro o della vampira; entrambi gli uomini però riferirono nel corso della loro breve e misteriosa malattia che in più di un’occasione durante la notte erano apparsi loro contemporaneamente il vampiro e la donna morta e avevano ricordato la maledizione che li avrebbe uccisi. Così termina il resoconto scritto del nobile.
A nostro avviso questo caso situato a metà strada tra le storie dei vampiri e le storie dei fantasmi sembrerebbe dare ragione a John Keel. Come abbiamo già scritto nell’articolo Alcune riflessioni sulla teoria del superspettro di John Keel l’ufologo americano sostiene che tutti i fatti misteriosi, anche quelli che sembrano non aver nessun legame fra loro, sono creati dall’energia di un’entità che Keel definisce “Superspettro”, perché situata in una zona dello spettro elettromagnetico non percepibile dagli organi di senso degli esseri umani.
Invece il caso di vampirismo avvenuto nel 1816 si potrebbe spiegare utilizzando alcune teorie di Jacques Vallée che ora esporremo in maniera sintetica per poi applicarle a tale caso di vampirismo e più in generale alla credenza dell’esistenza dei vampiri.
La prima teoria di Jacques Vallée che prenderemo in considerazione è quella circa l’esistenza di un universo parallelo al nostro, definito da Vallée “La dimensione di Magonia” ( nel folklore medievale Magonia era il mondo abitato da fate, gnomi, elfi e folletti i quali in determinate circostanze favorevoli potevano entrare nel nostro mondo ed in alcuni casi potevano anche rapire gli esseri umani per portarli nel mondo di Magonia). Secondo l’ufologo franco-americano gli abitanti della dimensione di Magonia (un universo parallelo al nostro) sarebbero in grado di interferire con le vicende del genere umano in vari modi: tali interferenze sarebbero finalizzate a manipolare la visione del mondo ed il comportamento degli esseri umani allo scopo di condizionare le loro credenze e i loro comportamenti senza che essi si rendano conto di subire sin dalla notte dei tempi l’influenza degli abitanti di Magonia. Come abbiamo scritto nell’articolo Ipotesi sull’origine degli UFOVallée insieme a Keel deve essere considerato il fondatore della “New ufology”, che si basa sul presupposto che dietro la fenomenologia ufologica non si nascondano gli extraterrestri ma entità parafisiche provenienti da un universo parallelo, i quali fingerebbero di essere degli alieni per manipolare le credenze degli esseri umani (ipotesi parafisica dell’origine degli UFO).
Vallée è convinto che gli abitanti della dimensione di Magonia interferiscano con le vicende degli esseri umani fin dagli inizi della storia assumendo di volta in volta le sembianze di esseri quali fate, gnomi, elfi, folletti, creature soprannaturali di vario tipo, alieni. Secondo l’ufologo franco-americano nel corso della storia del genere umano gli abitanti di Magonia si sono mascherati in maniera molto diversa dimostrando così di avere capacità camaleontiche e scegliendo sempre il travestimento più credibile nelle varie epoche storiche. Per fare due esempi molto significativi nel corso dell’età medievale essi avrebbero assunto la forma di fate, gnomi ed elfi perché in quel determinato periodo storico quasi tutti credevano nell’esistenza del “piccolo popolo” mentre oggi gli stessi abitanti di Magonia avrebbero scelto di travestirsi da alieni (dando così origine al fenomeno UFO) perché oggi noi ci troviamo nell’era spaziale nella quale moltissime persone credono nell’esistenza degli alieni.
Come abbiamo scritto nei libri I credenti degli UFO e Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO Vallée e Keel sono gli autori dei libri che hanno dato il via all’esplosione e alla diffusione, prima negli Stati Uniti e poi in molte altre nazioni della “Nuova ufologia” (John Keel è l’autore di UFO operazione cavallo di Troia mentre Jacques Vallée è autore di Passaporto per Magonia: tali libri devono essere considerati i testi base della nuova ufologia che nacque nel 1969 negli Stati Uniti).
Jacques Vallée è convinto che gli abitanti di Magonia assumano sembianze diverse nel corso dei secoli al fine di creare nel mondo degli esseri umani delle credenze, un clima socio-culturale (Stimmung), politico, religioso funzionale ai loro interessi e al loro scopo principale ovvero creare una visione del mondo (Weltanschauung) che permetta loro di manipolare le credenze e il comportamento degli esseri umani. Come abbiamo scritto nel libro Una lettura sociologica della realtà contemporanea gli esseri umani agiscono tenendo conto non tanto della realtà dei fatti ma della interpretazione che essi danno dei fatti, interpretazione che spesso non coincide con la realtà effettiva ma anzi tende a deformarla. Sempre in tale libro abbiamo sostenuto che in tutte le epoche storiche, compresa la nostra, quello che condiziona il comportamento degli uomini non sono tanto gli eventi storici e sociali ma la percezione collettiva di tali eventi. In sintesi, per manipolare gli esseri umani non è necessario modificare gli eventi storici ma è sufficiente modificare la percezione collettiva degli stessi.
Una delle leggi fondamentali della sociologia è la legge definita del “Come se” (tale legge afferma che non importa che un evento sia reale per condizionare il comportamento degli esseri umani ma è sufficiente che gli esseri umani credano lo credano tale per condizionare il comportamento collettivo). Nei nostri libri intitolati I credenti degli UFO e Riflessioni sociologiche sul mistero degli UFO abbiamo evidenziato che la teoria parafisica dell’origine degli UFO fondata da John Keel e Jacques Vallée ha un senso solamente se si parte dal presupposto che le entità parafisiche tengano conto ed utilizzino proprio la legge sociologica del “Come se” per manipolare il comportamento degli esseri umani, dal momento che tale legge sociologica è valida non solo nel mondo contemporaneo ma in tutte le epoche storiche a partire da quelle più antiche.
Tornando alle teorie di Jacques Vallée, riveste grandissima importanza la teoria dell’“effetto termostato” elaborata dall’ufologo franco-americano. Gli abitanti di Magonia creerebbero in tutte le epoche un clima socio-culturale favorevole al raggiungimento dei loro scopi e farebbero di tutto per mantenere inalterato tale clima. Di conseguenza il loro comportamento sarebbe paragonabile all’azione di un termostato, che una volta raggiunta in una casa la temperatura desiderata dal padrone fa sì che essa non subisca alcuna variazione, non diventando troppo fredda o troppo calda. Secondo Jacques Vallée gli abitanti di Magonia utilizzerebbero tre strategie per creare e mantenere costante il clima socio-culturale, dando così luogo all’“effetto termostato”: spaventare gli esseri umani assumendo le sembianze di creature e terrificanti e creando situazioni spaventose (ad esempio casi di vampirismo e licantropismo), dare luogo a situazioni ed eventi attraenti e piacevoli creando creature attraenti ed affascinanti (ad esempio le fate) e assumere comportamenti che creano confusione negli umani (ad esempio comportamenti contraddittori o privi di senso).
Prenderemo spunto dalle teorie di Vallée per rispondere ai seguenti due interrogativi: come mai per lungo tempo in numerose nazioni europee e anche non europee moltissimi individui hanno creduto all’esistenza dei vampiri a tal punto da vivere nel terrore ogni volta che tramontava il sole? Come mai nella società contemporanea nessuno crede più all’esistenza dei vampiri?
Riguardo alla prima domanda, accettando le teorie di Vallée si potrebbe rispondere che il fatto che tante persone in passato abbiano creduto al vampirismo sia dovuto al fatto che gli abitanti di Magonia volevano che gli esseri umani credessero all’esistenza dei vampiri perché tale credenza era funzionale al raggiungimento del loro scopo, ovvero condizionarne il comportamento manipolando la loro Weltanschauung (visione del mondo), la Stimmung e la Bildung dominanti nelle varie epoche storiche.
Per rispondere invece alla seconda domanda si potrebbe dire che gli uomini hanno smesso di credere all’esistenza dei vampiri perché gli abitanti dell’universo parallelo di Magonia sarebbero giunti alla conclusione che ciò non fosse più compatibile con il raggiungimento dei loro scopi. A questo punto tuttavia bisogna chiedersi in che modo, secondo Vallée, gli abitanti di Magonia avrebbero in un primo momento fatto sì che gli uomini credessero all’esistenza dei vampiri e in un secondo momento avrebbero convinto gli uomini che i vampiri non esistano.
Per Vallée gli abitanti di Magonia convinsero gli uomini dell’esistenza dei vampiri assumendo le sembianze di vampiri e penetrando nel nostro universo attraverso le finestre che mettevano in contatto due dimensioni parallele, la nostra e la loro; nel nostro universo, poi, essi aggredivano gli esseri umani. Quando gli abitanti di Magonia decisero che gli uomini non dovevano più credere ai vampiri smisero di assumerne le sembianze, e col passare del tempo nessuno credette più ai vampiri. Noi riteniamo plausibile questa spiegazione data da Vallée, però non ci sentiamo di escludere la possibilità, non considerata da Vallée, che gli abitanti di Magonia possano aver creato i vampiri utilizzando una forma di energia in loro possesso.
Per quanto riguarda il caso di vampirismo avvenuto nel 1816 in Romania, siamo stati colpiti da due elementi del resoconto redatto dal nobile. Il vampiro entrato nell’osteria sembrava interessato a dimostrare agli avventori che egli era un vampiro. Perché tanta teatralità? Se ipotizziamo che tale vampiro fosse un abitante di Magonia o un essere creato dall’energia degli abitanti di Magonia è facile rispondere: il vampiro avrebbe agito così perché in quel periodo storico gli abitanti di Magonia volevano convincere gli esseri umani dell’esistenza dei vampiri. In secondo luogo questo caso di vampirismo non può essere spiegato sostenendo che il vampiro non era reale ma un’allucinazione degli avventori. Contro l’ipotesi dell’allucinazione è possibile citare almeno tre argomentazioni contrarie: in primo luogo il vampiro è stato visto da numerosi avventori; in secondo luogo i segni del morso del vampiro presenti sul collo dell’uomo attaccato furono visti da tutti i presenti e anche dal nobile autore del resoconto; in terzo luogo se si fosse trattato di un’allucinazione l’uomo attaccato dal vampiro non sarebbe morto in maniera misteriosa in poco tempo, proprio come gli aveva predetto il vampiro.

Di Giovanni Pellegrino.

pubblicato il 30 GENNAIO 2012 ed aggiornato il 16 GIUGNO 2015.

 


 

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