Vari sono i libri che hanno tentato di raccogliere i tanti indizi, a supporto di una tesi di evoluzione del pianeta e dell’umanità, differente da quella ufficialmente accettata.
Impossibile non citare  a questo proposito, Peter Kolosimo e Michael Cremo.
Secondo le teorie derivanti dagli studiosi dell’archeologia del mistero, l’Homo Sapiens non potrebbe essere comparso sulla Terra soltanto 90.000 anni or sono ,non potrebbe inoltre essere  rimasto in una fase di progresso praticamente nullo per così tanto tempo e soprattutto una nostra non sarebbe affatto la prima civiltà globalizzata ad aver abitato questo pianeta.
Moltissime dunque sarebbero le prove, a supporto di una ipotesi storica alternativa rispetto a quella vigente negli ambienti accademici ufficiali.
Secondo gli autori dell’archeologia misteriosa, le prove che il mondo accademico ufficiale sbaglierebbe, si troverebbero tra i numerosi reperti classificati impossibili, rinvenuti nelle più disparate zone della Terra.
Questi fossili manufatti ,per così dire fuori del tempo, sarebbero spesso scomparsi senza lasciare traccia, subito dopo la loro scoperta.
In altri casi però i reperti in questione sono semplicemente finiti in musei o in collezioni private dove volendo possono essere recuperati ed analizzati in qualsiasi momento.
Sculture intagliate migliaia di anni prima della comparsa dell’uomo sul pianeta (migliaia di anni prima dell’era giurassica persino ) frammenti di macchinari tecnologici primitivi paragonabili ad odierni calcolatori , resti umani di proporzioni inverosimili ed altri reperti incredibili tra cui addirittura impronte di piedi umani conservati in strati di minerali vecchi oltre 500 milioni di anni sono una vera e propria sfida alle idee propugnate dall’archeologia tradizionale.
Inoltre sotto gli occhi di tutti si troverebbero famosissime meraviglie architettoniche i cui segreti non sembrano ancora essere stati del tutto svelati.
Le piramidi d’Egitto e la Sfinge sono forse tra le più conosciute strutture ancora velate di mistero in questo senso .
Dalle tecniche usate per la loro costruzione allo scopo per il quale sono state costruite molte teorie sono state ipotizzate ma nessuna di queste è stata ancora confermata.
Dobbiamo dire che i dati più interessanti sono quelli che si riferiscono alle teorie sulle dimensioni della Piramide maggiore: dividendo il suo perimetro per il doppio dell’altezza il valore ottenuto è molto simile al Pi greco.

 

Le misurazioni compiute sulla piramide hanno addirittura migliorato il calcolo del greco fino al quinto decimale .
Inoltre la sua ombra scompare totalmente il giorno dell’equinozio di primavera .
Il suo perimetro in pollici piramidali corrisponde esattamente a mille volte 365,2 ( il numero di giorni dell’anno solare) ed essa venne realizzata 1500 anni prima che i greci realizzassero il primo calendario.
Inoltre la piramide rivelerebbe anche la distanza tra Sole e Terra moltiplicando la sua altezza in pollici per dieci alla nona potenza .
Secondo un ecclesiastico americano le pietre che costituiscono la piramide conterrebbero un sistema di numeri attraverso i quali sarebbero indicate pesi, misure angoli temperature gradi problemi geometrici e  rilevamenti cosmici.
Infine i rapporti tra le lunghezze dei suoi corridoi rivelerebbero addirittura alcune date fatidiche della storia mondiale.
Potrebbe trattarsi dunque di una complessa carta di riconoscimento planetaria visibile dallo spazio dato che la teoria ufficiale quella del monumento funebre non è mai stata supportata dal ritrovamento di alcuna mummia faraonica all’interno dell’enorme costruzione.
Singolare poi la disposizione delle tre piramidi che riproduce da una visione aerea la costellazione della Cintura di Orione.
Curiosi enigmi avvolgono anche le piramidi messicane ma per quanto riguarda il sud America le stranezze in maggior misura riportabili a tematiche ufologiche sono quelle relative alla Piana di Nazca.
Ci troviamo in questo caso alla presenza non di strutture architettoniche bensì di elaborati disegni  dalle dimensioni gigantesche visibili solo ed esclusivamente dall’alto.
La domanda sorge spontanea: a chi erano rivolte tali immense figure? Tra l’altro non di facile realizzazione vista l’impossibilità di un riferimento aereo che potesse fornire delle direttive.
Ma la cosa più inspiegabile riguarda la rappresentazione di un gigantesco ragno al termine della cui zampa posteriore si può notare la presenza di un prolungamento anomalo.
Ulteriori studi hanno messo in luce la possibilità di interpretare questo disegno come un diagramma rappresentante ancora una volta la Costellazione di Orione.
Trattasi di una conoscenza astronomica eccessiva per le popolazioni arcaiche.
Tale conoscenza astronomica è emersa anche dall’analisi dell’antichissima Stonehenge ,una struttura di monoliti la cui disposizione lascia appunto supporre la dimestichezza di questi popoli con nozioni celesti quali equinozi solstizi cicli stellari di spaventosa precisione.

 

Buffonate secondo la scienza e l’astrologia ufficiale imbarazzanti verità tenute nascoste al dominio pubblico secondo chi si occupa di queste tematiche.
Parecchi studi riferiscono inoltre la presenza di alcuni racconti leggendari di alcune decorazioni di alcuni simboli o illustrazioni riscontrabili praticamente in ogni punto del globo attribuiti a diverse culture ormai da lungo tempo scomparse.
L’ipotesi è quella di una civiltà antica antichissima precedente e madre di tutte quelle ad oggi conosciute.
Tale civiltà scomparsa avrebbe compreso l’intero pianeta.
Stiamo parlando del perduto continente di Atlantide che si sarebbe inabissato nelle acque dell’oceano Atlantico in seguito ad apocalittici eventi.
Una simile civiltà insomma avrebbe influenzato ogni cultura succeduta all’enorme disastro che sarebbe stato causa della sua distruzione.
Ma chi sarebbero stati gli abitanti di Atlantide?
Da dove provenivano? Come avrebbero potuto possedere tecnologie tanto avanzate in un’epoca così remota? Si tratta senza dunque di domande alle quali non è possibile per ora dare nessuna risposta.

Prof. Giovanni Pellegrino

 

 

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