Alcune considerazioni sul nuovo film dedicato alla leggendaria figura di Superman, il famoso supereroe creato dalla DC Comics negli anni trenta del secolo scorso. Innanzitutto, non possiamo fare a meno di notare come la Fantascienza riesca sempre ad attirare ed incuriosire le masse in maniera totale; gli orizzonti fantascientifici hanno il potere di attirare il nostro interesse in modo quasi morboso.
Chi di noi non è cresciuto sognando di volare sull’Enterprise a fianco del comandante Kirk o di far parte di una grande avventura insieme a Luke Skywalker e Ian Solo? Il cinema e la letteratura hanno accresciuto notevolmente le nostre fantasie e i nostri sogni, regalandoci scenari e orizzonti nuovi, cosi differenti dalla realtà che viviamo giorno per giorno che sembra non ammetta intrusioni della sfera creativa se non veicolata verso un fine utile. La Fantascienza è un’occasione unica per evadere totalmente il grigiore della nostra quotidianità, essa ci permette di gettare lo sguardo verso un lontano e surreale futuro o verso dimensioni parallele, un’alienazione che in alcuni casi è necessaria all’individuo per far si che esso non si senta eccessivamente oppresso dai doveri della vita di tutti i giorni. La storia di Superman la conosciamo tutti, il film diretto da Zack Snyder in questi giorni nei cinema non ha fatto altro che ricordarci quanto noi amiamo questo personaggio, finito negli ultimi tempi nel dimenticatoio. L’emblema stesso dell’eroe riprende un concetto filosofico introdotto dal filosofo Ralph Waldo Emerson: egli sosteneva che nella storia umana vi siano una lunga serie di figure umane idealizzate, e tra queste vi era anche la figura dell’individuo dotato di una grandissima potenza, il plus man, l’elevazione massima dell’essere umano. In questo quadro possiamo riconoscere la figura di Superman, il cosiddetto superuomo o semi-dio differente dalla definizione nietzscheana di Ubermensch.
Ma concetti filosofici a parte, cosa rappresenta realmente Superman? Egli altro non è che un’alieno, un essere proveniente da un’altro pianeta (il mitico mondo chiamato Krypton) che possiede capacità che a noi esseri umani appaiono come superiori e perciò quasi divine, mentre invece esse fanno parte di quell’insieme di caratteristiche proprie di un popolo lontano da noi nello spazio. Chi può dire se nel grande e vasto universo non possa esistere una civiltà molto più evoluta di noi composta da esseri cosi avanti nel loro processo evolutivo rispetto alla razza umana da possedere alcune capacità totalmente impensabili per noi? Un essere cosi non sarebbe forse considerato da noi come un semi-dio? Il film ci mostra questo kryptoniano spedito sulla Terra dal suo pianeta morente, le sue grandi difficoltà nel tenere nascosta la sua vera natura e le sue incredibili doti nella sua esistenza in mezzo agli uomini. Una figura tragica e affascinante portata in grande stile sullo schermo dall’attore britannico Henry Cavill, capace di dar luce ai conflitti interiori del ragazzo Clark, giovane dotato di immensi poteri che scoprirà un giorno di essere in realtà Kal-El e di provenire da un mondo molto lontano.
Un’altro aspetto che il film va a toccare (argomento molto caro nell’intera storia della Fantascienza) è l’invasione della Terra. I kryptnoniani, guidati dal fanatico generale Zod, vogliono conquistare il nostro mondo per spazzare via l’intera razza umana, in modo tale da creare un nuovo Krypton. Una razza che tenta di ricrearsi e di salvarsi da una inevitabile estinzione massacrandone un’altra più debole in quanto a tecnologia e forza. Scenari apocalittici ci vengono mostrati nel film di Snyder con gli invasori extraterrestri che radono al suolo le nostre città con macchine spaventose capaci di impensabili forze di fuoco. Navi da combattimento che gravitano intorno alla nostra orbita, pronte a sferrare l’attacco decisivo; una razza evoluta che è giunta ad uno stato evolutivo tale da aver soppresso ogni tipo di “considerazione etica e morale”, una fredda opera razionale di distruzione e di sopravvivenza.
Fortunatamente la razza umana può contare sull’aiuto di Superman, il kryptoniano che respinge l’assalto dei suoi simili decidendo di mettere la sua forza immensa al servizio della razza più debole. Nelle spettacolari sequenze finali di Man of Steel il grande eroe combatte insieme agli esseri umani e salva il nostro pianeta dal cambiamento evolutivo prospettato dai kryptnoniani. Il film si conclude con Clark che cela la propria identità di superuomo presentandosi come un semplice reporter di una testata giornalistica. Un uomo comune che racchiude in se tutta la forza dell’universo. Potremmo mai pensare ad un individuo del genere che cammina in mezzo a noi? Un extraterrestre dotato di poteri al di là della nostra comprensione che nasconde la sua vera natura mescolandosi in mezzo a noi? Ovviamente, la razionalità ci mette subito in guardia dal poter solo anche credere possibile una realtà del genere… Ma se mettiamo da parte per un attimo la ratio ci renderemo conto che nel nostro inconscio pensiamo che questi scenari apocalittici possano essere reali, e forse anche un individuo potente e superiore come Superman è presente nel cosmo o sulla Terra insieme a noi… Probabilmente, una razza aliena destinata ad una fine ormai prossima ci sta spiando dallo spazio profondo con sguardo freddo e ostile, pronta a sferrare un attacco cosi devastante che non lascerà nulla di noi. Sogni, fantasie, scenari irreali creati nella nostra mente influenzata dalle storie fantascientifiche con cui siamo cresciuti. Il desiderio che un essere come Superman possa esistere davvero, una figura di uomo superiore alla nostra condizione attuale, un modo per guardare al futuro che si staglia dinnanzi a noi con rinnovata speranza e con la consapevolezza che il cosmo conservi ancora tanti segreti da scoprire.
Vincenzo Abate
Fonte: http://misteryhunters.wordpress.com