Nell'ufologia italiana c'e' un numero elevato di strumenti di indagine scientifica o dedicati a particolari attivita', che rispondono ad esigenze spesso simili ma anche a principi operativi diversi.

Nell'ufologia italiana c'e' un numero elevato di strumenti di indagine scientifica o dedicati a particolari attivita', che rispondono ad esigenze spesso simili ma anche a principi operativi diversi. Macchine da ripresa, telescopi, sensori, sistemi di comunicazione di vario tipo e marca, non sempre utilizzabili in sintonia. Dal punto di vista della strumentazione c'e' il caos, che talvolta rende difficile la cooperazione in taluni ambiti di ricerca, se si proviene da questo o quel centro ufologico differente. Alcuni gruppi amici potrebbero pero' stabilire degli standard, cosi' da facilitare in futuro acquisti di materiale per rispettare alcune specifiche comuni. Questo concetto, chiamato interoperabilita', e' una delle chiavi della cooperazione operativa tra diversi centri ufologici in una unica attivita' sul territorio. Immaginiamo che il gruppo A riceva in manforte dei ricercatori dell'associazione B, che si portano dietro apparecchiature differenti. Dagli alimentatori di corrente elettrica per ricaricare la batteria della telecamera, fino alla pulizia delle lenti dei sensori, i due team dovrebbe portarsi dietro i rispettivi sistemi di supporto, comportando maggiorazioni di peso nel bagaglio trasportato, quando l'indagine ufologica e' spesso attuata in aree fuori mano, con anche zaini in spalla.

 

 

Immaginiamo invece che il centro A ed i colleghi del gruppo B hanno da anni attuato un patto di interoperabilita', ed utilizzano strumentazione compatibile tra loro, se non le stesse attrezzature. Il peso del bagaglio viene ridotto in caso di passaggio allo zaino, mentre se uno dei due team ha un guasto sul posto o smarrisce qualche parte tecnica puo' sempre ottenere aiuto dalla controparte. L'interoperabilita' puo' riguardare qualsiasi campo, dall'uso di soli apparecchi alimentati con 12 volt all'adozione alternativa di alimentatori in cui si puo' modificare voltaggio e spinotto.

 

 

Puo' esistere uno standard di impermeabilita', cosi' da acquisire gli stessi astucci protettivi contro l'acqua e l'umidita', cosi' da potersi interscambiare sul posto l'indispensabile protezione. Nel campo dei ricetrasmettitori l'uso di uno standard consentirebbe di essere sicuri di potersi collegare con le radio dei colleghi dell'associazione amica, e magari perfino scambiarsi le batterie cariche. I campi in cui si possono stabilire degli standard, in vista di cooperazioni tra diverse realta' dell'ufologia italiana, sono numerosissimi. L'interoperabilita' non e' solo uno slogan, ma un mezzo di cooperazione sul campo e di risparmio economico.

D.D., Ansu.

 


 

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