Il 6 Aprile scorso è stato firmato un ordine esecutivo riguardante l’estrazione e l’utilizzo delle risorse presenti nello spazio desso, con la bozza dell’Accordo Artemis sul tavolo, è innegabile che rispetto alle precedenti amministrazioni statunitensi, l’era Trump ha portato un deciso cambio di passo. Il ruolo strategico che ha e potrà avere lo spazio per il raggiungimento degli interessi geopolitici degli Stati Uniti è sotto gli occhi di tutti.

L’ordine esecutivo di Aprile non ha cambiato nulla nella sostanza, poiché ha semplicemente messo nero su bianco ciò che già si sapeva. Gli Stati Uniti ritengono che lo spazio non debba essere inteso come un bene comune. Se da un lato gli effetti di tale virata si potranno comprendere solamente sul lungo periodo; dall’altro è innegabile che ci sia stato un effetto domino non trascurabile tra le agenzie spaziali di tutto il mondo.

Già da quell’ordine esecutivo era evidente che tale mossa dovesse essere considerata come una presa di coraggio e responsabilità da parte della più grande potenza spaziale. L’obiettivo è quello di traghettare il diritto spaziale fuori dall’impasse prodotta dal Trattato Sullo Spazio del 1967. Per farlo è necessario trovare al più presto dei partner con cui cooperare e a tal proposito Washington non si è fatta attendere aprendo subito alle negoziazioni per un nuovo accordo.

Reuters afferma, sulla base di indiscrezioni trapelate, che l’Accordo Artemis su cui l’amministrazione Trump sta lavorando consisterebbe in una iniziativa normativa che porrà le basi per l’estrazione di risorse sul suolo lunare, e che si prevede prenderà il nome del programma lunare stesso.





Schema delle missioni Artemis attualmente previste. L’arrivo di astronauti sulla Luna è previsto nel 2024 con Artemis 3.



Cosa prevede l’Accordo Artemis.
Nonostante la bozza del documento non sia ancora stata condivisa con gli alleati, è chiaro che sarà incentrata sulla regolamentazione dell’uso strategico della Luna. Il nostro satellite racchiude infatti un inestimabile valore sia dal punto di vista scientifico sia da un punto di vista prettamente geostrategico, in ottica di una futura esplorazione spaziale verso Marte ed oltre. Nell’Accordo Artemis, verranno proposte delle “safety zones” o zone di sicurezza, intese come aree sul suolo lunare libere dall’interferenza di agenzie o compagnie non autorizzate. Il patto in tal senso si propone anche di creare un regolamento riconosciuto dal diritto internazionale che permetta alle compagnie di esercitare la proprietà sulle risorse estratte.

Posto che il Trattato sullo Spazio del 1967 afferma esplicitamente che “la Luna e gli altri corpi celesti non sono soggetti ad appropriazione nazionale”, le zone di sicurezza auspicate non verranno in alcun modo considerate come una appropriazione territoriale. Al contrario, lo scopo è quello di facilitare il coordinamento ed abbassare il rischio di conflitto. Vengono quindi intese come semplici zone di salvaguardia delle operazioni, di modo che per accedervi servirà accordarsi precedentemente. In questo mono non si creeranno tensioni sul suolo lunare che potrebbero minacciare la sicurezza degli astronauti.

Nelle prossime settimane gli ufficiali statunitensi si aspettano di negoziare formalmente tale accordo con partner storici quali il Canada, il Giappone, e vari partner europei come il Lussemburgo, senza dimenticare la giovane agenzia degli Emirati Arabi Uniti. Tutti questi sono infatti ritenuti dall’amministrazione Trump paesi con visioni convergenti riguardo le attività di estrazione lunare.




Il logo scelto dalla NASA per la prima missione sulla superficie lunare. Il primo astronauta sarà una donna. Il logo stilizza il volto della Dea Artemide.



Il ruolo di Russia e Cina.
Non dello stesso avviso è lo storico partner spaziale: la Russia. Recentemente, tra la Casa Bianca ed il Cremlino si sono incrinati i rapporti a seguito di manovre considerate ostili nei confronti di satelliti spia statunitensi. Dalle colonne del The Moscow Times l’intera iniziativa riguardante l’ordine esecutivo di inizio aprile è stata tacciata di colonialismo. L’esclusione dai negoziati invece non ha ancora prodotto una nota ufficiale poiché non è dato sapere il testo ufficiale dell’Accordo Artemis. In aggiunta, lo stesso giornale russo, fa notare come ci siano delle fondamentali differenze tra il programma spaziale della NASA e quello della Roscosmos che, limitata da fondi estremamente minori, punta alla creazione di una base permanente sul suolo lunare nell’arco di due decadi.

D’altra parte, l’altra grande esclusa sarebbe la Cina. A tal riguardo, Scott Pace, Direttore Esecutivo dello U.S. National Space Council, ha anticipato in una intervista rilasciata a SpaceWatch.Global che le reazioni non si faranno attendere. Sulla base di indiscrezioni che arriverebbero direttamente dal COPUOS (il comitato delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio), la Cina sarebbe seriamente interessata ad entrare in trattativa con gli Stati Uniti avendo già una chiara idea di come vorrebbe che si evolvesse il diritto internazionale in materia.

La via dell’accordo diretto con i partner storici è ciò che tutti gli esperti si aspettavano per evitare le lungaggini dovute alla creazione di un nuovo trattato da parte delle Nazioni Unite. Il procedimento avrebbe dovuto coinvolgere non solo le nazioni con capacità spaziali ma tutti i paesi membri del COPUOS che sono ben 95.

Risulta quindi evidente come la NASA non sia più solo un’agenzia spaziale, ma stia tornando ad essere anche un vero e proprio strumento della diplomazia statunitense. Ancora una volta, le potenze occidentali si faranno guidare da Washington nella creazione delle nuove regole che definiranno questo dominio strategico. L’accordo sarà solo l’ultimo di una lunga serie di sforzi da parte degli Stati Uniti di creare un solido consenso tra i suoi alleati storici nel supportare il programma che punta a riportare l’uomo sulla Luna dopo oltre cinquanta anni dall’ultima volta.

La NASA, con i suoi ambiziosi programmi, diventa sempre più chiave di lettura della politica estera americana per gli anni a venire.

Fonte: https://universoalieno.blogspot.com

 


 

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