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Il problema della incompatibilit con le previsioni del Protocollo Abm.p. 19 4. Il ritiro americano dal Protocollo e le reazioni della Federazione Russa. Il collegamento con i negoziati sulla riduzione dei sistemi offensivi ...p.21 5. Posizioni ed interessi dellEuropa in rapporto al progetto americano .p.23 6. Gli interessi nazionali dellItalia .p.26 Allegati .p. 28 I Partecipanti agli Incontri-Dibattito ..p. 44 INTRODUZIONE Le operazioni militari in Afghanistan hanno rivelato le eccezionali dimensioni del salto di qualit che la scienza e la nuova tecnologia degli armamenti hanno fatto fare alle Forze Armate degli Stati Uniti. Molti analisti arrivano alla conclusione, forse affrettata, che lo schema tradizionale delle relazioni internazionali basato sulla ricerca dellequilibrio fra le principali potenze od alleanze rimpiazzato da qualcosa che ancora difficile da definire in quella che sar la concreta realt. Nel succo, una potenza che dispone di mezzi militari di qualit non solo superiore ma addirittura senza paragone con quelli degli altri Stati e la cui crescita esponenziale rispetto a quelli degli altri Stati, non ha pi bisogno di ricercare lequilibrio. Ricerca, semmai, il consenso delle altre parti, nella misura in cui lo sforzo necessario per ottenerlo non eccessivo. Nellambito delle nuove tecnologie militari cui si accennato sopra il pi recente progetto americano di difesa antimissilistica acquista un rilievo particolare. Esorbita del campo strettamente militare invadendo la sfera delle relazioni politiche internazionali e dellarchitettura di controllo degli armamenti messa in piedi negli ultimi decenni. E sufficiente, a questo riguardo, menzionare il recente ritiro degli Stati Uniti dal Protocollo Abm e limmediata ripercussione che esso ha avuto nelle relazioni squisitamente politiche tra le nazioni. Al tema della difesa antimissilistica il Centro di Studi Strategici della Luiss-Guido Carli, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri dal quale ha beneficiato di una sovvenzione, ha dedicato tre Incontri-Dibattito. Nelle pagine che seguono vengono esposti deliberatamente senza attribuzione alle persone i momenti essenziali dellapprofondita discussione ed in una prima parte, per comodit del lettore, il succo del problema trattato di cui forse superfluo sottolineare la complessit Un riconoscimento particolare va al Dottor Germano Dottori, cultore della materia e docente a contratto della Luiss-Guido Carli, autore della ricerca e della sintesi dei dibattiti qui presentati. Il Direttore del Centro di Studi Strategici On.le Prof. Enrico Jacchia RAPPORTO DI SINTESI UN NUOVO EQUILIBRIO TRA LE NAZIONI? LE DIFESE ANTIMISSILISTICHE Il rilancio della National Missile Defense da parte dellAmministrazione Bush: ragioni ed obiettivi 1.1. I precursori della National Missile Defense Lidea di proteggere il territorio americano dalle offese missilistiche avversarie si affacciata allindomani stesso del lancio dello Sputnik, che rivel nel 1957 lacquisizione da parte sovietica della capacit di produrre missili intercontinentali in grado di colpire gli Stati Uniti. I primi tentativi di erigere delle difese antimissilistiche risalgono in effetti proprio allepoca delle Amministrazioni Eisenhower e Kennedy, quando vennero varati i programmi Nike-Zeus, il primo a contemplare lutilizzo di missili intercettori a largo raggio dotati di testata nucleare, ed il pi organico Sentinel, che prevedeva la costruzione di 25 basi di lancio a ridosso delle principali citt americane. Ognuno di questi siti avrebbe ospitato 100 vettori: 16 sarebbero stati equipaggiati di missili extratmosferici Spartan ed altri 9 di missili endoatmosferici Sprint, tutti armati di testate nucleari. I sovietici si mossero nella stessa direzione, allestendo nel 1966 intorno a Mosca un perimetro difensivo antimissilistico anchesso composto da missili intercettori dotati di testate nucleari, i Galosh. Negli anni di Nixon, tuttavia, almeno negli Stati Uniti, si cambi strada. Si rinunci alla protezione delle citt, non ultimo a causa delle resistenze delle autorit locali, che ritenevano pericolosa linstallazione di missili dotati di testate nucleare nelle vicinanze dei grandi abitati, per difendere invece un certo numero di siti di lancio dei missili intercontinentali americani deputati alleffettuazione della rappresaglia. Ne deriv il programma Safeguard, che contemplava lo schieramento dei medesimi missili intercettori Spartan e Sprint intorno alla base di Grand Forks, nel Nord Dakota. La situazione venne sostanzialmente congelata in questi termini dal Protocollo Abm, con il quale Stati Uniti ed Unione Sovietica concordarono nel 1972 la rinuncia a pi complessi sistemi difensivi di carattere strategico. Fu autorizzato lo schieramento di 200 intercettori per parte, da alloggiare in non pi di due siti. Nel 1974, con un emendamento apportato al Protocollo, gli intercettori ed i siti concessi furono ridotti, rispettivamente, a 100 e uno per parte. Le superpotenze preferirono cos rimettere il mantenimento della pace ad un sistema di dissuasione reciproca pura, fondato sulla preservazione della vulnerabilit alla rappresaglia nucleare della controparte. I sovietici mantennero i loro sistemi antimissilistici, modernizzando i Galosh e poi schierando al loro fianco i pi veloci Gazelle. Gli americani, invece, decisero successivamente di rinunciare, pare per ragioni economiche, anche alla difesa della base di Grand Forks. Lipotesi di mettere in piedi un complesso sistema difensivo per fronteggiare leventualit di un massiccio attacco da parte dellUnione Sovietica venne per rilanciata nel 1983 dallAmministrazione Reagan. Il progetto reaganiano prese il nome di Strategic Defense Initiative, da cui lacronimo SDI, e fu loggetto di un profondo ed acceso dibattito, sia allinterno degli Stati Uniti che dellAlleanza Atlantica. Vennero espressi forti dubbi circa la sua realizzabilit ed affidabilit, una volta messo in opera. Inoltre, specialmente in Europa, si temette che il successo dellSDI avrebbe potuto compromettere lindivisibilit della sicurezza atlantica, santuarizzando il territorio statunitense e quindi creando delle differenze in seno alla Nato sotto il profilo delle capacit difensive assicurate ai propri membri. LUnione Sovietica, dal canto suo, critic fortemente il progetto americano, ritenendolo una violazione del Protocollo Abm del 1972 ed un elemento minaccioso per la tenuta della deterrenza, che era allora assicurata dalla capacit delle superpotenze di infliggersi reciprocamente un danno inaccettabile. La Strategic Defense Initiative venne ridimensionata dallAmministrazione Bush allinizio degli anni novanta. Finita la Guerra Fredda, sembr infatti che lo sviluppo e la costruzione di un sistema di difesa antimissilistica tarato per far fronte ad un attacco di grandi proporzioni implicassero sforzi economici non pi giustificabili alla luce del nuovo contesto strategico. Persisteva sempre, tuttavia, il rischio di lanci accidentali, che il collasso dellUnione Sovietica aveva anzi rafforzato, essendo sorte delle incertezze sulleffettivo controllo esercita dalle autorit di Mosca sul deterrente nucleare appartenuto allUrss. Inoltre, nel corso della Guerra del Golfo, si erano per la prima volta apprezzati gli effetti politici e strategici delluso, da parte di una potenza emergente, delle armi missilistiche: gli Scud iracheni lanciati contro Israele e lArabia Saudita avevano minacciato la tenuta della coalizione, erano stati la prima fonte di perdite tra i soldati americani ed avevano imposto la diversione di cospicue risorse militari dal perseguimento di altri obiettivi pianificati. II sistema ipotizzato dallAmministrazione Bush, la Global Protection Against Limited Strikes, o Gpals, fu il risultato della considerazione di questo duplice ordine di fattori di rischio. Ancorch limitata rispetto alloriginario progetto reaganiano, anche la Gpals del Presidente George Bush contemplava, oltre allutilizzo di sistemi terrestri, lacquisizione di elementi difensivi ed offensivi da collocare nello spazio, come i Brilliant Eyes ed i Brilliant Pebbles, satelliti rispettivamente specializzati nellacquisizione obiettivi e nella loro intercettazione. Le Amministrazioni democratiche guidate dal Presidente Clinton confermarono linteresse degli Stati Uniti per lacquisizione di capacit difensive antimissilistiche ma limitarono ulteriormente gli obiettivi del programma, che divenne noto con il nome di Ballistic Missile Defense, o Bmd. Cambiarono anche le priorit: lo sviluppo delle difese di teatro (Tmd, Theater Missile Defense) scavalc quello delle difese destinate a proteggere il territorio americano dai missili intercontinentali avversari (Nmd, National Missile Defense). Nella sua veste finale, inoltre, la difesa antimissilistica nazionale venne ridotta ad uno schermo relativamente leggero da basare in Alaska, con lobiettivo di contrastare aggressioni circoscritte da parte di alcune potenze della periferia continentale eurasiatica sospettate, come la Corea del Nord, di condurre attivit proliferatorie in campo balistico e nucleare. Nellambito del Programma Bmd venne impostata ed avviata anche una campagna di test di intercettazione, dai risultati inizialmente incerti, che era ancora in corso al momento in cui il Presidente Clinton concluse il suo mandato, rimettendo al suo successore la decisione finale relativa alla sua prosecuzione od interruzione. Gi nel corso della campagna elettorale per le presidenziali del 2000, lallora candidato repubblicano George W. Bush si espresse in diverse circostanze a favore della continuazione dei programmi di ricerca e sviluppo nel campo delle difese antimissilistiche. Tuttavia, soltanto nella primavera del 2001 che il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha esposto il pensiero della sua Amministrazione a questo riguardo. Ci accaduto in occasione del discorso tenuto dal Presidente americano alla National Defense University di Washington il 1 maggio 2001, nel quale stata pubblicamente annunciata lintenzione di procedere al dispiegamento di un sistema difensivo antimissilistico esteso agli alleati ed amici degli Stati Uniti. 1.2. La fine della Guerra Fredda e il tramonto della Mutual Assured Destruction Nella stessa circostanza, il Presidente Bush ha altres esplicitato la visione politico-strategica che ha ispirato la decisione di riprendere e sviluppare il progetto difensivo antimissilistico: un argomento che stato affrontato gi nel corso del primo Incontro-Dibattito organizzato dal Centro di Studi Strategici della Luiss-Guido Carli, svoltosi il 12 maggio 2001, per poi essere ripreso ed approfondito nei due successivi Incontri-Dibattito del 15 novembre 2001 e del 4 febbraio 2002. Secondo lattuale Amministrazione americana, la scelta di procedere allo sviluppo ed allo schieramento della difesa antimissilistica risponderebbe alla necessit di adeguare la politica di sicurezza americana alle sfide poste dalla nuova situazione internazionale, che sarebbe profondamente diversa da quella degli anni della Guerra Fredda. A quellepoca, infatti, il mantenimento della pace poggiava sulla dissuasione reciproca bilaterale americano-sovietica ed in quel contesto la costruzione di una difesa antimissilistica era considerata un fattore destabilizzante, minacciando la credibilit del meccanismo della Mutual Assured Destruction, che assicurava la pace garantendo deliberatamente la reciproca vulnerabilit delle due superpotenze alla rappresaglia massiccia. Fu proprio per mantenere lefficacia della deterrenza che le parti convennero, attraverso la stipula, la firma e la ratifica del Protocollo Abm, di rinunciare alla costruzione di sistemi difensivi di carattere strategico, cio capaci di proteggere il territorio dei rispettivi paesi dalloffesa missilistica avversaria. Lattuale contesto politico-strategico sarebbe, invece, differente. La stabilit e la sicurezza internazionale non verrebbero pi minacciati dal rischio di un massiccio attacco missilistico nucleare da parte di una superpotenza nei confronti dellaltra, quanto invece dalle ambizioni e dal comportamento delle potenze che stanno dando vita a quella che stata definita seconda era nucleare: i Paesi della periferia eurasiatica che si stanno dotando di armi di distruzione di massa e degli strumenti per veicolarli a grande distanza. In altre parole, il problema sarebbe adesso rappresentato dagli States of Concern, rispetto ai quali i meccanismi delle deterrenza tradizionale potrebbero anche risultare inefficaci, imponendo quindi di riconsiderare lopportunit di affiancare strumenti difensivi a quelli tradizionalmente riservati alla punizione dellattaccante. Questo elemento emerso sin dal primo Incontro-Dibattito ed ha trovato conferma nei successivi. Ancor prima degli attacchi dell11 settembre 2001 e della conseguente aggregazione della grande coalizione antiterroristica che ha portato alla deposizione del regime talebano a Kabul, la Russia era invece gi percepita dallAmministrazione repubblicana come un partner pi che un rivale o competitore strategico. Lo aveva precisato lo stesso Presidente Bush nel corso del discorso tenuto allUniversit di Varsavia il 15 giugno 2001. Ed anche le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese sarebbero migliori e pi collaborative di un tempo. L11 settembre e gli eventi successivi hanno tuttavia certamente agito da catalizzatori del cambiamento, trasformando il significato stesso della National Missile Defense americana, che adesso uno degli strumenti ai quali gli Stati Uniti pensano nellambito di uno sforzo pi ampio teso ad assicurare la protezione del territorio nazionale da qualunque genere di offesa. In America, come stato precisato nel corso dellIncontro-Dibattito svoltosi il 4 febbraio 2002, dopo gli attentati alle Torri Gemelle ed al Pentagono sarebbe adesso semplicemente non pi accettabile una politica di sicurezza che contemplasse tra i suoi cardini il mantenimento deliberato di una vulnerabilit strategica. 1.3 La nuova cornice strategica Quella che sta emergendo, in sintesi, sarebbe una vera e propria nuova cornice strategica, che renderebbe agli occhi di Washington il mondo attuale profondamente diverso da quello nel quale il Protocollo Abm del 1972 venne concepito e firmato. Stando a quanto emerso nellIncontro-Dibattito tenutosi alla Luiss-Guido Carli il 4 febbraio 2002, gli Stati Uniti la starebbero analizzando, tenendo in particolare considerazione cinque elementi: la proliferazione delle armi di distruzione di massa (Wmd, Weapons of Mass Destruction) e la diffusione delle capacit missilistiche balistiche, che renderebbe temibili una quantit di Stati precedentemente non minacciosi; la conseguente necessit di definire un nuovo concetto di deterrenza, posto che la rappresaglia massiccia potrebbe risultare insufficiente ed inadeguata a dissuadere i potenziali nuovi antagonisti. A questo specifico obiettivo dovrebbe provvedere la Strategic Posture Review, il documento consegnato al Congresso che enuncia la nuova dottrina strategica degli Stati Uniti in campo nucleare e del quale sono state rese note alcune rilevanti anticipazioni nel marzo 2002; il nuovo ruolo da attribuire alle difese antimissilistiche, che dovrebbero provvedere ad assicurare una forma di protezione per tutti i casi nei quali la deterrenza fallisse, dalle ipotesi di lancio accidentale a quelle di deliberato, ma limitato, attacco da parte delle nuove potenze sorte in seguito alla proliferazione delle Wmd e alla diffusione delle tecnologie missilistiche; la definizione di una nuova ed equa (equitable) relazione con la Russia. Su questo terreno, sarebbero stati realizzati importanti progressi, ma lAmministrazione Bush desidererebbe adesso definire su nuove basi strategiche il rapporto con Mosca e lo stesso ritiro dal Protocollo Abm farebbe parte di questo disegno volto al superamento degli schemi risalenti alla Guerra Fredda; la conseguente possibilit di ridurre consistentemente i sistemi missilistici offensivi dotati di testata nucleare. Essendo i rapporti con la Russia di tipo ormai cooperativo e desiderandosi conferire fondamenta strategiche alla relazione bilaterale russo-americana, i larghi arsenali attuali non sarebbero pi necessari e sarebbe invece ipotizzabile una loro contrazione a 1.700/2.200 testate. Allinterno di questa nuova cornice strategica, i vincoli imposti dal Protocollo Abm sarebbero apparsi allAmministrazione Bush un ostacolo sulla via del cambiamento e delladozione di una dottrina strategica adeguata al contesto di riferimento. La scelta di tempo operata dal Presidente, che ha annunciato il 13 dicembre 2001 la decisione americana di abbandonare il Protocollo, si spiegherebbe invece con la volont di non arrestare la sperimentazione dei primi elementi del sistema di difesa antimissile e con lintenzione di procedere quanto prima allinstallazione in Alaska di un nuovo radar del genere interdetto dallAbm. A Washington si riteneva che il ritiro americano dal Protocollo non sarebbe stato considerato dalla Federazione Russa un gesto minaccioso e nella reazione tutto sommato moderata del Presidente Putin si vista una conferma delle previsioni fatte a questo riguardo. 2. Le caratteristiche del pi recente progetto americano di difesa antimissilistica 2.1. I tre strati della difesa antimissilistica: tattico, di teatro e strategico Le caratteristiche della pi recente versione del progetto americano di difesa antimissilistica sono state descritte dagli esperti militari presenti allIncontro-Dibattito del 15 novembre 2001, ma sono state oggetto di discussione anche in quello successivo del 4 febbraio 2002. In base a quanto attualmente noto, la National Missile Defense americana si configurerebbe come un sistema difensivo multistrato volto a proteggere non soltanto il territorio metropolitano degli Stati Uniti ma, altres, quello dei loro amici ed alleati. Proprio per questo motivo, viene sempre pi frequentemente denominata semplicemente Missile Defense, nellintento di sfumare la connotazione originariamente solo nazionale del progetto. Lobiettivo sarebbe quello di evitare che lacquisizione di capacit difensive antimissilistiche si traduca nella frammentazione del blocco geopolitico occidentale in aree differenziate a seconda del livello di protezione di cui dispongono, effetto che limiterebbe a lungo termine la stessa libert dazione degli Stati Uniti, che potrebbero essere costretti a rinunciare alle proprie iniziative per non esporre i propri amici ed alleati al rischio di gravi ritorsioni da parte di quegli States of Concern che avessero acquisito la capacit di lanciare missili balistici armati di testate di tipo anche non convenzionale. In vista di questi obiettivi, la Missile Defense in via di progettazione contemplerebbe ben tre fasce di protezione, ciascuna delle quali corrisponderebbe ad un differente tipo di minaccia. Loffesa missilistica pu infatti essere portata da vari tipi di vettori ed un sistema ipoteticamente idoneo ad assicurare lintercettazione e la distruzione di una determinata classe di missili potrebbe essere in parte inadeguato in rapporto alle altre: un vettore che fosse in grado di arrestare un missile balistico intercontinentale, o Icbm, potrebbe ad esempio rivelarsi inefficace nei confronti di un missile a corta gittata. Le sinergie tra i singoli elementi del programma si limiterebbero alle fasi della ricognizione, dellintelligence e dellacquisizione obiettivi, mentre ad ogni famiglia di missili offensivi dovrebbe essere assegnato un insieme di vettori differente per tener conto delle diverse velocit degli ordigni avversari. Donde la moltiplicazione degli oneri connessi alla ricerca, lo sviluppo, la sperimentazione e la messa in opera dei singoli sistemi darma necessari alle relative difese. A ciascuna fascia, inoltre, corrisponderebbero anche effetti politici differenti, poich le singole contromisure difensive altererebbero le percezioni di rischio e minaccia di vari Paesi a seconda delle classi di armi contro cui sarebbero dirette. Venendo alle tre fasce: il primo strato sarebbe costituito dalle difese contro i missili tattici a corto raggio ed utilizzerebbe pi di un sistema operativo, come ad esempio la pi moderna variante del missile Patriot, il Pac-3, sviluppato esclusivamente in funzione antimissilistica a partire dal Pac-2 utilizzato nel corso del conflitto del Golfo, nonch sistemi difensivi antimissilistici imbarcati per la protezione delle navi. La portata di queste difese sarebbe essenzialmente locale. Per questa ragione, il loro sviluppo non ha mai provocato alcuna particolare reazione di segno negativo da parte della Federazione Russa che, anzi, ha accettato nel 1997 uninterpretazione del Protocollo Abm compatibile con lo sviluppo di questa categoria di difese. Dal momento, per, che alcuni elementi delle difese antimissilistiche tattiche sarebbero trasportabili allestero per essere dispiegati a copertura dei contingenti occidentali inviati nelle zone di crisi non si pu affatto escludere che i sistemi di questo primo strato possano suscitare delle reazioni politiche di segno negativo da parte di altri Paesi che si considerano pi direttamente minacciati dalleventuale proiezione della potenza militare occidentale, come lIran o lIraq. Di questo genere di preoccupazioni si peraltro avuta unavvisaglia gi durante lIncontro-Dibattito del 12 maggio 2001, nel corso del quale stato esplicitamente espresso il timore che lo sviluppo dei programmi antimissilistici americani possa rappresentare il presupposto di unintensificazione degli interventi militari condotti dagli Stati Uniti allestero. E stato ricordato che ad uno dei programmi che concernono questo livello il Meads, o Medium Extended Air Defense System partecipa anche lItalia, insieme alla Repubblica Federale Tedesca. Il secondo strato sarebbe invece rappresentato dalle difese cosiddette , che mirano a proteggere aree pi vaste, di ampiezza anche nazionale, da possibili attacchi condotti con missili sub-strategici. Sono compresi in questo secondo strato i principali sistemi che dovrebbero far parte della TMD, Theater Missile Defense, come il sistema intercettore Thaad, Theater High Altitude Area Defense, che occupava un posto di grande rilievo allinterno dei programmi dellAmministrazione Clinton ed il cui sviluppo continua a far parte dei piani del Pentagono, ed il Navy Theater Wide System. Neppure gli sforzi condotti a questo livello stato precisato durante lIncontro-Dibattito svoltosi presso il Centro di Studi Strategici della Luiss il 15 novembre 2001 - avrebbero finora mai sollevato alcun particolare riflesso ostile da parte russa ed in passato si sarebbero anche discusse forme di collaborazione tra Mosca e Washington per le difese di questo livello. Nello stesso ambito dellAlleanza Atlantica si tenderebbe a considerare la trattazione dei problemi connessi a questo strato della difesa antimissilistica come un fatto puramente tecnico-militare. Il terzo livello sarebbe infine quello costituito dalle difese strategiche vere e proprie ed includerebbe tutti i sistemi deputati alla protezione dellAmerica dagli attacchi portati con missili balistici intercontinentali, o Icbm. E proprio questo strato della National Defense ad aver provocato i maggiori problemi politici, essendo questo genere di difese espressamente vietato dal Protocollo Abm, con il quale nel 1972 le due superpotenze del tempo rinunciarono a dotarsi di sistemi di difesa strategica per non indebolire la credibilit della dissuasione reciproca. 2.2. Larchitettura della componente strategica della National Missile Defense La componente strategica della Missile Defense americana sembra quella di pi complessa realizzazione dal punto di vista tecnico. Il suo obiettivo, gi enunciato ai tempi dellAmministrazione Clinton, la distruzione di un numero variabile ma contenuto di missili balistici intercontinentali, o Icbm, provenienti da uno State of Concern o accidentalmente scagliati da una potenza nucleare riconosciuta, come la Russia o dalla Repubblica Popolare Cinese. Lintercettazione ed eliminazione dei missili offensivi avversari verrebbe perseguita in tutte le fasi della traiettoria del vettore Icbm, che sono tre: la fase di accelerazione, o boost phase, che inizia al momento del lancio del missile e dura dai cinque minuti dai pi primitivi Icbm a combustibile liquido, quali sono quelli alla portata degli States of Concern come la Corea del Nord, ai soli 80 secondi dei sistemi pi avanzati a propellente solido; la fase intermedia, o midcourse phase, un periodo che dura circa 20 minuti nel corso dei quali le testate del vettore originario attraversano liberamente lo spazio esterno allatmosfera; la fase terminale, o terminal phase, durante la quale le testate rientrano nellatmosfera e si dirigono ad altissima velocit sul bersaglio loro assegnato. Ad ognuna di queste fasi, come al genere di minacce menzionate nel precedente paragrafo, corrisponderebbero problemi tecnici e soluzioni tecnologiche differenti. a) Le difese antimissilistiche per la fase di accelerazione Le difese antimissilistiche che mirano a colpire lIcbm avversario nella fase di accelerazione possono giovarsi della scia termica rilasciata dal missile in fase di lancio, facilmente rilevabile dai sensori allinfrarosso, e del maggior ingombro del bersaglio, che integra la testata ed il sistema di propulsione. Daltro canto, lesiguit del tempo disponibile per lintercettazione impone di operare con grande rapidit la discriminazione tra lanci sperimentali ed offese intenzionali ed il riconoscimento della natura dellattacco. Inoltre, costituiscono problemi da affrontare la possibile sopravvivenza della testata alla distruzione della piattaforma che la veicola e la conseguente determinazione del probabile punto di impatto, che sarebbe tanto pi lontano e difficile da individuare quanto pi tardiva lintercettazione del vettore. Sono allo studio diverse soluzioni difensive per colpire lIcbm nella boost phase, alcune delle quali deriverebbero da programmi per le difese di teatro gi esistenti, mentre altre si troverebbero ancora in una fase embrionale di progettazione. Un posto di primo piano, tra le prime, lo occupano i sistemi difensivi navali e quelli basati sui laser aeroportati. Sarebbero, invece, di l da venire le componenti difensive da basare nello spazio, come gli intercettori satellitari o Brilliant Pebbles, ed i laser extratmosferici, posto che si decida effettivamente di procedere alla militarizzazione dello spazio, questione dalle delicate implicazioni politiche. I sistemi navali verrebbero imbarcati sui cacciatorpediniere ed incrociatori dotati del sistema Aegis, che potrebbero ricevere intercettori sviluppati a partire dal Thaad o dal Gbi. Il Thaad il gi indicato Theater High Altitude Area Defense, spina dorsale della originaria Tmd, sistema testato pi volte con successo a partire dal 1995. Il Gbi invece il Ground Based Interceptor: un intercettore basato a terra, che verrebbe propulso da un razzo a propellente liquido e distruggerebbe il bersaglio sfruttando lenergia cinetica, originariamente sviluppato come sistema per la midcourse phase ed in via di adattamento per la boost phase. Il laser aeroportato verrebbe invece alloggiato sulla prua di velivoli di origine civile opportunamente modificati - i 747-400 F ed abbatterebbe i missili avversari surriscaldandone linvolucro esterno. Era in corso di sviluppo nel contesto delle ricerche avviate dallAmministrazione Clinton finalizzate alla realizzazione di una difesa antimissilistica di teatro e sembra adattabile al nuovo genere di bersaglio, che un Icbm invece che un missile substrategico o tattico. b) Le difese antimissilistiche per la fase intermedia Costituivano uno degli elementi ai quali lAmministrazione Clinton annetteva maggiore importanza. La fase intermedia offre ai sistemi difensivi antimissili vantaggi e svantaggi differenti rispetto alla fase di accelerazione. La midcourse phase, infatti, sufficientemente lunga per permettere lassunzione di una decisione non automatica in merito allattivazione delle difese nonch per operare pi tentativi di intercettazione delle testate. Inoltre, i sistemi difensivi possono essere basati anche a significative distanze dagli States of Concern considerati fonte della possibile minaccia. A fronte di questi elementi positivi va per considerato il fatto che le testate bersaglio, in questa fase della loro traiettoria, si muovono nello spazio extratmosferico alla stessa velocit delle eventuali esche, offrendo agli attaccanti un meccanismo relativamente semplice per pervenire alla saturazione delle capacit dei sistemi difensivi. Sistemi di intercettazione sono gi in fase di sperimentazione, come il citato Ground Based Interceptor, Gbi, e lo Standard Missile 3 navale della Raytheon. Un vettore del primo tipo, dotato di testata cinetica (Ekv, Exo-atmospheric Killer Vehicle), stato testato con successo nel Pacifico (dopo due precedenti fallimenti) il 15 luglio ed il 3 dicembre 2001: in entrambe le occasioni, dei Gbi lanciati da un atollo situato nelle isole Marshall ed assistiti da sensori e radar basati sia a terra che nello spazio - hanno intercettato ed abbattuto nella loro midcourse phase ad oltre 140 miglia di altezza altrettanti Minuteman modificati. Pi recentemente, il 25 gennaio 2002, uno Standard Missile 3 (SM3), sempre dotato di testata cinetica ed imbarcato sullincrociatore della classe Aegis Lake Erie, stato sperimentato con analogo successo contro un missile Aries. c) Le difese antimissilistiche per la fase di rientro La fase terminale coincide con lultima parte della traiettoria del sistema offensivo e dura uno o due minuti, un arco di tempo che rappresenta un fattore di grande difficolt per i sistemi deputati allintercettazione, anche se possibile discriminare le testate armate dalle esche, che al rientro nellatmosfera decelerano o prendono fuoco. Si ritiene che gli Stati Uniti ipotizzino di distruggere le testate in fase di rientro utilizzando una difesa sviluppata a partire dallIntercettore Esatmosferico-Endoatmosferico E 21, oppure una versione opportunamente adattata delle difese basate a terra in via di sviluppo per la midcourse phase. Nessuno dei due sistemi pu tuttavia al momento essere assegnato a questa specifica funzione a causa della relativa arretratezza in cui si trova il loro processo di progettazione. 2.3. Le valutazioni dellAmministrazione e del Congresso degli Stati Uniti E opinione dellAmministrazione americana che la Missile Defense nel suo complesso sia ormai tecnologicamente fattibile, economicamente sostenibile e politicamente gestibile per gli Stati Uniti. Le difficolt tecniche sarebbero tutte superabili, al contrario di quanto ritengono invece tecnici e scienziati sensibili alle problematiche dellarms control (il cui punto di vista stato rappresentato agli Incontri-Dibattito), per i quali lefficacia complessiva del sistema sarebbe tutta da provare, a fronte della certezza dei gravi costi di realizzazione e delle negative conseguenze politico-strategiche sulla stabilit internazionale. A differenza di quanto si verificava negli anni della Presidenza Clinton, tuttavia, le considerazioni di costo-efficacia avrebbero perso peso nel calcolo politico dellAmministrazione. Cos, ancorch si riconosca che la realizzazione della Missile Defense implicher significativi sforzi finanziari, peraltro analogamente ai programmi che porteranno alla produzione dei futuri maggiori sistemi convenzionali destinati alle Forze Armate americane, come il Joint Strike Fighter o il carro armato di nuova generazione, stato affermato che non saranno considerazioni di natura economica a frenare il progetto nel suo complesso. Il punto di vista dellAmministrazione sarebbe attualmente condiviso anche dal Congresso, che ha proceduto alleffettuazione di una tornata di audizioni ed indagini al termine del quale sarebbe emerso che la costruzione del sistema di difesa antimissilistica gi tecnologicamente possibile, per quanto sussistano ancora problemi di engeneering da risolvere. Parrebbe altres perfettamente possibile definire unarchitettura per la Missile Defense tale da permetterne la piena integrazione nelle dottrine strategiche della Nato. Quanto alle conseguenze politiche, lAmministrazione Bush ha giudicato un ostacolo sormontabile anche linconciliabilit delle caratteristiche del programma di difesa antimissilistica con le previsioni del Protocollo Abm, come prova la decisione di ritirarne gli Stati Uniti, annunciata il 13 dicembre 2001. 3. Il problema della incompatibilit con le previsioni del Protocollo Abm Lelemento di difficolt rappresentato dalla incompatibilit delle disposizioni del Protocollo Abm con lintenzione degli Stati Uniti di dotarsi di un sistema di difesa antimissilistica di portata strategica stato evidenziato fin dal primo dei tre Incontri-Dibattito, quello svoltosi il 12 maggio 2001, e successivamente ripreso nel corso di quello seguente, tenutosi il 15 novembre mentre aveva luogo il vertice tra il Presidente americano George W. Bush ed il Presidente russo Vladimir Putin. Nel corso del secondo semestre del 2001, la posizione degli Stati Uniti in merito al Protocollo Abm chiaramente andata incontro ad una graduale evoluzione. A maggio 2001, sembrava ancora dominare, allinterno dellAmministrazione americana, lopinione di chi considerava linsieme dei Trattati esistenti in materia di controllo degli armamenti suscettibile di uninterpretazione dinamica e riteneva pi opportuno emendare il Protocollo Abm anzich spingere Washington alla decisione di ritirarsene. Gi allora, peraltro, appariva evidente come la modifica dellAbm richiedesse il consenso della Russia, che gli Stati Uniti avrebbero peraltro potuto ottenere offrendo come contropartita una significativa riduzione bilaterale degli arsenali missilistici e nucleari, ritenuta necessaria alla Federazione Russa. Si supponeva, infatti, che Mosca fosse interessata al mantenimento della parit strategica con Washington e si trovasse, per, in difficolt a sostenere gli oneri connessi al mantenimento degli attuali livelli di deterrenza. Il meccanismo che veniva ipotizzato era quello di una modifica contemporanea del Protocollo Abm e dello Start II. In maggio, daltra parte, la rinnovata importanza annessa dallAmministrazione americana allo sviluppo delle difese antimissilistiche strategiche era appena divenuta di dominio pubblico in seguito al discorso tenuto dal Presidente Bush alla National Defense University di Washington ed alla decisione assunta dai vertici della diplomazia americana di procedere ad un ciclo di consultazioni di carattere sostanziale, non circoscritto ai tradizionali alleati degli Stati Uniti, ma esteso a tutte le maggiori potenze interessate in qualche modo al progetto, per illustrare le effettive intenzioni del governo americano. In novembre, il clima era gi sensibilmente cambiato, e nel corso dellIncontro-Dibattito svoltosi in quel mese presso il Centro di Studi Strategici della Luiss-Guido Carli in concomitanza con i colloqui Bush-Putin in Texas, le possibilit di una revisione consensuale del Protocollo Abm sembravano gi essersi notevolmente ridotte. Ad esempio, alcuni partecipanti descrivevano gi il Protocollo Abm come impreciso, lacunoso ed ambiguo sotto molteplici aspetti, al punto da poter essere violato nella sostanza senza esserlo nella lettera, come sarebbe potuto accadere qualora gli americani avessero deciso di realizzare le loro difese costruendo esclusivamente sistemi in grado di abbattere i missili avversari nella fase di accelerazione. Unaltra debolezza del Protocollo Abm che venne denunciata in quella circostanza era quella rappresentata dalla clausola sic stantibus rebus, che si riteneva Washington avrebbe potuto invocare con successo per legittimare una propria uscita dal Trattato: essendo cambiata la situazione internazionale, infatti, sarebbe ben stato possibile sostenere che il Protocollo fosse ormai divenuto inefficace. Date queste possibilit alternative, non apparivano del tutto chiare le ragioni per le quali gli americani avrebbero dovuto negoziare una revisione dellAbm. Mentre sembravano esserci pochi dubbi sul fatto che i russi desiderassero usare il negoziato sul Protocollo Abm come pedina di scambio in una trattativa pi ampia, nella quale essi avrebbero mirato ad ottenere una riduzione dellarsenale nucleare americano. Dopo novembre, gli eventi hanno apparentemente confermato le impressioni e le opinioni emerse nel corso del secondo Incontro-Dibattito. Nessun accordo venne infatti raggiunto nel corso del Summit texano tra i Presidenti degli Stati Uniti e della Federazione Russa, n sul piano delle riduzioni dei sistemi missilistici e nucleari offensivi n sulleventuale revisione del Trattato Abm, e questo proprio alla vigilia dellinizio di una nuova tornata di test che avrebbe comunque rapidamente portato gli americani ad avvicinarsi alla soglia di violazione delle disposizioni del Protocollo. Al culmine di questo processo, il 13 dicembre 2001 intervenuto lannuncio formale da parte del Presidente George W. Bush della decisione assunta dalla sua Amministrazione di ritirare gli Stati Uniti dal Protocollo, secondo le procedure previste dal suo articolo XV. Stando alla lettera dellarticolo XV del Protocollo Abm, tale ritiro diventer effettivo allo spirare del sesto mese dalla data di annuncio, quindi il 13 giugno 2002. Il ritiro americano dal Protocollo e le reazioni della Federazione Russa. Il collegamento con i negoziati sulla riduzione dei sistemi offensivi Le ragioni che hanno spinto lAmministrazione Bush a questo passo e le reazioni che ha suscitato nella Federazione Russa sono state analizzate nel corso del terzo degli Incontri-Dibattito, quello tenutosi alla Luiss il 4 febbraio 2002. Come si gi avuto modo di ricordare, lannuncio del ritiro degli Stati Uniti dal Protocollo Abm sembra essere stato deciso per non far subire ulteriori rallentamenti alle attivit di ricerca, sviluppo, progettazione, sperimentazione e schieramento dei primi elementi della difesa antimissilistica americana. Il rispetto da parte degli Stati Uniti delle disposizioni del Protocollo in attesa di una sua revisione negoziata avrebbe invece implicato il sostanziale arresto di una nuova campagna di test, proprio alla vigilia del suo inizio, ed il rinvio della costruzione di un importante stazione radar in Alaska, ritardando significativamente la tabella di marcia ipotizzata per il programma nel suo complesso proprio in un momento nel quale lopinione pubblica americana e lo stesso Congresso stavano ancora assorbendo lo shock prodotto dagli attentati dell11 settembre. In effetti, gli attacchi alle Torri Gemelle ed al Pentagono hanno provocato reazioni che non possono essere sottovalutate, modificando in modo significativo le percezioni di sicurezza degli americani che ora avvertono pi acutamente lesistenza di minacce al loro territorio e la vulnerabilit del loro Paese. Lannuncio del ritiro come gi anticipato - avrebbe anche avuto lo scopo di accelerare la definizione di una nuova relazione strategica con la Federazione Russa. La scelta americana sembra essere stata sostanzialmente accettata come inevitabile da parte russa. Commentando a caldo la decisione del suo collega statunitense, il Presidente Putin ha in effetti espresso il suo rammarico, precisando tuttavia come il passo compiuto da Washington non sostanziasse alcuna minaccia alla sicurezza della Federazione Russa. La discussione svoltasi alla Luiss il 4 febbraio 2002 ha gettato ulteriore luce sullattuale posizione della Federazione Russa. Per Mosca, tutti gli accordi internazionali in materia di arms control sarebbero importanti ai fini della determinazione della struttura politico-strategica del sistema internazionale ed ogni qual volta se ne rompe uno sarebbe la stabilit del quadro di riferimento a risentirne. In questo contesto, per la Federazione Russa, il Protocollo Abm continuava ad essere importante per la stabilit globale. Sarebbe quindi stato meglio pervenire ad un nuovo accordo prima di uscire da quello esistente, tanto pi che ad avviso di Mosca molte delle nuove minacce menzionate dal Presidente Bush e dalla sua Amministrazione sarebbero state contrastabili con gli strumenti permessi dallattuale Protocollo Abm. Sotto questo profilo pu essere interessante notare come, in effetti, la Federazione Russa avesse operato nella primavera del 2000 nuove significative aperture nei confronti degli Stati Uniti a proposito delle difese di teatro ad alta quota (Thaad), dopo aver gi consentito nel 1997 ad accettare uninterpretazione dellAbm compatibile con lo sviluppo delle difese antimissilistiche tattiche e di teatro basate al suolo. Tuttavia, da parte americana si rilevato come pi volte, fin dai tempi dellAmministrazione Clinton, gli Stati Uniti avessero invano cercato di proporre alla Russia soluzioni alternative al ritiro dal Trattato Abm. E questa constatazione avrebbe giocato un ruolo non secondario nel convincere il Presidente Bush che fosse preferibile uscire dal Protocollo Abm e successivamente definire una nuova relazione strategica con la Federazione Russa, anzich fare il contrario ed attendere la definizione di un nuovo trattato sulle difese antimissilistiche, ammesso e non concesso che fosse desiderabile ed opportuno pervenirvi. Esisterebbero infatti dubbi al riguardo. Allinterno dellAmministrazione americana, in effetti, si riterrebbe improbabile ed indesiderabile la negoziazione di un nuovo accordo legalmente vincolante in nel campo delle difese antimissilistiche, posto che ne sarebbero incerti anche i contenuti da inserirvi (cio le voci e capacit da sottoporre a limitazione, che sono ancora tutte da determinare), mentre si reputerebbe possibile giungere ad accordi formali in merito alla riduzione dei sistemi missilistici offensivi. Su questultimo punto, ancor prima che intervenisse il Dipartimento di Stato, allIncontro-Dibattito del 4 febbraio era emersa nitidamente la possibilit che la diplomazia americana dichiarasse la propria disponibilit a cercare un trattato legalmente vincolante con la Russia sulla riduzione delle armi offensive. 5. Posizioni ed interessi dellEuropa in rapporto al progetto americano Nel corso dei tre Incontri-Dibattito tenutisi presso il Centro di Studi Strategici della Luiss-Guido Carli, si altres discusso del ritardo dimostrato dallEuropa nel definire i propri interessi ed assumere una posizione sulla National Missile Defense americana e sulla revisione del Protocollo Abm. Questo ritardo si spiegherebbe sia con la relativa mancanza di approfondimenti nei principali Paesi dellUnione Europea sia con la circostanza che il Protocollo Abm era un accordo bilaterale che impegnava soltanto Washington e Mosca. Vi avrebbero, tuttavia, giocato un ruolo anche la volont degli europei di preservare un buon rapporto con la Russia, nel momento in cui pi decisa era lopposizione del Cremlino alla revisione o allabbandono del Trattato, un sostanziale diverso apprezzamento delle minacce da scongiurare e la circostanza che soltanto nel maggio 2001 la nuova Amministrazione americana avesse fatto conoscere agli alleati europei le proprie intenzioni sulla materia, avviando un ciclo di consultazioni ad alto livello con gli Alleati atlantici, i Paesi amici ed anche le stesse potenze maggiormente interessate dallo sviluppo delle difese antimissilistiche statunitensi, quali la Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese e lIndia. In realt, almeno nei primi mesi del 2001, era ancora osservabile una certa differenziazione di posizioni tra i Paesi europei occidentali. La Francia, ad esempio, non faceva mistero di temere le implicazioni che lo sviluppo dei programmi di difesa antimissilistica avrebbe dispiegato sul controllo degli armamenti e sulla tenuta del regime di non proliferazione, manifestandosi come lalleato pi tiepido nei confronti della National Missile Defense gi ai tempi dellAmministrazione Clinton. Il Regno Unito, che dovrebbe ospitare uno degli elementi sensibili del sistema difensivo americano (un radar di avvistamento precoce), aveva invece gi modificato la propria posizione in una direzione di maggior favore e considerazione verso le ambizioni antimissilistiche statunitensi, mentre la Germania si trovava nel mezzo tra i due. Berlino, infatti, sembrava voler posporre la definizione di una propria posizione sullargomento per ragioni di natura sia politico-strategica che economica, in particolare per non irritare la Federazione Russa e non sottoporre a nuove tensioni il proprio Bilancio federale. Tuttavia, anche in Germania si poi progressivamente assistito ad un cambio di accenti nei confronti del programma americano, di cui gi nel febbraio 2001 il Cancelliere Schroeder evidenziava la rilevanza delle probabili ricadute economiche e tecnologiche. LItalia parsa, almeno nel secondo semestre del 2001, cio dopo il cambio di maggioranza politica, avvicinarsi agli orientamenti britannici, sostenendo la Missile Defense gi nel corso del Summit del G8 svoltosi a Genova in luglio. Alla fine del 2001, comunque, sembrava essere emerso dal ciclo di consultazioni condotto dalla diplomazia americana, quale minimo comune denominatore delle posizioni europee verso le difese antimissilistiche, la sostanziale accettazione dei sistemi volti a distruggere i missili nella loro boost phase ed una permanente opposizione alla militarizzazione dello spazio. Ci posto, stata rilevata nel corso del terzo Incontro-Dibattito lopportunit che lEuropa esca al pi presto dalla propria presunta ambiguit, definendo accuratamente i propri interessi. Tra gli interessi dellEuropa, nelle scelte politiche che verranno fatte nel corso del 2002, potrebbero trovare un loro posto quello alla stipulazione di un nuovo Trattato Abm - dal momento che nella cultura giuridica europea continentale gli accordi legalmente vincolanti sono preferibili ai semplici impegni politici - ma anche quello alla messa al bando delle testate antimissilistiche nucleari, che il Protocollo Abm del 1972 invece ammetteva, seppur con delle limitazioni quantitative. Testate nucleari armano, in effetti, i missili antimissile Galosh e Gazelle schierati dalla Russia a protezione della sua capitale ed il loro impiego operativo avrebbe effetti sicuramente nocivi sullEuropa, che ne subirebbe le ricadute radioattive. Dal punto di vista strategico-militare, potrebbero essere riconosciuti interessi dellEuropa lo sviluppo delle difese terminali destinate a proteggere le forze dintervento dei principali Paesi dellUnione Europea e lacquisizione di sistemi di allerta satellitare. Un interesse europeo potrebbe essere anche quello a beneficiare dei trasferimenti di tecnologia necessari a permettere una partecipazione non simbolica delle imprese europee allo sforzo antimissilistico. In ogni caso, lidea di sviluppare le difese antimissilistiche apparirebbe anche alle opinioni pubbliche europee sempre pi accettabile sotto il profilo politico, al punto di far ritenere probabile un rapido adeguamento dellEuropa alle intenzioni dellAmministrazione americana. Resterebbe naturalmente da chiarire il modo in cui tale difesa verrebbe costruita e conseguentemente assorbita nella dottrina strategica della Nato, ferma restando lopportunit di erigerla con il consenso della Federazione Russa, che oltretutto esposta allo stesso genere di minacce che la Missile Defense americana dovrebbe fronteggiare. 6. Gli interessi nazionali dellItalia Gli interessi nazionali dellItalia in rapporto alla problematica delle difese antimissilistiche sono stati oggetto di confronto soprattutto durante il secondo e terzo degli Incontri-Dibattito tenutisi presso il Centro di Studi Strategici della Luiss-Guido Carli. Va rilevato che al momento in cui le tre manifestazioni hanno avuto luogo, alcun dibattito politico e pi specificamente parlamentare risultava essere stato avviato in Italia sulla Missile Defense americana. La maggioranza dei partecipanti allIncontro-Dibattito del 15 novembre 2001 ha convenuto circa lopportunit che lItalia sostenga gli sforzi degli Stati Uniti, punto di vista che stato ribadito anche nel successivo Incontro-Dibattito del 4 febbraio 2002. Lallineamento del Governo italiano sulle posizioni degli Stati Uniti stato giudicato in grado di permettere allItalia una pi efficace rappresentazione dei propri interessi nazionali, che nel campo specifico delle difese antimissile sidentificherebbero, in primo luogo, con lo sviluppo dei sistemi di teatro capaci di proteggerla. Si tratterebbe di un interesse che accomunerebbe lItalia a numerosi altri Paesi dellUnione Europea e della Nato, che sono sempre pi esposti alle potenziali minacce missilistiche provenienti dal Medio Oriente. LItalia condividerebbe altres con gli Stati Uniti secondo il parere dei partecipanti italiani agli Incontri-Dibattito - anche linteresse allo sviluppo delle difese antimissilistiche tattiche trasportabili allestero, posto che i militari italiani sono sempre pi spesso impegnati a fianco di quelli alleati nella gestione della sicurezza internazionale e trarrebbero beneficio dal dispiegamento di tali sistemi. N lItalia, infatti, n alcun altro Paese membro dellUnione Europea possiede al momento sistemi antimissilistici capaci di assicurare qualcosa di superiore alla protezione puntiforme di singoli siti, mentre gli americani stanno sviluppando sistemi in grado di fornire una protezione estesa, darea, ai contingenti inviati in missione oltremare. E stato peraltro rilevato come lItalia avesse un ulteriore e pi generale interesse da tutelare, quello al mantenimento della stabilit strategica complessiva, che sarebbe garantito dal mantenimento della rete di accordi in materia di arms control o, in subordine, da una loro modifica consensuale. Il timore che veniva manifestato non diversamente da quello prevalente nel 2001 in Francia - era quello che un abbandono unilaterale del Protocollo Abm da parte degli Stati Uniti potesse creare un precedente pericoloso ai fini della tenuta di altri importantissimi trattati, a partire da quello sulla Non Proliferazione Nucleare. Il Tnp, peraltro, gi da tempo sottoposto a forti pressioni e risulta essere stato incrinato anche da alcune decisioni prese dagli stessi Stati Uniti. Sia la direttiva PDD 60 adottata dal Presidente Clinton che la Nuclear Posture Review attualmente allesame del Congresso contemplano, infatti, seppure in particolari circostanze, la possibilit di impiegare le armi nucleari anche contro potenze non nucleari, eventualit che il Tnp apertamente esclude. Nella nuova situazione che si venuta a creare dopo lannuncio del ritiro americano dal Protocollo Abm reso il 13 dicembre 2001 dal Presidente Bush, lauspicio che stato formulato dalla parte italiana presente agli Incontri-Dibattito che la relazione strategica tra Stati Uniti e Federazione Russa venga ridefinita consensualmente, in maniera tale da assicurare nella sostanza la stabilit e permettere la realizzazione del sistema di difesa antimissilistica in modo non antagonistico. Per quanto concerne le ripercussioni sulla politica interna italiana, infine, stato rilevato che il dibattito risentir delle posizioni che saranno definite nei prossimi mesi dai principali Paesi europei occidentali e dalla Russia. Si altres ipotizzato che possa essere rilevante, ai fini del formarsi degli schieramenti, il livello di partecipazione agli sforzi americani eventualmente richiesto allItalia, posto che potrebbe implicare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, sollevando il problema delladeguamento del bilancio della difesa italiana, gi sottoposto a tensioni per effetto del moltiplicarsi degli impegni militari esterni delle Forze Armate italiane. TREATY BETWEEN THE UNITED STATES OF AMERICA AND THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS ON THE LIMITATION OF ANTI-BALLISTIC MISSILE SYSTEMS Signed at Moscow May 26, 1972 Ratification advised by U.S. Senate August 3, 1972 Ratified by U.S. President September 30, 1972 Proclaimed by U.S. President October 3, 1972 Instruments of ratification exchanged October 3, 1972 Entered into force October 3, 1972 The United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics, hereinafter referred to as the Parties, Proceeding from the premise that nuclear war would have devastating consequences for all mankind, Considering that effective measures to limit anti-ballistic missile systems would be a substantial factor in curbing the race in strategic offensive arms and would lead to a decrease in the risk of outbreak of war involving nuclear weapons, Proceeding from the premise that the limitation of anti-ballistic missile systems, as well as certain agreed measures with respect to the limitation of strategic offensive arms, would contribute to the creation of more favorable conditions for further negotiations on limiting strategic arms, Mindful of their obligations under Article VI of the Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons, Declaring their intention to achieve at the earliest possible date the cessation of the nuclear arms race and to take effective measures toward reductions in strategic arms, nuclear disarma-ment, and general and complete disarmament, Desiring to contribute to the relaxation of international tension and the strengthening of trust between States, Have agreed as follows: Article I 1. Each Party undertakes to limit anti-ballistic missile (ABM) systems and to adopt other measures in accordance with the provisions of this Treaty. 2. Each Party undertakes not to deploy ABM systems for a defense of the territory of its country and not to provide a base for such a defense, and not to deploy ABM systems for defense of an individual region except as provided for in Article III of this Treaty. Article II 1. For the purpose of this Treaty an ABM system is a system to counter strategic ballistic missiles or their elements in flight trajectory, currently consisting of: (a) ABM interceptor missiles, which are interceptor missiles constructed and deployed for an ABM role, or of a type tested in an ABM mode; (b) ABM launchers, which are launchers constructed and deployed for launching ABM interceptor missiles; and (c) ABM radars, which are radars constructed and deployed for an ABM role, or of a type tested in an ABM mode. 2. The ABM system components listed in paragraph 1 of this Article include those which are: (a) operational; (b) under construction; (c) undergoing testing; (d) undergoing overhaul, repair or conversion; or (e) mothballed. Article III Each Party undertakes not to deploy ABM systems or their components except that: (a) within one ABM system deployment area having a radius of one hundred and fifty kilometers and centered on the Partys national capital, a Party may deploy: (1) no more than one hundred ABM launchers and no more than one hundred ABM interceptor missiles at launch sites, and (2) ABM radars within no more than six ABM radar complexes, the area of each complex being circular and having a diameter of no more than three kilometers; and (b) within one ABM system deployment area having a radius of one hundred and fifty kilometers and containing ICBM silo launchers, a Party may deploy: (1) no more than one hundred ABM launchers and no more than one hundred ABM interceptor missiles at launch sites, (2) two large phased-array ABM radars comparable in potential to corresponding ABM radars operational or under construction on the date of signature of the Treaty in an ABM system deployment area containing ICBM silo launchers, and (3) no more than eighteen ABM radars each having a potential less than the potential of the smaller of the above-mentioned two large phased-array ABM radars. Article IV The limitations provided for in Article III shall not apply to ABM systems or their components used for development or testing, and located within current or additionally agreed test ranges. Each Party may have no more than a total of fifteen ABM launchers at test ranges. Article V 1. Each Party undertakes not to develop, test, or deploy ABM systems or components which are sea-based, air-based, space-based, or mobile land-based. Each Party undertakes not to develop, test or deploy ABM launchers for launching more than one ABM interceptor missile at a time from each launcher, not to modify deployed launchers to provide them with such a capacity, not to develop, test, or deploy automatic or semi-automatic or other similar systems for rapid reload of ABM launchers. Article VI To enhance assurance of the effectiveness of the limitations on ABM systems and their components provided by the Treaty, each Party undertakes: (a) not to give missiles, launchers, or radars, other than ABM interceptor missiles, ABM launchers, or ABM radars, capabilities to counter strategic ballistic missiles or their elements in flight trajectory, and not to test them in an ABM mode; and (b) not to deploy in the future radars for early warning of strategic ballistic missile attack except at locations along the periphery of its national territory and oriented outward. Article VII Subject to the provisions of this Treaty, modernization and replacement of ABM systems or their components may be carried out. Article VIII ABM systems or their components in excess of the numbers or outside the areas specified in this Treaty, as well as ABM systems or their components prohibited by this Treaty, shall be destroyed or dismantled under agreed procedures within the shortest possible agreed period of time. Article IX To assure the viability and effectiveness of this Treaty, each Party undertakes not to transfer to other States, and not to deploy outside its national territory, ABM systems or their components limited by this Treaty. Article X Each Party undertakes not to assume any international obligations which would conflict with this Treaty. Article XI The Parties undertake to continue active negotiations for limitations on strategic offensive arms. Article XII 1. For the purpose of providing assurance or compliance with the provisions of this Treaty, each Party shall use national technical means of verification at its disposal in a manner consistent with generally recognized principles of international law. 2. Each Party undertakes not to interfere with the national technical means of verification of the other Party operating in accordance with paragraph 1 of this Article. Each Party undertakes not to use deliberate concealment measures which impede verification by national technical means of compliance with the provisions of this Treaty. This obligation shall not require changes in current construction, assembly, conversion, or overhaul practices. Article XIII 1. To promote the objectives and implementation of the provisions of this Treaty, the Parties shall establish promptly a Standing Consultative Commission, within the framework of which they will: (a) consider questions concerning compliance with the obligations assumed and related situations which may be considered ambiguous; (b) provide on a voluntary basis such information as either Party considers necessary to assure confidence in compliance with the obligations assumed; (c) consider questions involving unintended interference with national technical means of verification; (d) consider possible changes in the strategic situation which have a bearing on the provisions of this Treaty; (e) agree upon procedures and dates for destruction or dismantling of ABM systems or their components in cases provided for by the provisions of this Treaty; (f) consider, as appropriate, possible proposals for further increasing the viability of this Treaty; including proposals for amendments in accordance with the provisions of this Treaty; (g) consider, as appropriate, proposals for further measures aimed at limiting strategic arms. The Parties through consultation shall establish, and may amend as appropriate, Regulations for the Standing Consultative Commission governing procedures, composition and other relevant matters. Article XIV 1. Each Party may propose amendments to this Treaty. Agreed amendments shall enter into force in accordance with the procedures governing the entry into force of this Treaty. 2. Five years after entry into force of this Treaty, and at five-year intervals thereafter, the Parties shall together conduct a review of this Treaty. Article XV 1. This Treaty shall be of unlimited duration. 2. Each Party shall, in exercising its national sovereignty, have the right to withdraw from this Treaty if it decides that extraordinary events related to the subject matter of this Treaty have jeopardized its supreme interests. It shall give notice of its decision to the other Party six months prior to withdrawal from the Treaty. Such notice shall include a statement of the extraordinary events the notifying Party regards as having jeopardized its supreme interests. Article XVI This Treaty shall be subject to ratification in accordance with the constitutional procedures of each Party. The Treaty shall enter into force on the day of the exchange of instruments of ratification. This Treaty shall be registered pursuant to Article 102 of the Charter of the United Nations. DONE at Moscow on May 26, 1972, in two copies, each in the English and Russian languages, both texts being equally authentic. FOR THE UNITED STATES OF AMERICA: RICHARD NIXON President of the United States of America FOR THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS: L. I. BREZHNEV General Secretary of the Central Committee of the CPSU MEMORANDUM OF UNDERSTANDING RELATING TO THE TREATY BETWEEN THE UNITED STATES OF AMERICA AND THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS ON THE LIMITATION OF ANTI-BALLISTIC MISSILE SYSTEMS OF MAY 26, 1972 The United States of America, and the Republic of Belarus, the Republic of Kazakhstan, the Russian Federation and Ukraine, hereinafter referred to for purposes of this Memorandum as the Union of Soviet Socialist Republics (USSR) Successor States, Recognizing the importance of preserving the viability of the Treaty Between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation of Anti-Ballistic Missile Systems of May 26, 1972, hereinafter referred to as the Treaty, with the aim of maintaining strategic stability, Recognizing the changes in the political situation resulting from the establishment of new independent states on the territory of the former USSR, Have, in connection with the Treaty, agreed as follows: Article I The United States of America, the Republic of Belarus, the Republic of Kazakhstan, the Russian Federation, and Ukraine, upon entry into force of this Memorandum, shall constitute the Parties to the Treaty. Article II The USSR Successor States shall assume the rights and obligations of the former USSR under the Treaty and its associated documents. Article III Each USSR Successor State shall implement the provisions of the Treaty with regard to its territory and with regard to its activities, wherever such activities are carried out by that State, independently or in cooperation with any other State. Article IV For purposes of Treaty implementation: (a) the term "Union of Soviet Socialist Republics" shall mean the USSR Successor States; (b) the terms "national territory" and "territory of its country" when used to refer to the former USSR shall mean the combined national territories of the USSR Successor States, and the term "periphery of its national territory" when used to refer to the former USSR shall mean the periphery of the combined national territories of those States; and (c) the term "capital" when used to refer to the capital of the Union of Soviet Socialist Republics in Article III of the Treaty and the Protocol thereto of July 3, 1974, shall continue to mean the city of Moscow. Article V A USSR Successor State or USSR Successor States may continue to use any facility that is subject to the provisions of the Treaty and that is currently located on the territory of any State that is not a Party to the Treaty, with the consent of such State, and provided that the use of such facility shall remain consistent with the provisions of the Treaty. Article VI The USSR Successor States shall collectively be limited at any one time to a single anti-ballistic missile (ABM) system deployment area and to a total of no more than fifteen ABM launchers at ABM test ranges, in accordance with the provisions of the Treaty and its associated documents, including the Protocols of July 3, 1974. Article VII The obligations contained in Article IX of the Treaty and Agreed Statement "G" Regarding the Treaty shall not apply to transfers between or among the USSR Successor States. Article VIII The Standing Consultative Commission, hereinafter referred to as the Commission, shall function in the manner provided for by the Treaty and the Memorandum of Understanding Between the Government of the United States of America and the Government of the Union of Soviet Socialist Republics Regarding the Establishment of a Standing Consultative Commission of December 21, 1972, as well as by the Regulations of the Commission, which shall reflect the multilateral character of the Treaty and the equal legal status of the Parties in reaching decisions in the Commission. Article IX 1. This Memorandum shall be subject to ratification or approval by the signatory States, in accordance with the constitutional procedures of those States. 2. The functions of the depositary of this Memorandum shall be exercised by the Government of the United States of America. 3. This Memorandum shall enter into force on the date when the Governments of all the signatory States have deposited instruments of ratification or approval of this Memorandum and shall remain in force so long as the Treaty remains in force. 4. Each State that has ratified or approved this Memorandum shall also be bound by the provisions of the First Agreed Statement of September 26, 1997, Relating to the Treaty Between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation of Anti-Ballistic Missile Systems of May 26, 1972, and the Second Agreed Statement of September 26, 1997, Relating to the Treaty Between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation of Anti-Ballistic Missile Systems of May 26, 1972. DONE at New York City on September 26, 1997, in five copies, each in the English and Russian languages, both texts being equally authentic. FOR THE UNITED STATES OF AMERICA: Madeleine Albright FOR THE REPUBLIC OF BELARUS: I. Antonovich FOR THE REPUBLIC OF KAZAKHSTAN: K. Tokayev FOR THE RUSSIAN FEDERATION: Y. Primakov FOR UKRAINE: H. Udovenko STANDING CONSULTATIVE COMMISSION FIRST AGREED STATEMENT RELATING TO THE TREATY BETWEEN THE UNITED STATES OF AMERICA AND THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS ON THE LIMITATION OF ANTI-BALLISTIC MISSILE SYSTEMS OF MAY 26, 1972 In connection with the provisions of the Treaty Between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation of Anti-Ballistic Missile Systems of May 26, 1972, hereinafter referred to as the Treaty, the Parties to the Treaty have, within the framework of the Standing Consultative Commission, reached agreement on the following: 1. Land-based, sea-based, and air-based interceptor missiles, interceptor missile launchers, and radars, other than anti-ballistic missile (ABM) interceptor missiles, ABM launchers, or ABM radars, respectively, shall be deemed, within the meaning of paragraph (a) of Article VI of the Treaty, not to have been given capabilities to counter strategic ballistic missiles or their elements in flight trajectory and not to have been tested in an ABM mode, if, in the course of testing them separately or in a system: (a) the velocity of the interceptor missile does not exceed 3 km/sec over any part of its flight trajectory; (b) the velocity of the ballistic target-missile does not exceed 5 km/sec over any part of its flight trajectory; and (c) the range of the ballistic target-missile does not exceed 3,500 kilometers. 2. The Parties have additionally agreed on reciprocal implementation of the confidence-building measures set forth in the Agreement on Confidence-Building Measures Related to Systems to Counter Ballistic Missiles Other Than Strategic Ballistic Missiles of September 26, 1997. 3. This Agreed Statement shall enter into force simultaneously with entry into force of the Memorandum of Understanding of September 26, 1997, Relating to the Treaty Between the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics on the Limitation of Anti-Ballistic Missile Systems of May 26, 1972. DONE at New York City on September 26, 1997, in five copies, each in the English and Russian languages, both texts being equally authentic. FOR THE UNITED STATES OF AMERICA: Stanley Riveles FOR THE REPUBLIC OF BELARUS: S. Agurtsou FOR THE REPUBLIC OF KAZAKHSTAN: K. Zhanbatyrov FOR THE RUSSIAN FEDERATION: V. Koltunov FOR UKRAINE: O. Rybak  COMMON UNDERSTANDINGS RELATED TO THE FIRST AGREED STATEMENT OF SEPTEMBER 26, 1997, RELATING TO THE TREATY BETWEEN THE UNITED STATES OF AMERICA AND THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS ON THE LIMITATION OF ANTI-BALLISTIC MISSILE SYSTEMS OF MAY 26, 1972 I The term "interceptor missile," as used in the First Agreed Statement of September 26, 1997, shall refer to any missile subject to the provisions of paragraph (a) of Article VI of the Treaty if such a missile: (a) has been developed by a Party as a missile to counter ballistic missiles other than strategic ballistic missiles; or (b) has been declared by a Party as a missile to counter ballistic missiles other than strategic ballistic missiles; or (c) has been tested by a Party even once with the use of a ballistic target-missile. With respect to subparagraphs (a), (b), or (c), such a missile shall be considered an interceptor missile in all its launches. II The provisions of paragraph 1 of the First Agreed Statement of September 26, 1997, do not supersede or amend any provision of the Agreed Statement of November 1, 1978, and do not alter the meaning of the term "tested in an ABM mode" as that term is used in the Treaty, including the Agreed Statement of November 1, 1978. III The Parties have agreed that, for the purposes of the First Agreed Statement of September 26, 1997, the velocity of an interceptor missile as well as the velocity of a ballistic target-missile shall be determined in an earth-centered coordinate system fixed in relation to the Earth. IV The Parties have agreed that, for the purposes of the First Agreed Statement of September 26, 1997, the velocity of space-based interceptor missiles shall be considered to exceed 3 km/sec. These Common Understandings shall be considered an attachment to the First Agreed Statement of September 26, 1997, and shall constitute an integral part thereof. REMARKS BY PRESIDENT GEORGE W. BUSH ON NATIONAL MISSILE DEFENSE December 13, 2001 Good morning. I've just concluded a meeting of my National Security Council.We reviewed what I discussed with my friend, President Vladimir Putin, over the course of many meetings, many months.And that is the need for America to move beyond the 1972 Anti Ballistic Missile treaty. Today, I have given formal notice to Russia, in accordance with the treaty, that the United States of America is withdrawing from this almost 30 year old treaty.I have concluded the ABM treaty hinders our government's ability to develop ways to protect our people from future terrorist or rogue state missile attacks. The 1972 ABM treaty was signed by the United States and the Soviet Union at a much different time, in a vastly different world.One of the signatories, the Soviet Union, no longer exists.And neither does the hostility that once led both our countries to keep thousands of nuclear weapons on hair-trigger alert, pointed at each other.The grim theory was that neither side would launch a nuclear attack because it knew the other would respond, thereby destroying both. Today, as the events of September the 11th made all too clear, the greatest threats to both our countries come not from each other, or other big powers in the world, but from terrorists who strike without warning, or rogue states who seek weapons of mass destruction. We know that the terrorists, and some of those who support them, seek the ability to deliver death and destruction to our doorstep via missile.And we must have the freedom and the flexibility to develop effective defenses against those attacks.Defending the American people is my highest priority as Commander in Chief, and I cannot and will not allow the United States to remain in a treaty that prevents us from developing effective defenses. At the same time, the United States and Russia have developed a new, much more hopeful and constructive relationship.We are moving to replace mutually assured destruction with mutual cooperation.Beginning in Ljubljana, and continuing in meetings in Genoa, Shanghai, Washington and Crawford, President Putin and I developed common ground for a new strategic relationship.Russia is in the midst of a transition to free markets and democracy.We are committed to forging strong economic ties between Russia and the United States, and new bonds between Russia and our partners in NATO.NATO has made clear its desire to identify and pursue opportunities for joint action at 20. I look forward to visiting Moscow, to continue our discussions, as we seek a formal way to express a new strategic relationship that will last long beyond our individual administrations, providing a foundation for peace for the years to come. We're already working closely together as the world rallies in the war against terrorism.I appreciate so much President Putin's important advice and cooperation as we fight to dismantle the al Qaeda network in Afghanistan.I appreciate his commitment to reduce Russia's offensive nuclear weapons.I reiterate our pledge to reduce our own nuclear arsenal between 1,700 and 2,200 operationally deployed strategic nuclear weapons.President Putin and I have also agreed that my decision to withdraw from the treaty will not, in any way, undermine our new relationship or Russian security. As President Putin said in Crawford, we are on the path to a fundamentally different relationship.The Cold War is long gone.Today we leave behind one of its last vestiges. But this is not a day for looking back.This is a day for looking forward with hope, and anticipation of greater prosperity and peace for Russians, for Americans and for the entire world. Thank you. A Statement Made by Russian President Vladimir Putin on December 13, 2001, Regarding the Decision of the Administration of the United States of America to Withdraw from the Antiballistic Missile Treaty of 1972 The US Administration today announced that it will withdraw from the 1972 ABM Treaty in six months' time. The Treaty does indeed allow each of the parties to withdraw from it under exceptional circumstances. The leadership of the United States has spoken about it repeatedly and this step has not come as a surprise to us. But we believe this decision to be mistaken. As is known, Russia, like the United States and unlike other nuclear powers, has long possessed an effective system to overcome anti-missile defense. So, I can say with full confidence that the decision made by the President of the United States does not pose a threat to the national security of the Russian Federation. At the same time our country elected not to accept the insistent proposals on the part of the US to jointly withdraw from the ABM Treaty and did everything it could to preserve the Treaty. I still think that this is a correct and valid position. Russia was guided above all by the aim of preserving and strengthening the international legal foundation in the field of disarmament and non-proliferation of mass destruction weapons. The ABM Treaty is one of the supporting elements of the legal system in this field. That system was created through joint efforts during the past decades. It is our conviction that the development of the situation in the present world dictates a certain logic of actions. Now that the world has been confronted with new threats one cannot allow a legal vacuum to be formed in the sphere of strategic stability. One should not undermine the regimes of non-proliferation of mass destruction weapons. I believe that the present level of bilateral relations between the Russian Federation and the US should not only be preserved but should be used for working out a new framework of strategic relations as soon as possible. Along with the problem of anti-missile defense a particularly important task under these conditions is putting a legal seal on the achieved agreements on further radical, irreversible and verifiable cuts of strategic offensive weapons, in our opinion to the level of 1,500-2,200 nuclear warheads for each side. In conclusion I would like to note that Russia will continue to adhere firmly to its course in world affairs aimed at strengthening strategic stability and international security. I PARTECIPANTI AGLI INCONTRI-DIBATTITO UNA POLITICA MILITARE PLANETARIA DIVERGENZE TRA STATI UNITI E EUROPA? Mercoled 16 Maggio 2001 Sala del Consiglio della LUISS-Guido Carli Rappresentanze Diplomatiche Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, Signor Heng Tang; Ambasciata di Croazia, Signor Davor Fuckan; Ambasciata di Croazia, Signor Zlatko Rivic; Ambasciata dellIndia, Signor Dinesh Chandra Kumaria: Ambasciata della Repubblica Islamica dIran, Signor Hamid Nazari Tajabadi; Ambasciata di Lettonia, Signor Martins Perts; Ambasciata di Libia, Signor Muftah Khlief; Ambasciata di Lituania, Signora Nida Dalmantaite; Ambasciata di Polonia, Signor Krzysztof Strzalka; Ambasciata di Romania, Signora Laura Mircea; Ambasciata della Federazione Russa, Signor Andrey Tsyganov; Ambasciata della Federazione Russa, Signor Boris Rastorguev; Ambasciata di Spagna, Signor Luis Cuesta: Ambasciata degli Stati Uniti dAmerica, Signor Eric Terzuolo; Ambasciata degli Stati Uniti dAmerica, Signor Gary D. Robbins; Ministero degli Affari Esteri Ministro Mario Brando Pensa, Direzione Generale per gli Affari Politici e Multilaterali; Ministro Roberto Toscano, Direttore dellUnit Analisi e Programmazione; Cons. Domenico Giorgi, Capo Ufficio Relazioni esterne dellUE, Direzione Generale per lIntegrazione Europea; Cons. Sergio Barbanti, Ufficio NATO; Cons. Emanuele Farrugia, Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente. Ministero della Difesa Amm. Sq. Sergio Biraghi, Consigliere Militare del Presidente della Repubblica; Gen. Sq. A. Vincenzo Camporini, Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa; Magg. Gen. Carlo Bellinzona, Direttore del Centro Militare di Studi Strategici, CeMiSS; Gen. D.A. Giuseppe Marani, Stato Maggiore dellAeronautica; Col. Vincenzo Coppola, Comando Generale dellArma dei Carabinieri; Col. Antonio Silvestri, Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri; Col. Giuseppe Cornacchia, Stato Maggiore della Difesa; Dott. Riccardo Gefter, Ricercatore CeMiSS; Dott. Lucio Martino, Ricercatore CeMiSS; Gen. Prof. Carlo Jean, Luiss-Guido Carli; Amb. Paolo Pansa Cedronio; Amb. Remo Paolini; Amb. Oliviero Rossi; Amm. Sq. Pietro Scagliusi, Istrid; Dott. Fabrizio W. Luciolli, Comitato Atlantico Italiano; Padre Rodolfo Bozzi, Universit Gregoriana. Moderatore - Sen. Prof. Enrico Jacchia * LE DIFESE ANTIMISSILISTICHE ED I NUOVI EQUILIBRI INTERNAZIONALI Gioved 15 Novembre 2001 Sala del Consiglio della LUISS-Guido Carli Amb. Mario Michele Alessi, Segretario Generale della SIOI Gen. Sq. Emanuele Annoni Cons. Sergio Barbanti, Ufficio Nato, Ministero degli Esteri Mag. Gen. Carlo Bellinzona, Direttore del Centro Militare di Studi Strategici Min. Mario Brando Pensa, Coordinatore per la Sicurezza, D.G. Affari Politici, Ministero degli Esteri Gen. Sq. A. Vincenzo Camporini, Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa Tel.Col. Coco, Stato Maggiore della Difesa Col. Giuseppe Cornacchia, Ufficio Controllo Armamenti, Stato Maggiore della Difesa Dott.ssa Marta Dass, Aspen Institute Amb. Luigi Vittorio Ferraris, Ambasciatore dItalia Col. Pasquale L. Guidi, Casa Militare del Presidente della Repubblica Cons. Giovanni Iannuzzi, Ufficio Disarmo, D.G. Affari Politici, Ministero degli Esteri Gen. Prof. Carlo Jean Cap.Fr. G. Lazio, Dip. Politica Marittima, Stato Maggiore della Marina Dott. Fabrizio W. Luciolli, Segretario Gen. Comitato Atlantico Italiano Col. Carlo Magrassi, Capo Dip. Cooperazione Internazionale, Stato Maggiore Aeronautica Amb. Paolo Pansa Cedronio, Ambasciatore dItalia Br. Gen. Rocco Panunzi, Stato Maggiore dellEsercito Amb. Remo Paolini, Ambasciatore dItalia Amb. Oliviero Rossi, Ambasciatore dItalia Min. Plen. Roberto Toscano, Direttore dellUnit di Analisi e Programmazione del Ministero degli Esteri Prof. Enrico Jacchia, Moderatore * DOPO IL RITIRO AMERICANO DAL TRATTATO ABM CONSEGUENZE E PROSPETTIVE Luned 4 Febbraio 2002 Sala delle Colonne della LUISS-Guido Carli Dr. Kerry M. Kartchner, Senior Representative-Office of Strategic and Theater Defenses US Department of State, Washington DC Min. Plen. Igor Shapovalov, Inviato Straordinario della Federazione Russa S.E. lAmb. Amedeo De Franchis, Rappresentante Permanente dItalia presso la Nato Ambasciata dAustria: Min. Plen. Herbert Jaeger, Incaricato dAffari Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese: Sig.ra Xuan Zheng Ambasciata dEgitto: Cons. Ayman Aly Kamel Ambasciata dei Paesi Bassi: Sig. Johannes J. P. Nijssen Ambasciata di Romania: Sig.ra Laura Mircea Ambasciata di Romania: Magg. Norocel Radulescu Ambasciata di Slovenia: S.E. lAmb. Vojko Volk Ambasciata degli Stati Uniti dAmerica: Cons. Gary Robbins Ambasciata dUcraina: Sig. Oleksandr Kononenko Ambasciata dUngheria: Sig. Giorgy Lukacs Min. Plen. Roberto Toscano, Direttore Unit di Analisi e Programmazione, Ministero degli Affari Esteri Cons. Pasquale Terracciano Vice Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri Cons. Giovanni Iannuzzi, Ufficio Disarmo, D.G. Affari Politici, Ministero degli Affari Esteri Gen. Giuliano Ferrari, Arma dei Carabinieri Br. Gen. Rocco Panunzi, Stato Maggiore dellEsercito Col. Giuseppe Cornacchia, Ufficio Controllo Armamenti-Stato Maggiore della Difesa Col. Pasquale L. Guidi, Casa Militare del Presidente della Repubblica Col. Carlo Magrassi, Stato Maggiore Aeronautica Mag. Gen. Carlo Bellinzona, gi Direttore del Centro Militare di Studi Strategici Amb. Prof. Luigi Vittorio Ferraris, Ambasciatore dItalia Prof. Pietro Gargiulo, Societ Italiana per lOrganizzazione Internazionale Gen. Prof. Carlo Jean, Universit Luiss-Guido Carli Amb. Paolo Pansa Cedronio, gi Vice Segretario Generale della Nato-Ambasciatore dItalia Dott.ssa Paola Picilli, Consulente dellOn.le Dario Rivolta, Comm. Esteri, Camera dei Deputati Prof. Carlo Schaerf, Pugwash Conferences on Science and World Affairs-Direttore Scuola Disarmo Gen. Luigi Semprini, Consulente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Prof. Enrico Jacchia, Moderatore  Nel luglio 1962, un Nike-Zeus dotato di testata nucleare intercett e distrusse un missile balistico Atlas da esercitazione sullOceano Pacifico.  Spartan e Sprint sarebbero entrambi stati destinati allabbattimento dei missili avversari nella loro fase terminale. Lo Spartan avrebbe avuto un raggio dazione variabile tra i 250 ed i 400 chilometri ed una quota operativa di circa 150-200 chilometri. Non fu mai realizzato. Lo Sprint, invece, venne costruito prima del 1972. Cfr. Edward Luttwak-Stuart L. Koehl, La guerra moderna, Milano, 1992.  Ibidem.  Cfr. ad esempio quanto si legge nelledizione 1997/98 del Military Balance: La pi elevata priorit resta la Theater Missile Defense, che assorbe la maggior parte dei fondi .. Sviluppare una National Missile Defense limitata la seconda priorit. IISS, The Military Balance 1997/98, p. 15.  La difesa antimissilistica americana preconizzata dallAmministrazione Clinton avrebbe in realt dovuto svilupparsi per tappe successive. In un primo momento, sarebbe stata allestita una base dotata di soli 20 missili intercettori, assistiti da una rete radar opportunamente potenziata e da ultimo integrata con un radar di nuova concezione a banda X, da installare nelle Isole Aleutine (Capability One). Entro il 2007, gli intercettori sarebbero divenuti 100, con base in Alaska (Capability Two), ed intorno al 2010 sarebbe stato allestito un secondo sito dotato di altri 125 intercettori (Capability Three). IISS, Strategic Survey 2000/2001, p. 14.  Ad esempio, intervenendo il 23 maggio 2000 alla sede del Council on Foreign Relations a New York.  Cfr. Paul Bracken, Fuochi a Oriente. Il sorgere del potere militare asiatico e la seconda era nucleare, Milano, 2001.  Il termine di New Strategic Framework ricorre significativamente in molte pubblicazioni specializzate edite negli ultimi mesi. Cfr. IISS, The Military Bilance 2001-2, pp. 13-14.  Cfr. Par. 1.2.  La Russia, in realt, desidererebbe una riduzione ancor pi pronunciata, a 1.500 testate.  Cfr. Par. 1.2.  Gli acronimi Pac 2 e Pac 3 stanno per Patriot Advanced Capability 2 e 3. Si tratta di sistemi darma sottoposti a cicli di sperimentazione piuttosto intensivi. Il 19 ottobre 2001 hanno avuto luogo ben 11 test relativi al Pac 2 ed al Pac 3, di cui 10 con esito positivo. Fatto da segnalare, in uno degli esperimenti condotti in questa circostanza, un missile intercettore Pac 3 riuscito ad abbattere un missile cruise a bassa quota. Altri test sono stati condotti il 16 febbraio 2002.  Linterpretazione stata inserita nel testo della Dichiarazione Congiunta resa al termine del Summit russo-americano di Helsinki, svoltosi nel marzo 1997. Nella stessa circostanza venne altres convenuto di non sviluppare, sperimentare n schierare alcun sistema difensivo di teatro basato nello spazio. IISS, The Military Balance 1997/98, pp. 287-88.  U.S. Department of Defense, Strengthening Transatlantic Security. A U.S. Strategy for the 21st Century, December 2000, p. 53, dove si legge espressamente che the ongoing U.S. TMD cooperation with Russia is an excellent example of how cooperative approaches to dealing with new regional security challenges of mutual interest, such as the proliferation of ballistic missiles, can advance U.S. and transatlantic security interests.  Mark Hewish, Missile defence back in the melting pot, , edizione elettronica del 27 febbraio 2002, nel quale si attribuisce proprio allAmministrazione Bush un cambio di concezione del progetto in questa direzione. Mentre in precedenza la Ballistic Missile Defense si articolava in due tronconi distinti e separati la National Missile Defense contro gli Icbm e la Theater Missile Defense rispetto ai missili aventi gittata inferiore ai 3000 chilometri ora si penserebbe ad un concetto basato sullattacco ai missili in tutte le fasi della loro traiettoria, a prescindere dal loro bersaglio finale, dallaccelerazione alla fase terminale.  Il Thaad stato sperimentato 11 volte tra il 21 aprile 1995 ed il 2 agosto 1999.  Lo Standard Missile 3 destinato ad essere altres un pilastro della difesa navale di teatro contro missili a medio e lungo raggio. Deriva dallo Standard Missile-2 Block IV A, che stato sperimentato con successo gi nel gennaio 1997 e che dovrebbe assicurare la difesa antimissilistica navale darea. Tutta la famiglia degli SM un prodotto della societ Raytheon, la stessa che fabbrica i Patriot.  Cfr. Par. 1.2.  Ivo H. Daalder, Christopher Makins, Towards a Transatlantic Consensus on Missile Defense, , vo. 43, no. 3, Autumn 2001, pp. 61-66.  Franois Heisbourg, A View from Europe, , vo. 43, no. 3, Autumn 2001, p. 67.  Jean Klein, La France et la dfense antimissile, , 4/2001, p. 831.  Cfr. Assemble Nationale, Commission de la Dfense, Dfense antimissile: de la mythologie aux ralits, Rapport dinformation prsent par M. Paul Quils, Dput, Paris, 28 Mars 2001, pp. 29-31.  Ivo H. Daalder, Christopher Makins, Towards a Transatlantic Consensus on Missile Defense, op. cit., p. 63.  Cfr. ad es. Franois Heisbourg, Dfenses antimissiles: lanalyse stratgique et lintrt europens, , 3/2001, p. 625.  Ibidem, p. 628.  Richard Sokolsky, Imaging European Missile Defence, in , vo. 43, no. 3, Autumn 2001, pp. 111-28.  Cfr. Walter Pincus, Rogue Nations Policy Builds on Clintons Lead, , March 12, 2002, A 04. Stando a quanto rivelato, la Presidential Decision Directive 60 avrebbe ridotto nel 1997 il numero delle armi nucleari puntate sulla Russia, aggiunto nuove categorie di bersagli nella Repubblica Popolare Cinese ed introdotto il concetto di pianificazione adattativa, allo scopo di preparare linclusione di nuovi obiettivi in altri Paesi. La Nuclear Posture Review contemplerebbe invece ben sette Stati potenziali bersagli di attacchi o ritorsioni nucleari. 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