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Sono passati 35 anni, ma Alan Godfrey quella sera non se l’è mai scordata. Ha ormai 68 anni, ma la sera del 28 novembre 1980 a Todmorden (una piccola cittadina della contea inglese dello Yorkshire) resta impressa nella sua memoria e ogni volta che viene invitato a parlarne non si tira indietro. Era di pattuglia quella sera e stava perlustrando con l’auto di servizio una strada rurale (dovrebbe essere stato nei pressi dell’incrocio tra Burnley Road e Fernley Lee Road) per indagare in merito alla sparizione di alcuni capi di bestiame. A un certo punto vide sulla strada, a pochi metri d’altezza, uno strano veivolo che ha sempre descritto essere a forma di diamante, silenzioso e rotante, alto circa 6 metri e largo 12, in volo stazionario come un aereo da caccia a decollo verticale Harrier. Un jet come l’Harrier produce tuttavia un frastuono molto elevato, mentre questo non sembrava emettere alcun suono, in compenso emetteva una forte luce. Godfrey tentò di comunicare con la Centrale ma né la radio dell’auto né quella personale funzionavano, per cui prese un taccuino e disegnò uno schizzo di ciò che gli compariva davanti. Improvvisamente il bagliore emesso dall’ufo si fece così forte che l’agente dovette coprirsi gli occhi con la mano. Quando li riaprì il veivolo era scomparso e l’autovettura sembrava essere arretrata di diversi metri rispetto a dove si trovava fino a un momento prima. Godfrey scese dall’auto, esaminò la strada e scoprì che dove aveva osservato il misterioso veivolo si notava un’area circolare del tutto asciutta e pulita, mentre il resto del manto stradale era coperto da uno strato di umidità e foglie. Non solo: su uno degli stivali che indossava notò una strana bruciatura, mentre il suo orologio mostrava che erano apparentemente trascorsi 30 minuti dal momento dell’avvistamento, un lasso di tempo di cui non si era assolutamente reso conto. Cosa era accaduto quella sera? Anche altri testimoni oculari, tra cui altri agenti colleghi di Godfrey, dissero di aver notato quella sera strane luci in cielo in zone limitrofe a quella in cui si trovava di pattuglia il poliziotto. Impressionato dall’episodio Godfrey decise di sottoporsi ad una seduta di regressione ipnotica, nel corso della quale disse di ricordare che dopo essere stato investito dal bagliore accecante (un fascio di luce proiettato dall’oggetto misterioso) aveva perso i sensi. Al suo risveglio si sarebbe ritrovato in una stanza sconosciuta, circondato da piccole creature umanoidi che apparentemente lo stavano esaminando. Per Godrey purtroppo l’episodio non ebbe un esito felice: i suoi superiori prima lo trasferirono in un’altra stazione di polizia, poi gli imposero una serie di ricoveri in ospedale per sottoporsi ad una terapia mentale. Infine lo costrinsero ad andare anticipatamente in pensione. Da allora Godfrey racconta la sua storia, divenuta uno dei primi e più famosi casi di rapimento alieno (“alien abduction”) in Gran Bretagna, ma non l’unico mistero in cui Godfrey fu coinvolto. Nel giugno del 1980 il poliziotto indagò anche sulla misteriosa morte di Zygmund Adamski, un veterano polacco della Seconda Guerra Mondiale, uscito di casa a Tingley per andare a comprare delle patate, e ritrovato cadavere pochi giorni dopo in un deposito di carbone accanto alla ferrovia di Todmorden dal figlio del proprietario del deposito, Trevor Parker, il cui allarme fu raccolto proprio da Godfrey. Ma questa è decisamente un’altra storia.

Fonte: http://www.fanwave.it

 

 

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