La Russia vuole una flotta di jet da combattimento autonomi di sesta generazione: e il prototipo del jet/drone armato Okhotnik-B sarà alla base del programma che porterà la forze aerospaziali russe nel futuro. Secondo quanto divulgato da fonti accreditate dell’industria russa, quello che è stato rinominato “Okhotnik” (Cacciatore, Ndr) è il prototipo di un jet con opzione di assenza d’equipaggio, tecnologia stealth, pesantemente armato, delle dimensione approssimabili a quelle di un F-15 Strike Eagle statunitense. Ed è pronto ad essere testato in aria per raggiungere l’operatività. Un velivolo enorme per la sua categorie, che potrebbe arrivare a pesare oltre una tonnellata, raggiungere una velocità massima di 1.000 km/h con un range operativo di 3.500 chilometri, il tutto armato di missili air-to-air e bombe laser-guidate. “Prima di tutto, sarà un velivolo senza equipaggio, in grado di svolgere qualsiasi compito di combattimento in regime autonomo”, ha riportato una fonte industriale russa all’agenzia d’informazione Tass. “In questo senso, Okhotnik diventerà il prototipo del jet da combattimento di sesta generazione”. La fonte intervista ha tenuto ad aggiungere che nonostante l’integrazione di intelligenza artificiale sulla piattaforma Okhotnik, l’impiego di armamenti rimarrebbe una decisione “umana”. Già nel 2014, l’Air International definì quello del Cacciatore russo “il principale programma tattico delle Forze aerospaziali russe per il prossimo decennio, dopo il completamento del caccia di quinta generazione Su-57. I dati divulgati tuttavia dimostrano come il drone in questione sia estremamente lento, dunque non è chiaro come questa piattaforma, in confronto al caccia di ultima generazione sviluppato da Sukhoi, debba fungere da base per lo sviluppo di una flotta di jet da combattimento di sesta generazione. “Sembra che la Russia voglia includere tutto e in contemporanea in questo nuovo vettore”–  tecnologia steatlh, design avveneristico e intelligenza artificiale – ha dichiarato il ricercatore della Cna Corporation Sam Bendett; ma la realtà vuole che probabilmente i progettisti dovranno scendere a compromessi se vorranno rendere operativo questo drone di ultima generazione. “Questo sforzo costoso”, ha proseguito Bendett, “spingerà i progettisti russi e il ministero della Difesa ad essere più selettivi nell’approvare le specifiche aeronautiche finali. Tuttavia, alcune qualifiche, come l’equipaggio opzionale, l’autonomia e una qualche forma di intelligenza artificiale saranno probabilmente incluse”. L’Ohotnik, nelle poche immagini che sono state divulgate, ricorda il design del drone di ultima generazione americano Rq-170 Sentinel, un drone di sorveglianza high-altitude che dovrebbe sostituire gli aerei spia U-2 “Dragon Lady”. Secondo alcuni analisti, il velivolo sperimentale russo dovrebbe includere tecnologie raffinate come il radar a fotoni radio: un nuovo sensore sperimentale, che impiega l’energia a microonde e laser ottici per per individuare oggetti che i radar convenzionali mancherebbero (o almeno questo è ciò che viene pubblicizzato dalle fonti militari russe). Le conclusioni degli analisti sostengono che passerà ancora diverso tempo prima che l’Okhotnik – che ha già superato i test di il volo – divenga realmente operativo. Ciò nonostante, questo nuovo velivolo e le sue “aspirazioni” offrono un punto di vista importante per analizzare i desideri di Mosca riguardo il futuro della propria aeronautica militare e le sue capacità tattiche. Frattanto anche i report riguardanti l’impiego del caccia Su-57 nel teatro siriano, debutto avvenuto lo scorso febbraio con un fulmineo ritiro, darà a Mosca un’indicazione più chiara sulle vere possibilità delle piattaforme di ultima generazione che intende impiegare nei conflitti del futuro e sulla rotta da prendere.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

 

 

 

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