Vorremmo partire dalla domanda che ci siamo posti ieri concludendo il nostro articolo su quello che sta avvenendo in questi ultimi anni nel Mediterraneo e, in particolare, in alcune aree della Sicilia: “Tutti questi fatti che notiamo attorno a noi: il cambiamento del clima, la presenza continua, ormai da molti anni, di scie in cielo, i terremoti, le guerre che dal 2011 non danno tregua al Mediterraneo, la militarizzazione della stessa area mediterranea (si pensi al Muos di Niscemi) e la grande crisi economica che tocca con particolare violenza quella parte d’Europa che si affaccia nello stesso Mediterraneo (Grecia, Italia e Spagna) sono tutti causali e slegati tra di loro o c’è qualcosa che li unisce?”.

 

 

Oggi proseguiamo il nostro particolare ‘viaggio’ tra i misteri del Mediterraneo e della Sicilia partendo da alcuni dati di fatto accaduti negli ultimi anni e negli ultimi giorni, provando a cercare, ammesso che ci sia, un nesso connettivo tra queste storie.

Restiamo in provincia di Messina, zona piuttosto nevralgica della nostra Isola. Mettiamo da parte i fatti di Canneto di Caronia e proviamo a ragionare con i dati oggettivi, partendo da testimonianze storiche.

L’area dei Nebrodi e dei Peloritani è caratterizzata da dissesto idrogeologico. Nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, un bravissimo dirigente di Confagricoltura Sicilia, Cesare Di Vincenzo, profondo conoscitore dell’agricoltura e delle campagne messinesi, avvertiva che l’abbandono delle colture arborate (cioè degli alberi), con particolare riferimento al Nocciolo, avrebbe accentuato i fenomeni di erosione dei terreni, in un’area già piuttosto problematica. In quegli anni la Cee consentiva l’arrivo nei mercati europei delle nocciole turche a basso prezzo, impedendo a chi coltivava le nocciole nel Vecchio Continente – e la Sicilia era tra queste Regioni – di continuare a raccogliere il prodotto perché deprezzato.

La crisi del nocciolo è andata avanti. Ed è andato avanti il degrado ambientale del Messinese. Però c’è un fatto che va sottolineato con forza: e cioè che tutti i fenomeni di dissesto idrogeologico di grande entità che hanno colpito la provincia di Messina si sono verificati dopo il 2004, ovvero dopo i fatti accaduti a Canneto di Caronia. E’ un caso?

Questo elemento è centrale: la crisi del nocciolo, in queste contrade, inizia nella prima metà degli anni ’80. L’area del Messinese è, da sempre, fragile, sotto il profilo ambientale, sempre caratterizzata da pericoli di frane e smottamenti dei terreni. La Regione siciliana, al di là delle chiacchiere dell’assessorato al Territorio e Ambiente sui Pai (sigla che sta per Piani di assetto idrogeologico) – ma solo chiacchiere allo stato puro, s’intende – non ha fatto nulla. L’unica istituzione che ha fatto qualcosa per queste aree è l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, una struttura che la politica siciliana degli ultimi anni sta provando a distruggere (la gestione di vertice di una ‘macchina’ così importante non si inventa con una delibera di Giunta, né con l’amicizia con qualche senatore).

Per il resto, l’ara del Messinese è sempre stata una zona presidiata solo dai Comuni che sono sempre stati tanti anche per questo: per presidiare un territorio fragile (anche su questo fronte, un’intelligente riforma, naturalmente promossa dal solito Governo di Rosario Crocetta, punterebbe a far scomparire i quattro quinti dei 108 Comuni del Messinese: ipotesi che, se dovesse concretizzarsi, condannerebbe al definitivo degrado ambientale queste zone, che verrebbero messe nelle mani del Pai dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, una sorta di Araba Fenice della tutela ambientale siciliana: “che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessuno lo sa…)".

Ironia a parte, fino al 2004, cioè fino a prima dei fatti di Canneto di Caronia, i problemi, in questa provincia della Sicilia, ci sono sempre stati: piccole frane, piccolo smottamenti di terreni, piccole alluvioni.

Tutto cambia nel 2009, quando una pioggia di certo insistente e copiosa genera un mezzo cataclisma, coinvolgendo un’ampia parte di territori montani e collinari. L’evento colpisce una zona sud di Messina, lungo la costa ionica, un’area che, da tanti anni, nonostante la difficile orografia dei terreni, risulta abitata. I centri più colpiti sono Scaletta Marina, nel Nomune di Scaletta Zanclea e varie località del Comune di Messina:
Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore e Pezzolo. Ingenti danni si registrano nella frazione di Guidomandri Superiore e nelle altre località del Comune di Scaletta Zanclea e nel comune di Itala.

La tesi ufficiale è che il degrado c’è e che la pioggia è stata insistente. Tutto vero. Ma i degrado c’è sempre stato, in parte peggiorato per la crisi dell’agricoltura di queste zone. Ma basta questo a spiegare gli effetti devastanti dell’alluvione del 2009?

Noi non abbiamo risposte preconfezionate. Ci limitiamo a osservare – lo abbiamo scritto ieri – che il clima siciliano, dalla seconda metà degli anni ’80 ad oggi è cambiato. Negli anni ’80 era un clima subtropicale arido. Oggi piove di più. Ma non piove di più dal 2009, ma da prima.

Un fatto oggettivo, che nessuno può smentire, è che l’alluvione del 2009 è successiva ai fatti di Canneto di Caronia. Su questo, è il caso di dirlo, non ci piove.

Anche l’alluvione di Barcellona Pozzo di Gotto, nel 2011 è stata al centro di un acceso dibattito. Chi ha redatto il Piano regolatore di questa cittadina del Messinese aveva segnalato i pericoli di allagamento nella aree della città che, poi, sono state travolte dalle piogge. Anche negli anni precedenti si erano verificate piogge. Ma non era successo nulla. Anche in questo caso, l’allagamento di Barcellona Pozzo di Gotto è del 2011, dopo i fatti di Canneto di Caronia.

Per caso ci siamo imbattuti nel blog di Gabriele Lombardo “Svegliati apri gli occhi”. In questo blog abbiamo letto qualcosa che ci ha fatto riflettere. Per un motivo semplice:
perché è stata scritta nel mese di aprile, ben quattro mesi prima dei terremoti ‘previsti’ che hanno colpito nei giorni scorsi Messina e il suo territorio.

In questo scritto si fa riferimento anche agli ufo che, come i lettori ricorderanno, sono stati chiamati in causa, insieme con altre interpretazioni, per i fatti di Canneto di Caronia.

“Cosa sta succedendo nella zona di Caronia di Sicilia? – si legge in questo interessante scritto che non inventa nulla, ma fa riferimento a fatti oggettivi. - Abbiamo la maggiore concentrazione di avvistamenti ufo d’Italia, più fenomeni paranormali (palesemente di origine artificiale) di tutto il resto d’Italia messo insieme, una commissione d’inchiesta di tutto rispetto, un comunicato della protezione civile, uno stato di calamità permanente; a questo aggiungiamo le voci di corridoio, che voglio una base extraterrestre sottomarina a 100 km nord sotto il fondale marino (in direzione delle isole Eolie), il coinvolgimento del progetto HAARP americano e l’uso di tecnologie sperimentate all’origine da Nikola Tesla, ed adoperate e sviluppate dal Darpa L’agenzia per la creazione di nuovi sistemi d’arma americana”.

Il comunicato al quale lo scritto fa riferimento è stato affisso sui muri dei paese e nei dintorno in seguito alle conclusione dei lavori di una commissione speciale. Questo il testo:
“Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre, potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia, potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militari tra forze non convenzionali, oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni, in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato”.

A questo punto, il blog di Gabriele Lombardo si sofferma su quello che sta succedendo in queste aree del messinese negli ultimi tempi. Ricordiamo ancora una volta che lo scritto risale allo scorso aprile.

“Negli ultimi mesi – leggiamo sempre in questo blog tutta la zona dei Nebrodi sta praticamente franando, gli smottamenti non hanno origine sismica né vulcanica; cosa sta provocando tutte queste frane? Ci potrebbe essere un nesso tra gli smottamenti o frane improvvise, l’aprirsi di crepe o addirittura come in un caso l’implosione della cima di una montagna come un castello di carta, ed i fenomeni di autocombustione di Caronia? A mio avviso sì, le frane coinvolgono anche la zona di Caronia, abbiamo video presenti su youtube che ci fanno vedere cosa realmente succede in loco e dintorni”.

“Potrebbe trattarsi anche in questo caso di esperimenti? – proseguo lo scritto. - Magari di quegli esperimenti che avrebbero potuto coinvolgere in futuro intere popolazioni ecc. di cui parla il comunicato diramata a Caronia dalle forze dell’ordine? Io credo proprio di sì. Quali sono le cause? Secondo me le cause possibili sono due: onde elettromagnetiche o, soprattutto, microonde ad alta frequenza; queste potrebbero liquefare le montagne al suo interno facendole praticamente implodere, o arricciarle in superficie causando frane e smottamenti. Inoltre è perfettamente concordante con la tesi dell’uso di queste tecnologie, che sullo stesso territorio hanno provocato le autocombustioni; ed anche verosimile che queste armi siano usate o testate in loco per via di specifiche caratteristiche territoriali quali non saprei proprio dirlo, ma la Sicilia è ormai territorio di sperimentazione da molti punti di vista. Non è altrimenti possibile spiegare, il tutto senza cause sismiche e vulcaniche, e sostenendo che si tratti soltanto di un eccessiva stagione piovosa e di normali fenomeni naturali”.

Non sappiamo se le tesi di protagonista di questo blog rispondano al vero. Romaniamo colpiti, però, da due parole: “onde elettromagnetiche”. Ne abbiamo sentito parlare a proposito dei fatti di Canneto di Caronia e ne sentiamo parlare in questi mesi a proposito del Muos, un arma sofisticatissima – e non uno “strumento di pace” come affermato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta – che i militari americani vorrebbero piazzare al centro della Sicilia,a Niscemi. Guarda caso, quelle potenti onde elettromagnetiche che, secondo l’Istituto superiore della sanità non sarebbero dannose per la salute umana (o meglio, per la salute degli abitanti della Sicilia, visto che questa tesi l’Istituto superiore della sanità la sostiene per la Sicilia).

“Per concludere – leggiamo ancora nel blog di Gabriele Lombardo – qualcosa di importante sta succedendo nel messinese, e coinvolge da anni a fasi alterne e spesso con calamità differenti, la zona di Canneto di Caronia e i dintorni; il tutto correlato da elicotteri inseguiti o seguiti da ufo, ufo di forme varie apparsi ovunque o che emergono dall’acqua, fenomeni di autocombustione, liquefazione dei metalli, crolli improvvisi delle case, aumento della temperatura inspiegabile al suolo, frane e smottamenti senza logica di intere montagne, e tanto altro ancora. Che altro ci serve per trarre le nostre conclusioni? Avete davvero bisogno di ulteriori conferme? Aprite gli occhi perché non tutto ciò che vediamo è reale e non tutto ciò che sembra irreale lo è realmente, ricordo a tutti che la realtà può essere manipolata in molti modi, sta a noi discernere la verità o cercare di comprenderla”.

Noi non ci pronunciamo. Ci limitiamo a mettere assieme una serie di elementi. Un dato che sta sotto i nostri occhi è che, sui fatti di Canneto di Caronia, ormai da qualche anno, è calato il silenzio. Per chi non lo ricordasse, in questo piccolo centro, a partire dal gennaio del 2004, si sono verificati fatti strani: oggetti che prendevano fuoco senza un innesco apparente, telefonini che si caricavano da soli inviando strani messaggi, cavi ed elettrodomestici che esplodevano, chiusure elettriche che impazzivano, vetri di automobili implosi o forati secondo modalità inspiegabili,

Nel 2005, per la cronaca, venne creato un gruppo interistituzionale coordinato da Francesco Mantegna Venerando composto da militari italiani e da tecnici della Nasa.

Sempre per la cronaca, l’inchiesta scientifico-giudiziaria è durata 24 mesi. La conclusione, almeno quella ufficiale, è che Canneto di Caronia sarebbe stata colpita “da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata di fasci di microonde ad altissima frequenza”.

Due le possibili spiegazioni: o armi avvenieristiche supersegrete, oppure la presenza di alieni.

E oggi? Una novità l’appendiamo dal sito “Insolitanotizia”. Dove leggiamo: “Sempre in Sicilia, precisamente nella cittadina di Riesi (CL) in uno stabile di due piani situato in via Mazzini, dove da diversi giorni il pavimento del pianterreno ha raggiunto la temperature incredibili, fino ad arrivare a 100 gradi Celsius! Immaginatevi il disagio degli inquilini che oltre al caldo siciliano sentono aumentare la temperatura fino a cuocere i piedi ed evitando le risate dei pompieri che verosimilmente avrebbero pensato ad uno scherzo, lasciano il loro appartamento-padella solo dopo averlo sopportato per giorni sperando invano che le cose tornassero a posto da sole. A questo punto intervengono le autorità locali, l’ENEL, le forze dell’ordine, e addirittura, Istituto di Geofisica e Vulcanologia di Palermo”.

“Il mistero – leggiamo sempre nel blog Insolitanotizia – dopo tutte le analisi del caso resta e secondo gli esperti dell’Ingv lo strano fenomeno non avrebbe un’origine geologica e le prime analisi su alcuni campioni del vapore che si è sprigionato dal suolo escludono la presenza di gas di tipo vulcanico”.

“Escludiamo qualsiasi tipo di fenomenologia naturale in atto – ha detto Claudio Scaletta dell’Istituto di geofisica di Palermo. - Dai primi accertamenti non rileviamo dati che possano mettere in evidenza pericoli per la popolazione e non ci sono fenomeni imminenti, in corso o potenziali. La situazione è molto puntiforme per essere considerata legata a un problema geologico, la zona è limitata e ci sono punti di temperatura diversa”.

“Di fatto quelle che abbiamo prelevato è aria con una componente di vapore dovuto proprio alla temperatura e all’umidità presente nel sedimento”, ha spiegato Rocco Favara, dirigente di ricerca dell’Ingv, e ha aggiunto: “Non c’è nessun tipo di situazione anomala che sia collegabile a fenomeni crostali di degassamento anomalo e quant’altro. Sarà probabilmente un problema antropico, da ricercare ancora”.

Fonte: http://www.linksicilia.it

 


 

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