Roma - 128 computer riuniti a formare un cluster: 256 processori, 512 core, 30 terabyte di spazio per archiviare i dati. Il tutto liberamente accessibile via Internet. È Powua, un progetto tutto made in Italy, che mette a disposizione di privati, studenti, industrie e istituzioni accademiche l'equivalente di un super computer senza il problema di acquisto e manutenzione.

Per usare Powua basta un computer e una connessione a banda larga: gli sviluppatori hanno realizzato un client Java multipiattaforma, in grado di operare sia su sistema operativo Windows che Mac (in questo caso è richiesta JRE 1.6), e ovviamente Linux. L'infrastruttura del sistema si basa invece su distribuzione Debian, server web Mono e database PostgreSQL.

L'hardware impiegato, fornito da E4 (altro nome italiano), è costituto da centinaia di Xeon Dual Core 2.0 Ghz (modello 5130, con FSB da 1033MHz) montati su schede madri biprocessore Intel per assicurare compatibilità e stabilità in ambiente Linux. Gli utenti devono collegarsi all'apposita interfaccia web, prenotare quanti processori per quanto tempo desiderano utilizzare, e il sistema provvederà a riservare in esclusiva il cluster dinamico nella farm ospitata in una sala dedicata di un importante provider italiano.

Gli utilizzi possibili di Powua sono molteplici: rendering grafico (ad esempio grazie al noto software Blender), calcolo scientifico di ogni genere, gestione di grossi traffici di dati in presenza di flussi audio-video, oppure la semplice compilazione di cospicue quantità di codice. Durante il lavoro l'utente visualizza attraverso il client una sorta di desktop remoto, e ha a disposizione 3 Gigabyte di spazio per preparare, manipolare e archiviare i propri dati fino a 5 giorni prima e 5 giorni dopo la finestra di prenotazione.

Scegliere Powua, secondo i suoi creatori, offre dei vantaggi: innanzi tutto, dicono, l'utente non deve sobbarcarsi il costo d'acquisto dell'hardware per disporre di una ingente potenza di calcolo, per non parlare del costo delle licenze del software e delle procedure di configurazione. Inoltre, alla facilità d'uso si unisce la velocità: nel tempo necessario a completare la creazione di 2 immagini tridimensionali su una workstation moderna ben equipaggiata, Powua riesce a realizzare circa dieci volte lo stesso lavoro.

Per il momento Powua è un servizio in beta aperto a tutti: lo scopo di questo periodo di prova è affinare il codice, migliorare la personalizzazione delle singole configurazioni e permettere ai tecnici di mettere alla prova sul campo il loro piccolo mostro. In futuro l'accesso al cluster remoto sarà a pagamento, ma ci sarà il 10 per cento del tempo macchina a disposizione di quei progetti che si distinguano per innovazione, miglior utilizzo degli strumenti del free software o impegno sociale. Inoltre, il 10 per cento dei profitti verrà ridistribuito alle associazioni che si impegnano nella crescita del software libero.

Luca Annunziata

 

Fonte: http://punto-informatico.it

 

 

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