La società privata OneWeb, fondata dall’imprenditore americano Greg Wyler, è pronta per lanciare sei satelliti nello spazio nel contesto del suo progetto per fornire Internet in ogni zona del mondo, naturalmente in maniera più particolare in quelle zone in cui Internet è lento oppure la connessione non arriva neanche. Si tratta di un progetto enorme: la società ha pianificato il lancio di ben 640 satelliti che rappresenterebbero, una volta completata, la più grande rete Internet satellitare in orbita bassa intorno alla Terra. I primi sei satelliti saranno lanciati su un razzo Soyuz dalla Guyana francese e la missione sarà gestita da Arianespace, una società europea che si occupa proprio di lanci nello spazio. In totale lanci i dovrebbero essere 21 e ogni razzo dovrebbe trasportare al massimo 36 satellite alla volta. Secondo OneWeb l’utilizzo di centinaia o anche migliaia di satelliti in orbita bassa intorno alla Terra potrebbe rappresentare un servizio competitivo per le telecomunicazioni terrestri al pari della connessione tramite i fili telefonici o la fibra. “Collegheremo molte persone che non sono attualmente collegate. Iniziamo concentrandoci sul collegamento di scuole, sulla connessione di imbarcazioni, sulla connessione di aerei e sulla connessione di enormi fasce del pianeta che non hanno senso per la fibra“, riferisce Adrian Steckel, CEO di OneWeb a BBC News.

Fonte: https://notiziescientifiche.it




Un filmato promozionale dell’accordo.



OneWeb LLC, una startup per la diffusione del servizio internet via satellite ha annunciato di aver affidato ad Airbus, quale primo appaltatore, la costruzione di 900 satelliti. Il primo di questi, con massa di circa 150 chili, verrà lanciato entro il 2018. Il rispetto della scadenza è importante in quanto OneWeb, che per motivi fiscali ha sede nelle  British Channel Islands nella Manica, deve cominciare le proprie trasmissioni in banda Ku entro il 2019 per non perdere la licenza acquisita. L’accordo (non si tratta ancora di un contratto vero e proprio) prevede la selezione di un impianto che produca i satelliti negli USA. L’ordine complessivo riguarda circa 650 minisatelliti della costellazione principale, più un certo numero di elementi di riserva sia al suolo che in orbita. Airbus progetterà e realizzerà i primi dieci pezzi nello stabilimento di Tolone Tolosa. Gli analisti del settore sono rimasti sorpresi dall’aggressività commerciale mostrata dal consorzio europeo nell’inseguire la commessa OneWeb; Airbus, dal canto suo, sostiene che la consolidata esperienza nella produzione in grande serie di veicoli complessi (aerei ed elicotteri) si dimostrerà un grande vantaggio nella gestione di questa commessa. Ai primi di giugno Airbus ha annunciato di aver costituito un fondo di venture capital nella Silicon Valley con un capitale iniziale di 150 milioni di dollari per investire in “imprese promettenti”, ma al momento non è chiaro se questo fondo giocherà qualche ruolo nella commessa OneWeb. Tornando a quest’ultima, i satelliti opereranno da una quota di circa 1200 chilometri in orbita quasi-polare; il Direttore dei Sistemi Spaziali di OneWeb Brian Holz ha affermato che l’intero sistema è stato concepito seguendo le direttive di riduzione dei detriti orbitanti, e che i satelliti nell’obita bassa rientreranno nell’atmosfera entro 25 anni dal termine delle attività: “Intendiamo avere molta cura dello spazio. Il deorbiting dei satelliti è stato un elemento fondamentale nella nostre scelte progettuali. Non vogliamo creare un mucchio di spazzatura”. OneWeb non ha reso noto l’importo dei finanziamenti che sono disponibili per la realizzazione del sistema; si sa solo che tra gli investitori compare Richard Branson con la sua Virgin, ed il produttore di chip Qualcomm, che verosimilmente progetterà i terminali utente per i clienti di OneWeb. Volendo fare due rapidi calcoli, possiamo moltiplicare 900 (il numero dei satelliti complessivamente da costruire), per 500mila dollari (il costo di produzione con gli impianti a regime, secondo OneWeb). Un canale di approvvigionamento di fondi potrebbe essere costituito dalle agenzie statali di sostegno all’export. COFACE, l’agenzia francese, difficilmente concederà fondi a fronte dell’esiguo numero di satelliti effettivamente realizzati sul suolo transaplino (10, come detto), mentre il destino della Export-Import Bank americana  in questo momento è appeso ad un filo, o meglio alla volontà del Congresso di rifinanziarla entro il primo luglio per mantenerla in attività. In ogni caso, secondo Holz, sono disponibili altre fonti di finanziamento oltre a quelle citate.

Fonte: https://www.astronautinews.it

 

 

 

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