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Obbiettivo Ufo


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Due notizie astronomiche segnalate


Un ammasso galattico in formazione. La Vergine non ha ancora raggiunto un equilibrio.

Un gruppo internazionale di astronomi (fra i quali Magda Arnaboldi dell'Osservatorio Astronomico di Pino Torinese e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica) è riuscito a misurare con elevata precisione le velocità di un gran numero di nebulose planetarie nello spazio intergalattico all'interno dell'ammasso della Vergine. Gli scienziati hanno utilizzato lo spettrografo FLAMES montato sul Very Large Telescope dell'osservatorio del Paranal dell’ESO, in Cile.Le stelle di queste nebulose planetarie, che fluttuano liberamente nello spazio quasi vuoto fra le galassie, possono essere usate per "sondare" le forze gravitazionali che agiscono all'interno di questi ammassi galattici. Esse consentono infatti di individuare le masse visibili o anche invisibili in queste regioni, consentendo agli astronomi di studiare la formazione di queste gigantesche strutture.Le misure precise della velocità di 40 di queste stelle confermano l'ipotesi che Virgo sia un ammasso galattico estremamente non uniforme, consistente in diverse sottounità che non hanno ancora avuto il tempo di raggiungere un equilibrio. I nuovi dati mostrano con chiarezza che l'ammasso galattico della Vergine è ancora in fase di formazione. Dimostrano inoltre per la prima volta che una delle galassie più luminose di questa regione, Messier 87, possiede un alone di stelle molto esteso che raggiunge almeno i 65 kpc, più del doppio della dimensione della Via Lattea.

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I primi composti chimici potrebbero essersi formati lontani dalla TerraRicreando in laboratorio le condizioni presenti nel freddo spazio interstellare, gli scienziati della NASA hanno costruito cellule primitive che riproducono le strutture a membrana trovate in tutti gli esseri viventi e potrebbero perciò aver avuto un ruolo importante nell’origine della vita. Il risultato degli scienziati NASA – che sarà riportato sul prossimo numero dei «Proceedings of the National Academy of Sciences» – è ritenuto importante per la teoria secondo cui il via alla vita sulla Terra è stato datodacomposti organici portati da comete, meteoriti e polveri interplanetarie. «Gli scienziati – ha spiegato Louis Allamandola, il ricercatore della NASA che ha condotto lo studio – credono che simili molecole siano necessarie per costruire una membrana cellulare e per dare origine alla vita in tutto lo spazio.»La produzione artificiale di una protocellula a partire da composti chimici elementari è considerata un grande passo avanti, poiché potrebbe implicare l’esistenza della vita ovunque nell’universo. «Il processo – ha continuato Allamandola – si verifica spesso nelle dense nubi molecolari che si trovano nello spazio. La scoperta ha importanti implicazioni per l’attività della NASA soprattutto per le missioni di astrobiologia.»Attualmente non è noto se la vita sia cominciata da un semplice tratto di RNA o da materiale genetico incapsulato in una membrana, ma a un certo punto dell’evoluzione la membrana ha sicuramente acquistato un’importanza fondamentale.«Le membrane – ha concluso Jason Dworkin, del SETI Institute, l’ente che dedica la propria attività alla ricerca di vita extraterrestre – sono come una casa; può darsi che queste molecole fossero solo materiale sparso in cui i composti chimici originari si sono introdotti per avere una protezione.»

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