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Obbiettivo Ufo |
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Navi spaziali e gravita' |
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Sulla Terra molti scrittori hanno fatto riferimento a congegni “antigravitazionali” e nelle nostre ricerche scientifiche è stata introdotta l’idea che la gravità possa essere neutralizzata. Questo però non è un’approccio efficiente. Le “Astronavi” provenienti da altri mondi che in questi anni hanno visitato il nostro pianeta funzionano applicando un principio “Gravitazionale”, utilizzando cioè questa forza naturale , anziché cercare di opporvisi. Giacchè queste astronavi operano sfruttando l’energia elettrostatica , sarebbe inutile da parte loro cercare di opporsi alle forze Geomagnetiche , che per citare soltanto il caso del campo magnetico terrestre , raggiungono potenziali di bilioni di volts. La gravità planetaria consegue dal naturale equilibrio fra la forza centrifuga generata dalla velocità assiale del pianeta in questione e la forza centripeta dovuta all’attrazione esercitata dal suo campo elettrostatico. La forza centrifuga tende a strappare un oggetto dalla superficie di un pianeta, laddove , l’attrazione elettrostatica gli impedisce di prendere il volo verso lo Spazio. Se l’attrazione elettrostatica non esistesse dovremo aggrapparci saldamente ad un albero o ad una roccia per non essere scagliati nello spazio dalla forza centrifuga. Analogamente , se non esistesse la forza centrifuga a bilanciare tale attrazione e la conseguente forza centripeta , saremmo appiattiti contro la superficie del pianeta . Credo che “Albert Einstein descrisse proprio questa indissolubile relazione di equilibrio nella sua teoria dal campo unificato” tuttavia le mie osservazioni non raggiungono certo la profondità delle teorie di questo grande scienziato astratto. Abbiamo cercato di sfidare la forza di Gravità con i nostri aerei e i nostri razzi , ora è tempo che consideriamo i benefici che possono derivare dall’indurre questa forza a lavorare per noi. Un razzo è mosso da una spinta chimica concentrata , maggiore della forza di gravità. I “ Razzi a Ioni” che stanno progettando ,espellerebbero ioni dai loro motori, ottenendo una spinta esattamente pari a quella fornita dai “Razzi chimici”. Essi però , non possono funzionare con efficienza all’interno del campo di forza generato da un pianeta , ma soltanto nel vuoto , pressoché totale dello spazio esterno. Un “ Disco Volante: macchina PROGRAVITAZZIONALE” , genera attorno a se , un suo campo gravitazionale generalmente sferico. Questo campo , è regolato in modo da entrare in risonanza , o fondersi armonicamente col campo geomagnetico del pianeta. Il campo gravitazionale di risonanza causa la completa assenza del disco, e in questa situazione di perfetto equilibrio esso dovunque sia può muoversi con una spinta relativamente debole. I nostri razzi a ioni, sono progettati per esercitare una spinta di origine elettrica , mediante l’espulsione di particelle ionizzate; una spinta relativamente tanto debole da essere denominata “ Un Sospiro di Farfalla “. Nello Spazio esterno , dove il razzo a ioni agirebbe in assenza di peso non più sottoposto alla Gravità Planetaria , questo lieve “Sospiro” di ioni potrebbe spingere il razzo a velocità che , secondo le attuali teorie , raggiungerebbero il valore di “ Cinque Milioni di Chilometri all’ora”. Nel suo campo” Progravitazzionale autogenerato” il “DiscoVolante” può quindi “Viaggiare a Velocità Superiore a Quella della Luce” . Esso utilizza forze naturali e quindi il suo moto potrà essere il medesimo di ali forze. L’energia per la propulsione prodotta da un generatore interno all’Astronave , può essere paragonata a quella fornita da un generatore elettrostatico di *Van De Graaf , come è usato comunemente nei laboratori di fisica terrestri. Un interessante esperimento di laboratorio che simula l’effetto di librarsi di un Disco Volante nell’aria può essere realizzato ponendo un anello di alluminio sopra il nucleo verticale di un grosso elettromagnete. Facendo passare per l’elettromagnete , una corrente alternata controllata con un reostato : si può giungere a far rimanere l’anello d’alluminio sospeso nell’aria sopra il nucleo. La differenza sta nel fatto, che il DiscoVolante genera un suo proprio campo di risonanza anziché “ Galleggiare” sul turbinio delle correnti di Focault , com’è nel caso dell’anello di alluminio. La spinta di natura elettrostatica si può dimostrare ponendo una strisciolina di alluminio in prossimità dela sfera di scarico di un generatore di Van de Graaf : essa comincerà a orbitare attorno alla sfera senza alcuna connessione meccanica! I Dischi volanti sono stati spesso descritti “Risplendenti”. Una tale condizione si crea quando nello spazio delle particelle naturali , in sospensione lungo la traiettoria dell’Aeromobile vengono in contatto con il campo di frequenza di risonanza che lo avvolge. Le pulsazioni all’interno del campo , provocano un’emissione di riflessi luminosi simile a quella originata dalle onde di calore che si levano dai marciapiedi d’estate , che fa sembrare il disco”Vivo e Respirante”. E’ possibile anche che il campo devii completamente le onde luminose tutt’intorno al veicolo spaziale , provocandone l’improvvisa scomparsa alla vista , sebbene esso sia ancora presente , e non “Smaterializzato”, come certuni pretenderebbero che si creda. Vi è anche un’altra spiegazione di queste scomparse improvvise. Al variare dell’intensità del campo , la ionizzazione può fargli assumere ogni colore dello spettro. Un aumento dell’energia può far si che il campo assuma “colori”, non compresi nella parte visibile dello spettro , sottraendo in tale modo”il Disco” alla vista , più o meno come uno spesso banco di nubi nasconde un aeroplano. L’intenso campo di risonanza serve inoltre da scudo che respinge lontano dalla nave , i detriti vaganti nello spazio. Al tempo stesso è instaurato automaticamente un interscambio energetico.fra il campo e l’atmosfera, o lo Spazio esterno nei quali il veicolo spaziale si muove annullando totalmente qualsiasi attrito. Per la natura progravitazzionale del suo funzionamento , gli occupanti di una nave spaziale , non risentono alcuna conseguenza né di violente manovre, né di condizioni atmosferiche avverse. (Continua a pag. 8) |